tag:blogger.com,1999:blog-78571092544264813182024-03-05T10:01:14.203+01:00ortioricellarieustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.comBlogger311125tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-34203891616792582422015-07-01T19:59:00.000+02:002015-07-01T19:59:30.275+02:00GREXIT<b><span style="font-size: x-large;">BREVE RASSEGNA STAMPA</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb5vZ3pGX9rBfTyQRm-VAUU34qYjdovsrwd5pUFqTS02sjmvOE257aVQpSHQU-tE0Pbj9zeh5DRd1O9DlvZHXsN3Eghn0V2XmMXKebldVgw9miCeH4FwxLEVL2vX_TNpsabVTz8hJeLzyG/s1600/greece+nov+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb5vZ3pGX9rBfTyQRm-VAUU34qYjdovsrwd5pUFqTS02sjmvOE257aVQpSHQU-tE0Pbj9zeh5DRd1O9DlvZHXsN3Eghn0V2XmMXKebldVgw9miCeH4FwxLEVL2vX_TNpsabVTz8hJeLzyG/s640/greece+nov+2011.jpg" width="481" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><span style="font-size: small;">Novembre 2011, non ieri</span></b></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Sono anni
ormai che sul caso Grecia i media strillano che si è giunti alle ore decisive,
al punto di non ritorno. Usa questa espressione, “point of no return”, Paul Krugman
nel suo ultimo editoriale sul New York Times. Secondo il principe degli
opinionisti economici, l’euro è un “terrible mistake” e ciò che sta succedendo
ad Atene è diretta conseguenza di quell’errore. Quindi, il popolo greco
dovrebbe votare no al prossimo (?) referendum ed uscire dalla moneta unica, perché
“The euro trapped Greece in an economic straitjacket”. Krugman fa poi l’esempio
di due paesi, Canada e Islanda, i quali, grazie alla loro indipendenza
monetaria, sono riusciti a superare una grave crisi. Giusto a titolo di inciso,
il Canada è una grande economia ben organizzata e ricca di risorse naturali; l’Islanda
è un paese di 300.000 abitanti con una consolidata tradizione di civismo anche
economico: con il paese mediterraneo hanno poco a che fare. Per la Grecia,
restare nell’Eurozona, conclude Krugman, significherebbe morire di austerità e,
dal momento che il danno di un’eventuale Grexit si è già consumato negli ultimi
anni, tanto vale uscire e riconquistare l’indipendenza.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Sul Guardian
è un altro guru, Joseph Stiglitz, ad intervenire. Anche per Stiglitz il popolo
greco dovrebbe votare no al prossimo (?) referendum, ma secondo lui il problema
non riguarda tanto questioni economiche e di denaro quanto aspetti legati al
potere e alla democrazia. La cura a base di austerità ha finito per peggiorare
e compromettere le condizioni del paziente e i miliardi utilizzati per un
salvataggio che non è mai avvenuto, sono serviti principalmente per pagare i “private-sector
creditors, including German and France banks”. Per Stiglitz i creditori
ufficiali (la Troika) non hanno necessità così impellenti di riavere il denaro
prestato, quindi la rigidità mostrata ha un’altra motivazione. Il progetto
euro, continua Stiglitz, non ha nulla di democratico, mentre la vittoria di
Syriza è stata una grande affermazione di democrazia e molti dei leaders
europei vorrebbero vedere soccombere Tsipras. Votare no significa, per la
Grecia, riprendere il suo futuro nelle proprie mani.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Anche
Bernard-Henri Lévy si auspica un’uscita della Grecia dall’euro, non sulla base
dell’esito referendario, ma a seguito di una definitiva chiusura, da parte dell’Europa,
delle trattative. Il filosofo francese, sul Corriere della Sera, esprime poi un
giudizio durissimo sul leader greco, definito “un demagogo incendiario che sta
portando il proprio popolo nel baratro”. <o:p></o:p></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-4176853884944786482015-06-30T07:51:00.000+02:002015-06-30T07:51:07.971+02:00BATTISTA GUARINI<b><span style="font-size: x-large;">IL PASTOR FIDO - 1587</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh73Jz8mOIFLzHClEYJXf91rdZ75OxAvfN0Se2WHIqvRKK20Msmw_WKR5eqqpSVeAQni4pw7zfZohwt3rHIuu0FXeGXR_Z7ApwNpFPu1doFUB4IkPjd066JQX2h1Nc2V4PRRjjMmTiOHoFi/s1600/Jacob+van+Loo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="521" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh73Jz8mOIFLzHClEYJXf91rdZ75OxAvfN0Se2WHIqvRKK20Msmw_WKR5eqqpSVeAQni4pw7zfZohwt3rHIuu0FXeGXR_Z7ApwNpFPu1doFUB4IkPjd066JQX2h1Nc2V4PRRjjMmTiOHoFi/s640/Jacob+van+Loo.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><span style="font-size: small;">Jacob Van Loo, Amarilli incorona Mirtillo, 1650</span></b></td></tr>
</tbody></table>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">La favola
pastorale ‘tragicomica’ è un genere letterario, dalla vita breve ma di
successo, che si afferma nel secondo Cinquecento. In quegli anni, proprio la
tragicommedia contribuisce ad alimentare un confronto che vede schierarsi i
letterati pro o contro quel nuovo genere, nel più ampio contesto del dibattito
sulle teorie poetiche di Aristotele. </span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Battista Guarini, diplomatico attivo in
varie città dell’Italia settentrionale, partecipando al dibattito, si schiera
contro il canone aristotelico, in aperta polemica con il Castelvetro. Dopo gli
scritti dottrinali, Guarini mette in pratica le sue teorie letterarie con Il
Pastor fido, tragicommedia in cinque atti, pubblicata a Venezia nel 1590. </span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Opera
interessante, scritta in una lingua ‘italiana’ piana e scorrevole, in cui si
alternano endecasillabi e settenari. Ricca di artifici retorici (soprattutto
figure etimologiche, polisemie, ripetizioni e chiasmi) che però non ostacolano
la lettura, la quale procede secondo una musicalità che anticipa il melodramma.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Ma
l’interesse del Pasor fido, più che linguistico o storico-letterario, si trova
nell’arditezza di certi contenuti. Innanzi tutto, a detta dello stesso Guarini,
l’opera deve andare incontro alle aspettative del pubblico. Il Pastor fido ha come scopo principale l’intrattenimento e,
per farlo, deve avvincere, sorprendere e non deludere.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Da una
parte si offre al pubblico ciò che esso si aspetta, dall’altro l’autore deve
introdurre delle varianti capaci di sorprenderlo. In questo calcolato gioco con
il lettore/spettatore, rivestono una efficace utilità le allusioni erotiche, in
certi passaggi particolarmente spregiudicate.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Mi ha
colpito, per esempio, l’esposizione di una teoria dongiovannesca dell’amore
fatta da uno dei caratteri principali della favola, Corisca, personaggio già
settecentesco, quando afferma, atto I, scena terza:<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">La gloria e lo splendor di
bella donna<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">l’aver molti amanti.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Rifiutare un amante […]<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">è peccato e sciocchezza;<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Far degli amanti quel che
delle vesti:<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">molti averne, un goderne e
cangiar spesso. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Che ‘l lungo conversar
genera noia,<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">e la noia disprezzo e odio
alfine.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Sempre a proposito degli
amanti, la libertina Corisca ribadisce:<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Amo d’averne<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">gran copia, e li trattengo,
e honne sempre<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">uno per mano, un per occhio,
ma di tutti<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">il migliore e il più comodo
nel seno;<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">e quanto posso più, nel cor
nessuno.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Capolavoro di ambigua
sensualità la prima scena del secondo atto. I due pastori, uno giovane, il
pastor fido Mirtillo, l’altro anziano,
Ergasto, parlano di come Amore abbia colpito Mirtillo, il quale racconta l’esperienza
del suo primo bacio. Un gruppo di giovani ninfe, tra le quali l’amata Amarilli,
si dilettano in uno strano gioco amoroso. Amarilli viene così introdotta:<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Tra queste ella si stava<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">sì come suol tra le violette
umili<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">nobilissima rosa;<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">e poi che in quella guisa<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">state furono alquanto,<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">levossi una donzella…<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Forse il Leopardi apprezzò
questo passaggio.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Dunque le donzellette, nella
fresca radura, decidono di fare una gara: “si contenda tra noi di baci”. E le
giovani cominciano a scambiarsi baci. L’imberbe Mirtillo, nascosto ed eccitato,
pensa di introdursi nel gioco, “cambiato in ninfa”. Accolto come vergine, partecipa
al gioco erotico. Segue una sensuale descrizione della bocca di Amarilli, dei
baci e della proclamazione della vincitrice, tra sospiri, rossori e sguardi in
fiamme.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Altro episodio ‘tragicomico’
molto divertente è un tentativo di stupro da parte di un satiro sdentato nei
confronti di Corisca, la quale riesce a liberarsi dalla ferina presa lasciandogli
tra le mani la parrucca.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Alla fine, la favola
pastorale celebrerà l’amore fedele, in linea con i dettami della Controriforma,
ma per tutti i cinque atti la celebrazione voluttuosa dell’amore non si è certo
mostrata aderente alla morale tridentina. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;"> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_m60WbqBUArdtLYyLRcpQUHqzrqz9ffh59Qolpq5doXvX-hnT-wcnWF9n82KArRfjaWjNMN1hqdKDTdKAlgcMc-HwuJY9LIJbXHh_mVtoX14g3w-cPD3wHQyuGZc5lywaxPTTgdu-qiF7/s1600/Anton-Van-Dyck%252C-Amarilli-e-Mirtillo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="536" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_m60WbqBUArdtLYyLRcpQUHqzrqz9ffh59Qolpq5doXvX-hnT-wcnWF9n82KArRfjaWjNMN1hqdKDTdKAlgcMc-HwuJY9LIJbXHh_mVtoX14g3w-cPD3wHQyuGZc5lywaxPTTgdu-qiF7/s640/Anton-Van-Dyck%252C-Amarilli-e-Mirtillo.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif; font-size: small;"><b>Antoon Van Dyke, Amarilli e Mirtillo, 1631</b></span></td></tr>
</tbody></table>
</span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-84910074769066762122015-06-25T07:57:00.000+02:002015-06-25T07:57:13.839+02:00DANIEL PATRICK QUINN<b><span style="font-size: x-large;">LAVORI RECENTI 2014 - 2015</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHcpEIqFzu3ngfSWXJxR1wQIdLhX8B4lxPv48F5UaXf8SK0sw_jtjTTTBSdwbN5nrnaabmL-WHXtpcAcRemaGxRTm7CzOwM6Vbb6AESN0gIacaEBgc-wGB7ScNCVUN-EWtI7_aq_PiklsG/s1600/quinn+blick.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="425" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHcpEIqFzu3ngfSWXJxR1wQIdLhX8B4lxPv48F5UaXf8SK0sw_jtjTTTBSdwbN5nrnaabmL-WHXtpcAcRemaGxRTm7CzOwM6Vbb6AESN0gIacaEBgc-wGB7ScNCVUN-EWtI7_aq_PiklsG/s640/quinn+blick.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><span style="font-size: small;">One More Grain: Quinn & Blick</span></b></td></tr>
</tbody></table>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Dietro alle composizioni musicali contemporanee è
sempre più frequente scorgere mappe che possono riprodurre luoghi situati ad
angoli opposti del mondo. Con la world music questo è diventato comune. Gli incontri
tra artisti di paesi diversi e le contaminazioni tra i vari generi
costituiscono il tratto precipuo della contemporaneità musicale. Per Daniel
Patrick Quinn questo discorso può valere in maniera esemplare, ma solo se ci si
ferma alla superficie fenomenica. In realtà, il suo profilo di compositore ‘globale’
è molto più complesso. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Musicista totale
e non propenso al compromesso, il trentacinquenne Daniel Patrick ha realizzato,
come solista, una manciata di lavori tra il 2003 e il 2007, oltre a qualche
collaborazione con altri musicisti. Tutt’altro che prolifico, quindi. Tanto che,
deluso dal music system contemporaneo, decide di cambiare vita e trasferirsi a
Giava. In Indonesia vive insegnando inglese e scrivendo di vulcani. Sono anni
di immersione nella cultura locale, in cui la musica ha un ruolo decisivo. E qui
sta la differenza tra il fascino e la facilità della citazione esotica e il
farsi invece assorbire totalmente da un patrimonio di conoscenze lontano dal
proprio. Scelta esistenziale, quindi, più che estetica.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Rientrato nel
Regno Unito e stabilitosi nelle Ebridi, Quinn innesta il suo vissuto
indonesiano alla tradizione folklorica delle isole scozzesi. A questo connubio
si aggiunge la propria formazione basata su un eclettismo che va dal pop-rock
all’ambient, passando per il minimalismo. Il frutto di queste sollecitazioni si
vede sette anni dopo l’ultimo lavoro solista, ed è il sorprendente Acting The
Rubber Pig Redux del 2014. Segno di un
rinnovato entusiasmo, dopo meno di un anno Quinn fa uscire, con un vecchio
sodale come il trombettista Andrew Blick, un nuovo album a nome One More Grain.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"> Ed è proprio il caso di parlare di entusiasmo.
La voglia e il gusto di comporre e di suonare si palesa in ognuna delle nove
tracce di Grain Fever ed è una gioia l’ascolto di questa musica ispirata.<o:p></o:p></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-14129316512504060342015-06-24T08:01:00.000+02:002015-06-24T08:01:50.930+02:00ET IN ARCADIA EGO<span style="font-size: x-large;"><b>GUERCINO / NICOLAS POUSSIN</b></span><br />
<span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghGX-Qwy7Dtm-Pji0C7Ol_sqZHt2Yk1PGhAcJfmyeONYrc00zaD40aNq-SwM_gyj81om6rTwvdjNruMgd1ate7TiIdO28eyI_2af6BjKxChu2N-ZQ6SpGaZ2vQ2iEkX4Ec6DDDeVwKUvSN/s1600/Guercino+Et-in-Arcadia-ego.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="537" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghGX-Qwy7Dtm-Pji0C7Ol_sqZHt2Yk1PGhAcJfmyeONYrc00zaD40aNq-SwM_gyj81om6rTwvdjNruMgd1ate7TiIdO28eyI_2af6BjKxChu2N-ZQ6SpGaZ2vQ2iEkX4Ec6DDDeVwKUvSN/s640/Guercino+Et-in-Arcadia-ego.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><span style="font-size: small;">Guercino, I pastori d'Arcadia Barberini</span></b></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Va
attribuita al Guercino la paternità del motto Et In Arcadia Ego, iscritto sulla
base di un monumento funebre rivolto allo sguardo dell’osservatore nella tela I
pastori d’Arcadia, dipinta tra il 1618 e il 1622. Quadro che colpì molto Nicolas
Poussin, tanto che qualche anno dopo si cimentò anch’egli nello stesso soggetto
e riportò l’identica iscrizione. Nel 1638 il pittore francese dipinse un’altra
versione dei Pastori d’Arcadia, con la solita scritta. Da allora la sentenza
latina e i tre quadri sono diventati oggetto di un vero e proprio culto
esegetico, nel quale si sono sbizzarriti interpreti che hanno dato origine a
percorsi di lettura che annodano tutti i luoghi comuni dell’iconografia
esoterica. Evidentemente il semplice memento mori associato ad uno dei topoi
per eccellenza della cultura secentesca, quello dell’ambientazione arcadico-pastorale,
era troppo semplice per giustificare le tre tele che, invece, nasconderebbero
verità inenarrabili. O meglio, narrabili solo per gli iniziati capaci di
intendere. Fatto sta che a seguito dell’interpretazione dei Pastori d’Arcadia, gruppi di
illuminati hanno cominciato a scavare nelle campagne di Rennes-le-chateau alla
ricerca del corpo di Gesù Cristo…<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8APwtxz-Owi7PQt_-DQg7NB-7YmkUdqShumoFhdmPCHVLGeKcL4iROv6OQ4I1JnyaER5RfyXkQ7K6dQa9QQdbJsvCsxtaJAQKm7jWHS34x_8YgumlDAAdmJqGKQSWcxg0PsxjJcp81NI4/s1600/Poussin_ArcadianShepherds+chatsworth.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8APwtxz-Owi7PQt_-DQg7NB-7YmkUdqShumoFhdmPCHVLGeKcL4iROv6OQ4I1JnyaER5RfyXkQ7K6dQa9QQdbJsvCsxtaJAQKm7jWHS34x_8YgumlDAAdmJqGKQSWcxg0PsxjJcp81NI4/s640/Poussin_ArcadianShepherds+chatsworth.jpg" width="467" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><span style="font-size: small;">Poussin, I pastori d'Arcadia Chatsworth House</span></b></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBnO00EmJmNA_jGbRuuPWbfvraz2Uj_pv-dYsGWRB67IzBB07uBUd8y3iO8k_KioGImBUwsi5YS7W65vcEOwoCH3DEY53rhrqhbW8AAVwCiR3kmmgyGh3vM63mzt1Nlv6hDpBCr4CQ8T3Q/s1600/Nicolas_Poussin_052.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="462" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBnO00EmJmNA_jGbRuuPWbfvraz2Uj_pv-dYsGWRB67IzBB07uBUd8y3iO8k_KioGImBUwsi5YS7W65vcEOwoCH3DEY53rhrqhbW8AAVwCiR3kmmgyGh3vM63mzt1Nlv6hDpBCr4CQ8T3Q/s640/Nicolas_Poussin_052.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><span style="font-size: small;">Poussin, I pastori d'Arcadia Louvre</span></b></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-68710791072929925632015-06-19T11:08:00.000+02:002015-06-20T08:13:15.314+02:00EUGENIO MONTALE<b><span style="font-size: x-large;">OSSI DI SEPPIA - 1927</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkTA1YRvV6quhStvhk0RlR2hH8ZUG2un6sTSSMJV_JAHC8ghYNeFE4A6ym9eWClbhuNKTq5nNSx249wcjtn2374lZaKhjJRBL9np7ElnvpKo122GmLLjYCrmjFlfMlEbpJfnzLpAtG428b/s1600/ossi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkTA1YRvV6quhStvhk0RlR2hH8ZUG2un6sTSSMJV_JAHC8ghYNeFE4A6ym9eWClbhuNKTq5nNSx249wcjtn2374lZaKhjJRBL9np7ElnvpKo122GmLLjYCrmjFlfMlEbpJfnzLpAtG428b/s640/ossi.jpg" width="424" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Quante
volte avrò letto gli Ossi di seppia? Come Dante e Leopardi, Montale è il poeta
della vita, a cui si torna ripetutamente. Ma a differenza di Dante e Leopardi,
che non deludono mai, ad un certo punto Montale ha iniziato a perdere lo
smalto. E se nell’adolescenza la scoperta degli Ossi aveva i segni della
folgorazione e nella gioventù si consolidava quale opera assoluta, con l’età
matura l’indiscutibilità del suo valore veniva sempre più messa in discussione.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Certo
Montale resta fondamentale nella storia della poesia italiana tra le due
guerre, ma come ‘opera complessiva’ gli Ossi sono andati progressivamente
ridimensionandosi, soprattutto se presi nel contesto della poesia universale.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Ho appena
riletto gli Ossi. In limine ha una chiusa notevole: “<i>ora la sete / mi sarà lieve, meno acre la ruggine…</i>” ma il resto si
colloca in un solco post pascoliano con una seconda strofa micidiale (frullo,
volo, eterno grembo, crogiuolo). Ne I limoni, invece, dopo aver creato una
bella oggettivazione paesaggistica, l’incanto si inceppa in un ridondante
metaforismo (vv. 26-29), per chiudersi con un raccapricciante “<i>le trombe d’oro della solarità</i>”. Ancora
più patetico il finale di Corno inglese. Di Esterina resta l’immagine “<i>il lacciòlo</i> – per fortuna non lacciuolo
– <i>d’erba del fanciullo</i>”. Anche se a
ripensarci la doppia specificazione fa molto poeta alle prime armi. Minstrels
meglio lasciar perdere. Si salva l’esercizio retorico dell’Epigramma per
Camillo Sbarbaro. Si può fare a meno degli altri Movimenti.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Eccoci alla
sezione degli Ossi di seppia veri e propri e qui siamo di fronte ad un poeta
che commette pochi passi falsi. Questi sono, per la precisione, Ciò che di me
sapete, Tentava la vostra mano la tastiera, Debole sistro al vento. Tra gli
altri diciannove componimenti, tutti notevoli, spicca una scaglia poetica
bellissima, Valmorbia. Mediterraneo è, al contrario, tutto da scartare.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">La sezione
Meriggi e ombre si apre con il narrativo Fine dell’infanzia seguito dall’ormai
cliché di Agave sullo scoglio. Un episodio minore, Vasca, immette a tre liriche
decisamente didascaliche. Puri esercizi di stile vuoti e consunti. La seconda
parte di Meriggi e rappresentata da Arsenio, in giustificata solitaria
evidenza. La poesia è importante e pienamente riuscita. Della terza parte vanno
citate Casa sul mare e Delta, mentre il colloquio con la tristezza di Incontro
è illeggibile. Poco significativa anche la conclusiva Riviere. <o:p></o:p></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-82505511454692786532015-05-24T08:40:00.000+02:002015-05-24T08:40:15.774+02:00CANNES 2015<b><span style="font-size: x-large;">CRONACHE DA LA CROISETTE</span></b><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4XQPm9WCZQmV63hY2KqluYK7mc0KiXN5OimYONM8sIVBAP2rCpClkL43PhyphenhyphenkG0d1zqQecJriGk6iljH64VSlnVB_FIF9MieIN_xBNU8LRCmOVwacyS1W6w28AvuSIM0QBzx4GY3G_OyRb/s1600/the+assassin.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="430" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4XQPm9WCZQmV63hY2KqluYK7mc0KiXN5OimYONM8sIVBAP2rCpClkL43PhyphenhyphenkG0d1zqQecJriGk6iljH64VSlnVB_FIF9MieIN_xBNU8LRCmOVwacyS1W6w28AvuSIM0QBzx4GY3G_OyRb/s640/the+assassin.png" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Il cuore
del festival di Cannes sono i critici accreditati. Sbadigliano e bofonchiano tra
loro al buio delle proiezioni, chiacchierano tra loro e non sbadigliano, schermati da occhiali
scuri, al Le Claridge. Ognuno attento ai concorrenti della nazione di
appartenenza. Così i francesi si schierano con Jacques Audiard </span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">e con La
loi du marché. Gli inglesi parlano solo di Amy e tifano Roth e Caine. Gli italiani
si inorgogliscono per il trio delle meraviglie e gli americani hanno già
assegnato l’Oscar a Carol e a Cate Blanchett.</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Qui a Cannes
sembra che i film si guardino sulle sezioni specifiche dei siti della stampa
qualificata (Le film francais, The Guardian, Variety…): si consultano le pagelle, si contrano le
stelle assegnate. Bel festival, comunque.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Tra i film
visti, ruffiano ma pregevole l’ungherese, opera prima, Saul fia. Sicura la nomination
come miglior film straniero ai prossimi Oscar. Relegato alla Quinzaine Green Room del talentuoso Jeremy Saulnier, del
quale avevamo apprezzato il precedente Blue Ruin. Ha un futuro da cult. Da un
autore in ascesa, uno che affonda: il supponente Noè non ci aveva mai convinto.
Perfetto come narcothriller Sicario. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Il meglio,
però, arriva dall’Oriente. Cinema puro e innovazione per Nie yin niang del
maestro cino-taiwanese Hou </span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Hsiao-Hsien,
il wuxia che si eleva oltre il genere. Con il tripartito Shan he gu ren siamo
di fronte ad un nuovo affresco di <a href="http://ortioricellari.blogspot.it/2013/06/jia-zhang-ke.html">Jia Zhang-ke </a></span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">a definire,
compiutamente, la Cina odierna.</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b><o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Manierismo,
gli italiani. Moretti che rifà – molto bene, tra l’altro – Moretti; Garrone che
rifà Pasolini; Sorrentino che rifà Fellini. Una giuria ‘ecumenica’ darebbe la
Palma a Mia madre. Personalmente, la darei a Nie yin niang. Più verosimilmente,
la vittoria andrà allo stucchevole Carol.</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5Pe7DkHgTtQpInWUeTY6hrZ2X9tgWLr2_C5bTTEO6pugPnSl3fY4YY-gS9ZqxvlAcEFGlTImpJtdqzSBnJmTS8vxvu0_TjVzqkWm9rKOS6bCId437TT4W_wyqZmFW9je-89wHQl3RZ6Wo/s1600/huo.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5Pe7DkHgTtQpInWUeTY6hrZ2X9tgWLr2_C5bTTEO6pugPnSl3fY4YY-gS9ZqxvlAcEFGlTImpJtdqzSBnJmTS8vxvu0_TjVzqkWm9rKOS6bCId437TT4W_wyqZmFW9je-89wHQl3RZ6Wo/s400/huo.png" width="280" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-49348623266074593402015-05-19T08:49:00.001+02:002015-05-19T08:51:03.780+02:00TORQUATO TASSO<b><span style="font-size: x-large;">LA GERUSALEMME LIBERATA</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXLZgDloaT2UXGNyPJpdvaFtzSp8ad3oBkMCvzDdQvZ7JSB9Y7NZJrP60cMoInDotFsg2G7bwCz5YRocFsCiENPV_nRhmgmU7dISuNLwt6PzkIcprws1fXGuzmea26okPQuXQQzfeVetOZ/s1600/matteo+stom.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="506" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXLZgDloaT2UXGNyPJpdvaFtzSp8ad3oBkMCvzDdQvZ7JSB9Y7NZJrP60cMoInDotFsg2G7bwCz5YRocFsCiENPV_nRhmgmU7dISuNLwt6PzkIcprws1fXGuzmea26okPQuXQQzfeVetOZ/s640/matteo+stom.jpg" width="640" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaYFXRWDJ3eRYoqdA_eSY8FZjLZDO8UcuZfiSW2C0L92ODjtzh-Qf3gU-TnqpOxfezLKszHRaRqZnuFp_-hv5Fbk0CwELLlx0GuOXMb0M11xYKGh32nWjOf2GZsbS5hMBhgLUN0tNBwFmT/s1600/A259.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="506" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaYFXRWDJ3eRYoqdA_eSY8FZjLZDO8UcuZfiSW2C0L92ODjtzh-Qf3gU-TnqpOxfezLKszHRaRqZnuFp_-hv5Fbk0CwELLlx0GuOXMb0M11xYKGh32nWjOf2GZsbS5hMBhgLUN0tNBwFmT/s640/A259.jpg" width="640" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Rileggendo
la Gerusalemme Liberata sono rimasto colpito dall’atmosfera cruenta e
sanguinaria del canto nono. Alcuni passaggi anticipano eccessi che diverranno
comuni nella produzione letteraria dal Settecento in poi, fino alle recenti trasgressioni
trash e gore, che per certi critici costituiscono la cifra più significativa
della letteratura contemporanea.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Il canto si
apre con la presenza di un infido mostro infernale che istiga </span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">l’eroe Solimano
ad assalire, nottetempo, l’esercito cristiano addormentato. Ecco come Tasso
descrive il momento che precede la battaglia:<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Ma già distendon l’ombre
orrido velo<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">che di rossi vapor si sparge
e tigne;<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">la terra in vece del
notturno gelo<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">bagnan rugiade tepide e
sanguigne;<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">s’empie di mostri e di
prodigi il cielo,<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">s’odon
fremendo errar larve maligne IX 15<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Bello il
contrasto tra le tinte cupe, nere di ombre e i tocchi rossi dei vapori e della
rugiada, addirittura sanguigna. Inoltre, il cielo notturno si riempie di
spaventose creature. Tale scorcio inquietante tanto lungi dal cantare chiaro
dell’Ariosto! All’opposizione coloristica si affianca il motivo sonoro prodotto
dalle larve maligne che da insinuante si fa fragoroso con l’inizio
dell’assalto:<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Dan </span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">fiato allora a i barbari metalli<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">gli Arabi, certi omai
d’essere sentiti.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Van gridi orrendi al cielo,
e de’ cavalli<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">co ’l suon del calpestio
misti i nitriti.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Gli alti monti muggír,
muggír le valli,<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">e risposer gli abissi a i
lor muggiti, IX 21<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Ma è con lo svolgersi della
campagna che il Tasso si lascia andare ad un crescendo macabro e sanguinario.
Molte, infatti, le descrizioni di amputazioni sulle quali il poeta indugia
quasi voluttuosamente. Tra queste, il massacro di Latino e dei suoi cinque
figli, che vengono infilzati uno ad uno davanti agli occhi del padre. Il primo “tra
i cigli parte il capo e tra le gote”, poi “Caggiono entrambi, e l’un su l’altro
langue / mescolando i sospiri ultimi e ’l sangue.” Ancora, ad un altro figlio,
Solimano “gli urta il cavallo addosso e ’l coglie in guisa / che giù tremante
il batte, indi il calpesta.” Restano i due gemelli e “a l’un divide / dal busto
il collo, a l’altro il petto incide.”<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Infine, il feroce Solimano
non può risparmiare il padre:<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">e ’l ferro ne le viscere gli
immerse.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Il misero Latin singhiozza e
spira,<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">e con vomito alterno or gli
trabocca<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">il sangue per la piaga, or
per la bocca. IX 38<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Il canto prosegue con altre
descrizioni di mutilazioni e traumi. Tra le quali questa, inferta dalla bella
Clorinda al cristiano Gerniero, in cui una mano mozzata continua ad agitar le
dita come moncon di coda di serpente:<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">La destra di Gerniero, onde
ferita<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">ella fu già, manda recisa al
piano:<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">tratta anco il ferro, e con
tremanti dita<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">semiviva nel suol guizza la
mano.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Coda di serpe è tal, ch’indi
partita<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">cerca d’unirsi al suo
principio invano. IX 69<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Clorinda e gli altri
guerrieri continuano a fare stragi e decapitano, trapassano, conficcano, il
tutto tra sangue che sgorga a fiumi e scintillar di lame, finché “L’aurora intanto il bel purpureo volto / già dimostrava
dal sovran balcone” e, sul finire del canto, appare un drappello di cavalieri:<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">nova nube di polve ecco
vicina<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">che folgori di guerra in
grembo tiene,<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;"> ecco d’arme improvise uscirne un lampo<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">che sbigottí de gli infedeli
il campo.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;"> Son cinquanta guerrier
che ’n puro argento<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">spiegan la trionfal purpurea
Croce. IX 91 – 92<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Che divertimento leggere la
Liberata!<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm5Gy-9RGH2-5_z_4ETmxCtT3YLctfPYge_0_mocrtb5H672KHm-dwgkudG1GEo51HTBGF8mySSQTDNVK3qa_jw7zr3NxIaK6-TDZ5eQGqPvY3eDmtGDW5QkMBM-eEB5dXXQYtUx2YJbyY/s1600/4dragon.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="417" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm5Gy-9RGH2-5_z_4ETmxCtT3YLctfPYge_0_mocrtb5H672KHm-dwgkudG1GEo51HTBGF8mySSQTDNVK3qa_jw7zr3NxIaK6-TDZ5eQGqPvY3eDmtGDW5QkMBM-eEB5dXXQYtUx2YJbyY/s640/4dragon.jpg" width="640" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<b>Immagini: Matteo Stom, Venezia XVII secolo, due Battaglie notturne</b><br />
<b>Vittore Carpaccio, San Giorgio e il drago, 1502 </b>eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-41774591542753457882015-05-12T16:49:00.001+02:002015-05-12T16:49:58.471+02:00MICHEL HOUELLEBECQ<b><span style="font-size: x-large;">LE PARTICELLE ELEMENTARI - 1998</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtzyraoZnhYcQGRbS_mPe1Sy3flmT7m_EIVc6RV-4kKp9kHu0O2Mh1RCTZBEQ9qjtZ-y54o8ZJu1t-hO1VxxMFa7HtWgrisYLEbWhRBsQ0vBjywopEAZHH8VjConJzYdLHzjeD6ZiuXvZG/s1600/MHleparticelle.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtzyraoZnhYcQGRbS_mPe1Sy3flmT7m_EIVc6RV-4kKp9kHu0O2Mh1RCTZBEQ9qjtZ-y54o8ZJu1t-hO1VxxMFa7HtWgrisYLEbWhRBsQ0vBjywopEAZHH8VjConJzYdLHzjeD6ZiuXvZG/s400/MHleparticelle.jpg" width="262" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Le
particelle elementari finisce quando avrebbe dovuto cominciare. Il romanzo
parte da un’idea interessante. Il genere umano, come lo conosciamo oggi, non
esiste più. È stato sostituito da una nuova specie di immortali a cui si è
pervenuti grazie alle ricerche di biologia molecolare sviluppate da Michel
Djerzinski. Houellebecq descrive, in parallelo, le vite del biologo e di suo
fratello, per parte di madre, Bruno.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Tramite
Michel e Bruno viene attraversata la seconda metà del Novecento, con
particolare riferimento ai decenni Settanta e Ottanta, quelli che evidentemente
lo scrittore conosce direttamente. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Delle
vicende biografiche dei due protagonisti, Houellebecq ci squaderna nei minimi
dettagli la vita sessuale. Iperattiva per Bruno, quasi astinente quella di
Michel. Lo scopo è di testimoniare non la decadenza, ma la fine della civiltà
occidentale. Simboli di un tale sfacelo e conseguente inizio di una nuova era
sono il sesso e il vitalismo che si trasfigurano nel narcisismo e nella morte.
Non a caso tutti i personaggi del romanzo sono segnati da una brutta fine. Tre
suicidi e un internamento in un ospedale psichiatrico.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Tracciando
il percorso esistenziale dei due fratelli, Houellebecq ha modo di ricapitolare
quanto accaduto sulla scena intellettuale francese. Con “perfida
destrutturazione” vengono passati in
rassegna tutti i suoi miti culturali. ”La risibilità globale in cui erano
improvvisamente precipitati, dopo decenni di insensata sopravvalutazione i
lavori di Foucault, Lacan, Deridda, Deleuze…aveva gettato discredito
sull’insieme degli intellettuali che si definivano di scienze umane”, commenta
il Narratore. Il quale fa dire a Philippe Sollers: “Tutti i grandi scrittori
sono dei reazionari. Balzac, Flaubert, Baudelaire, Dostoevskij: reazionari”. In
un simile sfascio culturale non poteva mancare il recupero di Nietzsche. “Ho
una visione nicciana della vita. Nicciana sullo scadente”, blatera Bruno.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Houellebecq
fa di tutto per rendersi antipatico, sfidando il lettore con pugni tirati a
destra e a manca, da buon snob decadente. Ma il romanzo deve essere giudicato
di per sé, indipendentemente dall’autore. In questo caso, contrariamente a
<a href="http://ortioricellari.blogspot.it/2015/02/michel-houellebecq.html">Sottomissione</a>, Le particelle elementari è, a voler essere indulgenti, un mezzo
fallimento.<o:p></o:p></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-81715229845526352712015-05-07T16:43:00.000+02:002015-05-07T16:43:07.335+02:00LIBANO - SIRIA<b><span style="font-size: x-large;">OFFENSIVA HEZBOLLAH </span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;">5 MAGGIO 2015</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7vce-j6daAkIQ7XR_DdXSDYite4oZH46ytiJhPnN-P8pvYGaZ5S3zNa6d5KN6OkU2n3lGzSKxfJIh1v5lyiS1mCoOmdJo5TYMl0_AdAFAGFWA9Min1yvbe11n6zo2rfoO_PAnFmc_EFRs/s1600/TFAIL+1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="452" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7vce-j6daAkIQ7XR_DdXSDYite4oZH46ytiJhPnN-P8pvYGaZ5S3zNa6d5KN6OkU2n3lGzSKxfJIh1v5lyiS1mCoOmdJo5TYMl0_AdAFAGFWA9Min1yvbe11n6zo2rfoO_PAnFmc_EFRs/s640/TFAIL+1.png" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJlAx1WEYY9tmGJU1jcvrujP4r8zIwFoE7edAq1_ooN0yisPyqBolJsFR3pgL2JgA2Yry4s8ivc1OZ-IhS2zzm8GBsv_tTXBTbkc5YLJKqZREueo7tuEN_-8PMkbNJ1MqgOPHJoS2BWnif/s1600/TFAIL.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="386" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJlAx1WEYY9tmGJU1jcvrujP4r8zIwFoE7edAq1_ooN0yisPyqBolJsFR3pgL2JgA2Yry4s8ivc1OZ-IhS2zzm8GBsv_tTXBTbkc5YLJKqZREueo7tuEN_-8PMkbNJ1MqgOPHJoS2BWnif/s640/TFAIL.png" width="640" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Tfail è un
villaggio libanese che si trova in una lingua di territorio incuneata
all’interno della Siria. Il confine, segnato solo sulle mappe, è a qualche
centinaio di metri dalle case del villaggio. Zona grigia, enclave e terra di
nessuno, con la guerra civile siriana quest’area ha visto intensificarsi
scontri tra le varie fazioni in lotta e continui attraversamenti di confine.
Soprattutto di milizie sciite che dal Libano portano attacchi ai rivali di
Assad. </span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">In questa provincia occidentale della Siria sono attivi gli islamisti di
Al Nusra, affiliati ad Al Qaeda. Si ripropone, per tanto, il solito scontro tra
sciiti e alawiti da una parte e i sunniti dall’altra. Nel mezzo i circa duemila
abitanti di Tfail. Isolati per diversi mesi, nell’ottobre del 2014 sono stati
raggiunti da un convoglio della Croce Rossa libanese, dopo trattative che hanno
coinvolto Hezbollah, leader sunniti, forze governative di Beirut e Damasco. Ma
subito dopo l’intervento, gli scontri sono ripresi e hanno lasciato sul campo
diverse vittime. </span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">L’ultimo di questi scontri porta la firma di Hezbollah. Due
giorni fa, sono caduti, in un’imboscata, almeno una quindicina di miliziani di Al
Nusra. Gli sciiti libanesi, secondo fonti della sicurezza di Beirut, riportate
dal quotidiano The Daily Star, raggiunto Tfail hanno poi compiuto un’incursione
in territorio siriano, nella provincia di Qalamoun, distruggendo una postazione
qaedista. </span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Lo stesso giorno varie unità di islamisti operanti nella stessa area
siriana hanno annunciato, via Twitter, la formazione di una cellula
dell’Esercito della Conquista, gruppo
nato da pochi mesi e in espansione nella galassia del terrorismo anti Assad.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: EN-US;"> <span lang="EN-US">“By the grace of
god, the Army of Conquest of Qalamoun has been established from the loyal and
truthful members of most factions in Qalamoun,” il twit. La situazione siriana
è sempre più complicata.<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: EN-US;"><span lang="EN-US"><br /></span></span></b></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZ-XJA5tdcAhBJQmAcJRc3lhW_N9x_l2ZINtkmv3B7QUkUwA5H-jE6-j93mNLbCcSgPK1mo2o4-dBifhxOcc63x7ORsyF4VMYxvxqvo7-Bnol_io_fRmAqDk5PV4eNI5EuQQFQicSL4PJZ/s1600/Mideast-Lebanon_Horo-5-635x357.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="356" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZ-XJA5tdcAhBJQmAcJRc3lhW_N9x_l2ZINtkmv3B7QUkUwA5H-jE6-j93mNLbCcSgPK1mo2o4-dBifhxOcc63x7ORsyF4VMYxvxqvo7-Bnol_io_fRmAqDk5PV4eNI5EuQQFQicSL4PJZ/s640/Mideast-Lebanon_Horo-5-635x357.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: small;"><b>Milizie Hezbollah</b></span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: EN-US;"><span lang="EN-US"><br /></span></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-62300300619551439562015-05-05T18:06:00.000+02:002015-05-05T18:06:41.817+02:00JERZY KAWALEROWICZ<span style="font-size: x-large;"><b>POCIAG</b></span><br />
<span style="font-size: x-large;"><b>IL TRENO DELLA NOTTE - 1959</b></span><br />
<span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj230VM__IUGF8lgHhHJ36tqaeatzBAiNsaD0C4TlRqKXxZkNNxaIRUtUbyALzU9c5VDITUoEmJKq5rJXPjfqNSXmRnuZUGIOefyYFE1OsSlg7vhFIeSxq5fE06hiVU53LqCOyzcoS1OoXE/s1600/_night_train+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj230VM__IUGF8lgHhHJ36tqaeatzBAiNsaD0C4TlRqKXxZkNNxaIRUtUbyALzU9c5VDITUoEmJKq5rJXPjfqNSXmRnuZUGIOefyYFE1OsSlg7vhFIeSxq5fE06hiVU53LqCOyzcoS1OoXE/s640/_night_train+1.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Bianco e
nero, camera che dall’alto riprende gente in movimento in una stazione. Scorrono
i titoli di testa e parte il jazz della colonna sonora. Non è un film francese
di Louis Malle, siamo in Polonia alla fine degli anni Cinquanta e il regista Jerzy
Kawalerowicz ci lascia letteralmente a bocca aperta per la bravura con cui
dirige questo classico del cinema polacco. È soprattutto il suo modo di usare
la macchina da presa che colpisce. A parte qualche angolatura eccentrica, il
registra riprende le scene entro limiti strettissimi di movimento. </span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Quasi tutto
il film è girato negli angusti e affollati spazi del corridoio di un treno o
negli scompartimenti. Questi ambienti di ridotte dimensioni vengono ampliati da
punti di fuga quali finestrini, specchi o porte di altri scompartimenti che,
aprendosi, guidano lo sguardo, oltre i passeggeri, entro nuove quinte. In queste
scene la macchina da presa è un occhio, posto ad altezza umana. Un occhio
curioso, che sbircia, che scruta le facce, che entra nell’intimità degli altri,
oltre le porte socchiuse. Fino all’espediente estremo in cui la macchina da
presa coincide con lo specchio al quale la protagonista si avvicina per
togliersi un bruscolo dall’occhio.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Anche se è
quella che fa la differenza, non c’è solo tecnica di ripresa in Pociag. C’è
anche una storia, forse un po’ scontata ed infatti, più del plot narrativo, è interessante
l’ambiente relazionale che il film crea. Come in Stagecoach, il viaggio in treno
accosta una serie di personaggi, di figure, che nel corso delle ore assumono
ruoli precisi, paradigmatici. Il viaggio e la condivisione dell’avventura
notturna costruiscono una comunità, destinata a sciogliersi con l’arrivo alla
meta, sulle rive del Baltico.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Tutto in
questo film è elegante. Fotografia, colonna sonora, gli attori e, naturalmente,
la regia, che elude coraggiosamente ogni riferimento ai temi sociali e
progressivi cari al cinema d’Oltrecortina. Il facile accostamento a Hitchcock,
proposto dalla critica, mi sembra limitato alla circostanza degli ‘sconosciuti
in treno’. Del resto, la famosa scuola nazionale di cinema di Lodz, a pochi
anni dalla fondazione, costituiva già una delle più importanti officine
culturali, non solo della Polonia, ma dell’intera Europa.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnPmrybpvEWKxzgyn2yRatMNrbuP-6WACT0y0q6djH-DEaFTKe9N-PeEOeGKi85cC2-hzX6jS2N8sdx70ECMEXkb0viKI4tj4reC-Jc11JzVAxjaUoPa2TNAsXhxOT26qGYyk9pJTWZ5qg/s1600/_night_train+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnPmrybpvEWKxzgyn2yRatMNrbuP-6WACT0y0q6djH-DEaFTKe9N-PeEOeGKi85cC2-hzX6jS2N8sdx70ECMEXkb0viKI4tj4reC-Jc11JzVAxjaUoPa2TNAsXhxOT26qGYyk9pJTWZ5qg/s640/_night_train+2.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-90010504878894304122015-04-26T08:58:00.000+02:002015-04-26T08:58:18.649+02:00TOMMASO LANDOLFI / OSVALDO LICINI<b><span style="font-size: x-large;">LA PIETRA LUNARE - 1939</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;">AMALASSUNTE - 1945-1950</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQq65ksdB3h0GQxb2IXqiIVHDBl13znrQDCIKMr37HWklk4aZ206Xm8JXP1A8rY94ixlfWxEJEkIgJu9UqAaH5N1clBh0pXFhZTRHLave7jsK9gQOHT6jMw4g9YK_u57QVs8ZcYtPflllO/s1600/luna+amalasunta+1949.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQq65ksdB3h0GQxb2IXqiIVHDBl13znrQDCIKMr37HWklk4aZ206Xm8JXP1A8rY94ixlfWxEJEkIgJu9UqAaH5N1clBh0pXFhZTRHLave7jsK9gQOHT6jMw4g9YK_u57QVs8ZcYtPflllO/s1600/luna+amalasunta+1949.jpg" height="350" width="640" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">“Questo è
il cantare uterino di una folle” ebbe a dire Montale del romanzo, ancora
inedito, che l’amico Tom gli aveva chiesto di leggere. Effettivamente siamo di
fronte ad una follia visionaria, ed anche uterina, costruita con la solita
ricercata perfezione linguistica di Landolfi, molto vicina alla prosa
leopardiana.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Se per la
tematica trattata La pietra lunare turbava Montale, figuriamoci l’accoglienza
ricevuta presso la comunità letteraria di quei tardi anni Trenta. Landolfi si
spinge ben oltre il limite dell’oscenità consentito e la forza del romanzo è
ancora oggi stupefacente quanto poco riconosciuta. (non si capisce perché non
vengano proposti nelle scuole superiori brani dell’autore di Pico; un racconto
come La moglie di Gogol farebbe innamorare gli studenti…).<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Il romanzo
ha come protagonista Giovancarlo, “studente ormai del second’anno”, che torna
al paese di origine per trascorrervi le vacanze estive. Il suo ingresso a casa
dello zio è giocato tutto sul registro di un realismo ironico. Vengono messi in
evidenza, come attraverso una lente d’ingrandimento, i parenti seduti attorno
al tavolo, le loro espressioni, i comportamenti. Landolfi assegna ad ognuno un
tic, un’espressione, un atteggiamento che si reiterano nel corso dell’incontro.
Emerge così il vuoto della quotidianità ripetitiva che degenera poi, su
maliziosa sollecitazione di Giovancarlo, in una ridda feroce fatta di
maldicenze e cattiverie.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Giovancarlo,
studente e soprattutto poeta, timido e impacciato, non può che sentirsi
estraneo all’ambiente paesano, ma proprio quando la serata volge al termine,
ecco l’apparizione di Gurù. Ragazza dagli occhi “accesi di riflessi violacei e
profondi” che all’istante ammalia lo studente e d’un subito capovolge la
situazione stantia, dominata da un “odore pesante d’avanzi di lavatura di
piatti e d’insetti domestici”, per aprire ad un nuovo scenario
erotico-fantastico nel quale il naufragar sarà dolce.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Dolci e
lunari e inquietanti come Gurù le Amalassunte di Osvaldo Licini, il quale così
le descrive: “L’Amalassunta è <span style="mso-bidi-font-style: italic;">la luna
nostra bella, garantita d’argento per l’eternità, personificata in poche
parole, amica di ogni cuore un poco stanco, perdutamente inabissata tra un seno
a l’altro come ogni donna “</span>. </span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br style="mso-special-character: line-break;" />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br style="mso-special-character: line-break;" />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3xCiP3efOh4AiRZVOFCKfk3FMmUTh_hsPV99LDFJDPCgNAumWIp5ymitJZLOmVBIOunCnxnT2VYdTs3SAXFjr3-GSq_70UADmkBXSyrHugYW2P1okWmGIImC9Qw7zeKeI3VaZmpAUC3_M/s1600/Osvaldo-Licini-Amalassunta-su-fondo-cinabro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3xCiP3efOh4AiRZVOFCKfk3FMmUTh_hsPV99LDFJDPCgNAumWIp5ymitJZLOmVBIOunCnxnT2VYdTs3SAXFjr3-GSq_70UADmkBXSyrHugYW2P1okWmGIImC9Qw7zeKeI3VaZmpAUC3_M/s1600/Osvaldo-Licini-Amalassunta-su-fondo-cinabro.jpg" height="462" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPavXNkod0jRilidlrx2RQ-BlB6Wmgw7JwHWPs4e0sA7m90OzljVt8gxdlGdfvgW70IWALjT4FfAZvE9R1x6QaP6UOxx-VEPy1b5MkRvL6Nu5v1NFiek2GUGkbnJg4bvZZdle79qA4X64y/s1600/amalassunta-con-aureola-rossa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPavXNkod0jRilidlrx2RQ-BlB6Wmgw7JwHWPs4e0sA7m90OzljVt8gxdlGdfvgW70IWALjT4FfAZvE9R1x6QaP6UOxx-VEPy1b5MkRvL6Nu5v1NFiek2GUGkbnJg4bvZZdle79qA4X64y/s1600/amalassunta-con-aureola-rossa.jpg" height="504" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-26029642268087590252015-04-21T17:34:00.000+02:002015-04-21T17:34:42.635+02:00SUFJAN STEVENS<span style="font-size: x-large;"><b>CARRIE & LOWELL - 2015</b></span><br />
<span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk_8Ag7F0IBMVAhrPJk4BTKNvdwu3ygzdGrwStVfYxhhFYBrKS9gTwNvWnrUS-fR3sr_7qCApRuEOeU2oeo_pJk9KxXp8MXdLW2UgshH9hgpscJ0ss1qPPQhAd5DRgWhIW-QxxzU_0cAKS/s1600/carrie_lowell.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk_8Ag7F0IBMVAhrPJk4BTKNvdwu3ygzdGrwStVfYxhhFYBrKS9gTwNvWnrUS-fR3sr_7qCApRuEOeU2oeo_pJk9KxXp8MXdLW2UgshH9hgpscJ0ss1qPPQhAd5DRgWhIW-QxxzU_0cAKS/s1600/carrie_lowell.jpg" height="411" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Come nella
più classica tradizione lirica, è il dolore che ispira Sufjan Stevens. Dolore causato
da una perdita, quella della madre. L’assenza suscita il ricordo, legato a
momenti e luoghi precisi. Carrie&Lowell vive di questi momenti ma non solo.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Il fatto
più naturale del mondo, la morte, resta in un angolo oscuro, remoto,
indefinito, fino a quando non lo sperimentiamo direttamente. Allora il mistero
acquisisce la forza della realtà effettuale e impone domande.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Stevens costruisce
il suo ultimo album su queste domande che lo portano a confrontarsi con gli elementi
della cultura e della spiritualità. Ecco che, oltre alla situazioni del
passato, oggettivate nel paesaggio dell’Oregon, si fanno fitti i riferimenti
alle Scritture e alla mitologia classica.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Questo materiale,
che è sia concreto che intellettuale, viene assimilato e ricomposto da Sufjan Stevens
in chiave esistenziale, in testi che hanno un’origine profondamente personale
ma che l’autore, con delicata maestria, riesce a rendere universali.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Le liriche
esprimono al meglio questo insieme di ispirazione, le musiche e il canto sono
perfettamente funzionali alle intenzioni. Ne scaturisce un album che da subito
si afferma come un classico della cultura popolare. Carrie&Lowell supera i
confini della ‘musica rock’ e allo stesso tempo ne rimane all’interno. Si può
dire che risulta essere tra le manifestazioni più rappresentative di un intero
genere, tale da costituirne una delle sue forme canoniche.<o:p></o:p></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-38730650498750949912015-04-13T14:10:00.001+02:002015-04-13T14:10:54.026+02:00RAND PAUL<b><span style="font-size: x-large;">PRESIDENZIALI USA - 2016</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;">RAND PAU</span></b><span style="font-size: x-large;"><b>L</b></span><br />
<span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMmBG6Dn55c7WoucihmY3WsIrYgto7uPacxhw3n0aHxRago8JkIuLHWO3biHra5kJeaYInoFDJjbQfnCn18T5wVKOphpd1CkXX7FOYgBXjwZd52LY33gzf6u800O3J2YPcjkiKmv8PnkmZ/s1600/150407_rand_announcement_ap_1160.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMmBG6Dn55c7WoucihmY3WsIrYgto7uPacxhw3n0aHxRago8JkIuLHWO3biHra5kJeaYInoFDJjbQfnCn18T5wVKOphpd1CkXX7FOYgBXjwZd52LY33gzf6u800O3J2YPcjkiKmv8PnkmZ/s1600/150407_rand_announcement_ap_1160.jpg" height="345" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Il 7 aprile
Rand Paul ha ufficialmente dichiarato la sua candidatura per le Presidenziali
USA del 2016. Lo ha fatto dal Galt House Hotel di Louisville, in Kentucky. I
nomi, in questa storia, sono importanti e forse non del tutto casuali. Rand
richiama subito alla mente Ayn Rand, la leader dell’<a href="https://draft.blogger.com/blogger.g?blogID=7857109254426481318#editor/target=post;postID=9153093440851292582;onPublishedMenu=allposts;onClosedMenu=allposts;postNum=4;src=postname">Oggettivismo</a>, tanto caro al
deputato Ron Paul, padre del neo candidato repubblicano. Ayn Rand è anche
l’autrice del più importante long seller americano, quell’<a href="https://draft.blogger.com/blogger.g?blogID=7857109254426481318#editor/target=post;postID=7940832549336842910;onPublishedMenu=allposts;onClosedMenu=allposts;postNum=3;src=postname">Atlas Shrugged</a> il cui
protagonista si chiama John Galt, come l’hotel dal quale Rand Paul ha fatto
l’annuncio.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Siamo in
pieno zona Libertarian, in quell’area sfocata del Partito Repubblicano che, se
da un lato flirta con il Tea Party, dall’altro potrebbe anche accostarsi
all’ala più radical dei Democratici. E nel suo discorso di candidatura, Rand
Paul ha subito messo in chiaro la propria indipendenza e ha criticato sia i Dem
che il GOP, denunciando il clima di consorteria bipartisan che regna nel
Congresso (“It seems to me that both parties and the entire political system
are to blame. </span></b><b><span lang="EN-US" style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: EN-US;">Big government and debt doubled under a Republican
administration. And it’s now tripling under Barack Obama’s watch”).</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></b></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 12.0pt;">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Ma
il discorso non è stato esaltante. Paul ha parlato molto di sé, della sua
esperienza di chirurgo oculista e della sua campagna umanitaria di operazioni
oculari in Guatemala. Ha raccontato della sua adolescenza e dei vari lavori
fatti quando era studente, dall’imbianchino al giardiniere. E ha affermato che
un individuo deve farsi strada nella vita e nella società grazie alle sue forze
e all’autostima, qualità che solo il lavoro e l’autosufficienza possono
incrementare. Ed ecco citati i suoi figli, che hanno irrobustito la loro
formazione e coscienza di sè anche attraverso il lavoro (“Self-esteem can’t be given; it must be
earned. Work is not punishment; work is the reward”).<o:p></o:p></span></b></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 12.0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Poi il
mantra dei tre punti fondamentali della sua concezione politica</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">: “justice,
opportunity and freedom”, ripetuto varie volte nel corso di un discorso deludente e poco concreto. Ma capace
di infiammare gli accoliti. Senz’altro la raccolta di fondi avrà un buon avvio.<o:p></o:p></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Hillary Clinton, per ora, non ha molto da temere da questo Rand Paul. Ma
siamo solo all’inizio, anzi, al pre-inizio e c’è ancora un anno e mezzo prima
del novembre 2016. <o:p></o:p></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-68142866814103050272015-04-11T19:52:00.003+02:002015-04-11T19:52:54.343+02:00MANDARINI<b><span style="font-size: x-large;">MANDARIINID / TANGERINES</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;">ZAZA URUSHADZE - 2013</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW_BHJxRhhsSRD8jhBTD64QfixJGEsMaPBr12jlXBxfhunCFA3CGHvWlvD7a3KGGSrtyeBkLi8Mbvvi1bcxPvFvTAKLgH7STQxgdL-mtDJitMxRdWexpz82eCS-zTlxNWeR2bF_NqNhfPa/s1600/mandarini+02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW_BHJxRhhsSRD8jhBTD64QfixJGEsMaPBr12jlXBxfhunCFA3CGHvWlvD7a3KGGSrtyeBkLi8Mbvvi1bcxPvFvTAKLgH7STQxgdL-mtDJitMxRdWexpz82eCS-zTlxNWeR2bF_NqNhfPa/s1600/mandarini+02.jpg" height="288" width="640" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Le dramatis
personae sono quattro. Il vecchio Ivo, centro della narrazione e Margus, il
proprietario dei mandarini, entrambi estoni; un mercenario ceceno; un soldato
georgiano. Luogo dell’azione, una vallata della Georgia, dopo il crollo dell’Unione
Sovietica. Situazione di guerra. Comunità in lotta per la terra, in un contesto
plurietnico come quello del Caucaso. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">I fatti si
svolgono tra la casa di Ivo e il vicino agrumeto di Margus, un posto
completamente fuori dal tempo e dallo spazio che la nitida fotografia rende
suggestivo e quasi favoloso. Verde della vegetazione, marroni del legno e del
fango, l’arancio dei mandarini. In questo piccolo mondo semplice e immutabile
irrompe la guerra con l’ottusità e le convinzioni dogmatiche che le sono
proprie, che fanno di ogni parte in campo quella che è convinta di detenere ragione e verità assolute.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Tra le
quattro persone che sono costrette a convivere nella spoglia casa di Ivo e a
dividere il suo povero cibo, si crea, con il passare dei giorni, una certa
intimità, che stempera l’odio violento iniziale e si traduce in una scontrosità
più di maniera che effettiva. Dopo tutto ognuno deve mantenere la propria
posizione dettata dalle differenze di etnia e di religione. Ma la saggezza di
Ivo, fatta di ironiche sottolineature e di amabile sarcasmo, impedisce che la
situazione degeneri. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Sarà di
nuovo la guerra, con le sue incursioni improvvise, a destrutturare l’equilibrio
che, tenacemente, il vecchio Ivo stava imponendo. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Sappiamo già
che qualcosa andrà storto. Sappiamo anche che il film vuole trasmettere il
solito messaggio contro la violenza e la guerra, ma il regista riesce a dosare
con leggerezza e grande umanità gli espedienti del racconto. E quando, sui
titoli di coda, la macchina da presa si innalza, in campo sempre più esteso,
sul paesaggio georgiano all’imbrunire, anche il nostro animo si solleva da
terra, felice ed emozionato per aver visto questo film.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7N3C6JtEBoTjmrXvKthpZkTBRFfIrl8CjdLs0h1j5Q4EiOGdKTQyjnTXz0NZ2vTAhNSonCFFam3Px4CvPBdQwPwG342Mn-RGSUXCBbSmBGBn1N3EXeUHpVSCsnX7vVXCwdtlZatxMgelt/s1600/mandarini+1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7N3C6JtEBoTjmrXvKthpZkTBRFfIrl8CjdLs0h1j5Q4EiOGdKTQyjnTXz0NZ2vTAhNSonCFFam3Px4CvPBdQwPwG342Mn-RGSUXCBbSmBGBn1N3EXeUHpVSCsnX7vVXCwdtlZatxMgelt/s1600/mandarini+1.png" height="284" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-19009053031445737782015-04-05T18:06:00.000+02:002015-04-05T18:06:00.308+02:00GEORGES SIMENON<span style="font-size: x-large;"><b>L'UOMO DI LONDRA, 1933</b></span><br />
<span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW2UVWeii7A3ERtX8WXk3Zm65chTL_c9XUKv8UZohtLir6yAkY0hA3PXpRtZ31pFbneiteMCl99EMLL4Xgry9eA-nA6RwEwqiwyndRzntnBP_q-6-Q9QW8O0v7Os0AFhUKoPeNVenVV-wD/s1600/simenon.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW2UVWeii7A3ERtX8WXk3Zm65chTL_c9XUKv8UZohtLir6yAkY0hA3PXpRtZ31pFbneiteMCl99EMLL4Xgry9eA-nA6RwEwqiwyndRzntnBP_q-6-Q9QW8O0v7Os0AFhUKoPeNVenVV-wD/s1600/simenon.jpg" height="640" width="393" /></a></div>
<span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: 'Segoe Print'; font-size: 13pt; line-height: 19.9333343505859px;">Louis Maloin è addetto agli scambi alla stazione marittima di Dieppe, </span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">dove</span></b><br />
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"><br /></span></b>
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">attraccano i traghetti che provengono
dall’Inghilterra. Fa il turno di </span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">notte</span></b><br />
<br />
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">e la sua vita segue, al minuto, lo stesso ritmo
da anni.</span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"><br /></span></b>
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">“Avevano cenato alle sette,
come al solito”. </span></b><br />
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"> </span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">“La sera quando usciva,
sempre alla stessa ora, esattamente alle otto meno sei…”.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">“Alle otto meno due minuti
passava davanti alla stazione. Alle otto meno un minuto saliva la scala che lo
portava al suo gabbiotto. Era un posto davvero piacevole, il miglior punto di
osservazione di tutta la città”.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">“Di solito andava a letto
subito dopo mangiato, si alzava verso le due”.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">“Di solito, quando
rientrava, mangiava un piatto di carne e un po’ di patate riscaldate, ma
stavolta…”.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">“Cercò di dormire come gli
altri giorni, ma dopo neppure un’ora si alzò”.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">“Di solito Maloin non si
vestiva per il pranzo. Ma questa volta comparve sulla soglia della cucina con
l’abito della domenica”.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Con questi semplici mezzi
espressivi, Simenon manifesta l’essenza del romanzo. La ripetitività
esistenziale (“al solito”, l’ora esatta) e l’evento che interrompe il corso
scandito della quotidianità (“ma stavolta”). Ai quali si aggiunge il “punto di
osservazione”, vero stilema del romanzo, che viene raccontato ‘visivamente’. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Gli accadimenti, specie
nella prima metà del libro, la migliore, sono visti. Simenon conduce la
narrazione secondo un procedimento che è filmico. Dalla cabina di Maloin lo
sguardo spazia sulle banchine del porto, sulla stazione, sulla città. Ma la
genialità dello scrittore belga sta nel fatto che le scene più importanti
avvengono di notte e con la nebbia. Quindi si vedono e non si vedono. E quando
non si riescono a vedere, si odono, attraverso i rumori, le voci, le sirene.
C’è, inoltre, un momento importante del racconto, in cui non volendo far
vedere, si crea uno schermo di vapore che appanna i vetri “del miglior punto di
osservazione della città”, rendendo impossibile la visione.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">La seconda parte del romanzo
è forse meno coinvolgente, ma ha il pregio di anticipare certe situazioni che
Camus avrebbe narrato ne Lo straniero qualche anno più tardi. Come Meursault
anche Maloin si fa trascinare dagli eventi e dal caso. “Quel che più lo irritava
era che le cose sarebbero potute andare diversamente. Tutto era dipeso da una
serie di circostanze.”<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Anche ne L’uomo di Londra
c’è un avvocato assegnato d’ufficio che afferma: “Mi permetto di dirle che non
ne ha imbroccata una”. E anche per Maloin come per Meursault: “Tutti sono
d’accordo nel giudicare rivoltante il suo cinismo”.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;">Ovviamente, non si tratta di
cinismo, ma questo lo sappiamo noi, Maloin e Simenon.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidevnDuWhVPyV9SqTcIXXtAyOCrUk83EA09jvAES6944esBwEdzmsZqx6Fm3BSetkRC6d0YqmnGzh2YhNjq8NLZMVtpdo4ajleUvX1HDdyKPr8G1VoYBB-3SxkDmE0a5qZDp40NwNDj6fM/s1600/man+from+london.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidevnDuWhVPyV9SqTcIXXtAyOCrUk83EA09jvAES6944esBwEdzmsZqx6Fm3BSetkRC6d0YqmnGzh2YhNjq8NLZMVtpdo4ajleUvX1HDdyKPr8G1VoYBB-3SxkDmE0a5qZDp40NwNDj6fM/s1600/man+from+london.jpg" height="287" width="400" /></a></div>
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-54955341770544736712015-03-31T12:52:00.000+02:002015-03-31T12:52:30.842+02:00BRISTOL SOUND<b><span style="font-size: x-large;">SCENA MUSICALE DI BRISTOL </span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;">1979 - 1991</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht6-6LLWup0BwrZ9xQiHfMN-AY9ozZqdr3wgWMiJOz5lF6vtqK3Ble-q-Glfcpc5dUlsmmjHR4GSfTunqWt7ja_ZYatLHyF0LhhF5CWo6WhAG1HM79T7uGZzN3PwGP37K6WmSqHT-swZB7/s1600/maxresdefault.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht6-6LLWup0BwrZ9xQiHfMN-AY9ozZqdr3wgWMiJOz5lF6vtqK3Ble-q-Glfcpc5dUlsmmjHR4GSfTunqWt7ja_ZYatLHyF0LhhF5CWo6WhAG1HM79T7uGZzN3PwGP37K6WmSqHT-swZB7/s1600/maxresdefault.jpg" height="400" width="400" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: 'Segoe Print'; font-size: 13pt;"><b>Oltre l’estuario
c’è il Galles di Dylan Thomas e di John Cale. A Bristol, nella taverna dell’Ammiraglio
Bembow, Jim Hawkins vide entrare “<i>un
vecchio marinaio, alto, forte, dal viso abbronzato, dal codino incatramato falling
over the shoulder of his soiled blue coat”.<o:p></o:p></i></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;"><b>Intorno al
1976 anche tra i kids di Bristol si diffondeva il morbo del rinnovamento
musicale. Alla discarica il sinfonismo e la psichedelica, basta l’incazzatura
contro il mondo per mettere su una band e urlare in faccia ad altri incazzati la
propria rabbia e la propria sfiducia. God Save e The Clash 1977 sono lo
spartiacque generazionale. Se lo hanno fatto Lydon e Joe lo può fare chiunque.
Anche a Bristol. Si forma così il Pop Group, ed esplodono le bombe.<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;"><b>Due album
micidiali e altri pezzi sparsi di estrema potenza e bellezza come Genius or lunatic,
She’s beyond good and evil, Color blind che innascano un’autodistruzione
creativa. Schegge del Pop Group genereranno altri capolavori come il folle jazz
isterico di Rip Rig and Panic o l’hop industriale di Stewart and Maffia, che
vanno a pescare l’inno Jerusalem, di William Blake, e lo fanno diventare il
vertice programmatico del collettivo.<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;"><b>È nell’humus
fertilissimo di Bristol, città natale di Robert Wyatt, che nascerà, tra fine ’80
e l’inizio dei ’90, il trip hop che nelle sonorità dub di Stewart irrobustirà
le proprie radici. Il frutto è Blue lines dei Massive Attack. Gli angoli si
sono smussati, il suono è vellutato ma sotto la levigatura ribolle lo spirito
bristoliano dei quindici anni precedenti.<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt;"><b>Le tappe<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; mso-ansi-language: EN-US;"><b>1979 – Y, The Pop Group<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; mso-ansi-language: EN-US;"><b>1980 – For How Much Longer Do We Tolerate Mass Murder?,
The Pop Group<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; mso-ansi-language: EN-US;"><b>1980 – We Are Time (Compilation), The Pop Group<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; mso-ansi-language: EN-US;"><b>1981 – God, Rip Rig & Panic<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; mso-ansi-language: EN-US;"><b>1982 – Jerusalem, Mark Stewart & The Maffia<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; mso-ansi-language: EN-US;"><b>1983 – Learning To Cope With Cowardice, Mark Stewart
& The Maffia<o:p></o:p></b></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span lang="EN-US" style="font-family: 'Segoe Print'; font-size: 13pt;"><b>1991 – Blue Lines, Massive Attack<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span lang="EN-US" style="font-family: 'Segoe Print'; font-size: 13pt;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRseaa6zQKwyOieBvHVoMflDz51hHnP_atyLiv6obXi3jJiU86nOGlertQQX3C3lGoFuRKm8y-xDpNkEizW3ARIP7syzJlpnaJrjdkvkIb6H-nl3V3dlGqXHGpkDmNCBYZ9nodBvfoG9s5/s1600/MassiveAttackBlueLines.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRseaa6zQKwyOieBvHVoMflDz51hHnP_atyLiv6obXi3jJiU86nOGlertQQX3C3lGoFuRKm8y-xDpNkEizW3ARIP7syzJlpnaJrjdkvkIb6H-nl3V3dlGqXHGpkDmNCBYZ9nodBvfoG9s5/s1600/MassiveAttackBlueLines.jpg" height="400" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span lang="EN-US" style="font-family: 'Segoe Print'; font-size: 13pt;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span lang="EN-US" style="font-family: 'Segoe Print'; font-size: 13pt;"><b><br /></b></span></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-20030957350320730902015-03-28T10:50:00.000+01:002015-03-28T10:50:41.293+01:00SOTTOMISSIONE<span style="font-size: x-large;"><b>A PROPOSITO DI UN ROMANZO</b></span><br />
<span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWjoy-oUdYMji-zauSzg-urEa_OVUSgo1w1XBPIhSykF9RPvHHYyjgfqn65F_MS85mXf9Irm3ijKW5HQ1tYx60-gvacJCV6YWZ8RLe7Ugi73qmY2pHvhOtzE6topLSMp8KeXLFFqmrvKWQ/s1600/Sottomissione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWjoy-oUdYMji-zauSzg-urEa_OVUSgo1w1XBPIhSykF9RPvHHYyjgfqn65F_MS85mXf9Irm3ijKW5HQ1tYx60-gvacJCV6YWZ8RLe7Ugi73qmY2pHvhOtzE6topLSMp8KeXLFFqmrvKWQ/s1600/Sottomissione.jpg" height="640" width="451" /></a></div>
<span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Molto
interessante la polemica intercorsa recentemente sul Corriere tra Ernesto Galli
della Loggia e Elisabetta Sgarbi a proposito di una certa pavidità mostrata dagli
editori francesi e italiani del romanzo Sottomissione di Michel Houellebecq. Secondo
l’opinionista del Corriere, Flammarion e Bompiani – e lo stesso Houellebecq –
hanno rivelato paura di apparire islamofobi nel non dichiarare apertamente,
connotandolo negativamente, il termine Islam nella presentazione del romanzo al
pubblico. Termine che, citando della Loggia
“è rigorosamente bandito sia dalla quarta di copertina dell’edizione
originale di Flammarion sia dalla bandella della traduzione italiana di Bompiani</span>”</b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">. Ci sono state repliche e controrepliche da parte
degli interessati</span></b><b> </b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">(Sgarbi e della Loggia, Corriere della Sera 13, 14, 15
marzo…).</span></b><b> </b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Innanzi tutto
Bompiani ha avuto il merito di pubblicare quello che rimane, polemiche e
successo a parte, uno dei più importanti romanzi usciti negli ultimi anni. Penso
che a Galli della Loggia sia sfuggito questo. Si tratta di un’opera letteraria,
dalla struttura poetica molto complessa, che sviluppa una tesi che va oltre l’ambito
‘artistico’, come ogni opera degna di questo nome di solito fa. Un romanzo ben
scritto e di sostanza che riesce ad illuminare aspetti riguardanti la società
di cui è frutto. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Sottomissione
è un esercizio di stile. Un ottimo esercizio di stile, che si muove prima di
tutto all’interno del genere romanzo, all’interno, quindi, della letteratura. Poi
c’è dell’altro. Molto altro. Come altro c’è nel Candide, in Justine, in </span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">À</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">
rebours. Molti critici hanno parlato di
Sottomissione come se fosse un saggio, mettendone in rilievo aspetti non
supportati da rigorosità scientifica e risultanti, di conseguenza,
approssimativi. Non è questa la lente
con cui dovrebbe essere letto e valutato Sottomissione. C’è da dire, però, che ogni lettore di un
testo ha tutta la libertà di interpretare il testo come vuole ma certe prese di
posizione appaiono pretestuose. Comunque, il fatto che un romanzo susciti
reazioni è una testimonianza della sua importanza.<o:p></o:p></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-40340185759645779782015-02-28T21:39:00.000+01:002015-02-28T21:39:21.282+01:00THE POP GROUP<b><span style="font-size: x-large;">CITIZEN ZOMBIE - 2015</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuBA6ZjVhFmcyrGn97_0FD9SaFGKA3yZH7Hd_iwCczQmh28KGw5vX11iqMXtTRBzXwwvkOzDkoB_UDKM57uPlN0Qjv5znv-b4elUhxa-ZhIsJX1XY0p5RnXCwd2uQo1Cz8gjGa_jgyit0m/s1600/POP.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuBA6ZjVhFmcyrGn97_0FD9SaFGKA3yZH7Hd_iwCczQmh28KGw5vX11iqMXtTRBzXwwvkOzDkoB_UDKM57uPlN0Qjv5znv-b4elUhxa-ZhIsJX1XY0p5RnXCwd2uQo1Cz8gjGa_jgyit0m/s1600/POP.jpg" height="480" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><span style="font-size: small;">Bruce Smith e Mark Stewart </span></b></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Un paio di
album tra 1979 e 1980, giusto per segnare una svolta nel tracciato della contromusica
giovanile. Quei ventenni “vestiti di grigio prima di Ian Curtis, che veniva ai
nostri concerti con Julian Cope”, sul palco incarnavano il puro nichilismo più
degli stessi Pistols, ormai canonizzati. Sarebbe seguita altra musica,
incasellata sotto varie etichette, attribuita a molteplici nomi. E si diventa
presto reduci, della serie “noi eravamo tutto prima”. Si coltiva il proprio
culto di cult-band e si vive di esso. Mark Stewart ha continuato ad essere il
giovane Mark Stewart per una vita intera.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Dopo trentacinque
anni il Gruppo torna con una ‘nuova’ raccolta di inediti. Un nuovo album del
Pop Group, con la stessa lineup del 1980. Per chi li ascoltava allora si tratta
di un evento, da prendere con le molle. Perché operazioni come questa, in
genere, sono patetiche e, di conseguenza, tristi. I quattro vanno per i
sessanta e dalle varie interviste rilasciate da Stewart negli ultimi anni, tra
le quali una molto bella a The Quietus, sembra proprio che nulla sia cambiato
rispetto al ventenne iconoclasta. Anche le foto ‘promozionali’ del Pop Group
fanno stringere il cuore. Si prova una certa soggezione di fronte al nuovo
prodotto ed anche la paura di una delusione. Sarebbe quasi meglio lasciar
perdere. Invece la tentazione è troppo forte, l’album va ascoltato.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">C’è forse
dell’ironia nel titolo Citizen Zombie, e sarebbe la cifra giusta per una
reunion come questa, ma immediatamente, dalle prime note, non c’è alcun dubbio:
è il Pop Group e gli zombie della title-track d’apertura sono gli altri, le
masse stordite dal consumismo. Concetto non proprio originale! Stewart si
prende molto sul serio. È, come sempre, convinto di essere il più grande situazionista
in circolazione. Gareth Sager non tradisce il suo amore per la musica nera, in
particolare per il funk, il marchio che caratterizza il Group da We Are All Prostitutes
e She’s Beyond Good and Evil.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Superato lo
‘shock temporale’ di essere ripiombati a trentacinque anni fa, il disco si ascolta
volentieri. Ci si diverte, si sta allegri. Il meglio dell’album si trova nelle
tracce ‘ballabili’, da “haunted dance hall”, dove il Bowie del periodo Nile
Rodgers si coniuga con quello abrasivo della trilogia berlinese.<o:p></o:p></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Dopo ripetuti
ascolti, ci si sente sollevati, Citizen Zombie regge. La paura di un penoso ritorno
svanisce di fronte all’entusiasmo dei quattro, che ci danno dentro con lo
stesso spirito di Y.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSmtpTQbnllrS2CSO-s-IFhKMb5esH4StJgmz52BCoHALY0FhC4ZdiokhiYKocC566U8ZBzJ_rh1uimOGU6fNe5qFn8J76VhR3ddQNtmZJkNbmQSESqqT_E5WDnMWu5RyMREAj4F5MtrFM/s1600/The-Pop-Group-Citizen-Zombie.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSmtpTQbnllrS2CSO-s-IFhKMb5esH4StJgmz52BCoHALY0FhC4ZdiokhiYKocC566U8ZBzJ_rh1uimOGU6fNe5qFn8J76VhR3ddQNtmZJkNbmQSESqqT_E5WDnMWu5RyMREAj4F5MtrFM/s1600/The-Pop-Group-Citizen-Zombie.jpg" height="400" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-64624602000071825812015-02-14T19:35:00.001+01:002015-02-14T19:35:45.990+01:00MICHEL HOUELLEBECQ<b><span style="font-size: x-large;">SOTTOMISSIONE - 2015</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjecctlN5pKz9J-cyWp2dlUjb75Ai0hJScxyhrHzttEa-AVx9Gbqj-OJBDGvUJam2hX0IsyRQ63vyfJ7IbzHKNZ9UEvmy3acirkXf2tofIfQuR_Nhmm72W7FwRZwUGET_u0NwPmPNxLO3fr/s1600/houellebecq.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjecctlN5pKz9J-cyWp2dlUjb75Ai0hJScxyhrHzttEa-AVx9Gbqj-OJBDGvUJam2hX0IsyRQ63vyfJ7IbzHKNZ9UEvmy3acirkXf2tofIfQuR_Nhmm72W7FwRZwUGET_u0NwPmPNxLO3fr/s1600/houellebecq.jpg" height="315" width="640" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Tesi
socio-politica up-to-date e molto ruffiana; autore decisamente antipatico;
grandeur francese che fa rabbia; fortuna smaccata che farà vendere milioni di
copie. Eppure il romanzo c’è, ed è anche scritto maledettamente bene, tanto che
sarebbe diventato comunque un caso, indipendentemente dalle circostanze nelle
quali si è trovato ad uscire.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Houellebecq
sposta le traiettorie del presente in avanti di sette anni, tanto da
permettergli di utilizzare le ‘figure’ reali del panorama politico-mediatico
attuale, così da dare verosimiglianza alla storia, alle quali affianca
sorprendenti new entries di finzione. Entro questa cornice futuribile si muove
il protagonista che vuole essere il palinsesto dell’uomo nichilista occidentale,
non sull’orlo, ma già irrimediabilmente sprofondato in una crisi ‘millenarista’.
François è docente universitario, scapolo, che vive una vita la cui uniche
preoccupazioni sono rappresentate dalle scadenze amministrative. Per il resto
tutto si sussegue senza sussulti: lezioni sull’unico argomento che conosce,
Huysmans; scopate con studentesse o escort scelte da cataloghi in rete;
chiacchierate svogliate con colleghi altrettanto demotivati. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Messo in
scena il protagonista, il romanzo assume il tono di un conte philosophique. Houellebecq
ci spiega come la dinamica demografica è destinata a seppellire la società
francese/occidentale nata dall’Illuminismo. Ma il romanzo diventa anche un
testo di critica letteraria, nel quale si ricostruisce la vicenda esistenziale
di Huysmans attraverso la sua produzione letteraria, quasi un universo
parallelo a quello di François che infatti si troverà a far tappa negli stessi
luoghi biografici dello scrittore tardo-romantico. Ci sono anche altri livelli
di racconto, quasi un excursus tra generi diversi: romantico-sessuale, esistenziale,
apocalittico. Houellebecq riesce a gestire e a tenere insieme questi sub
romanzi, dando a Sottomissione il ritmo giusto, in cui tutto è funzionale alla
tesi che costituisce la struttura del testo.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Leggendo qualche
recensione ho notato che molti critici hanno cercato di isolare, nel romanzo,
alcuni temi giudicandoli ridicoli o fuori luogo (in particolare, sembra che
abbiano suscitato interesse le scene di sesso) oppure hanno bocciato la visione
complessiva di Huellebecq stimandola irrealistica. Ripeto, credo che
Sottomissione proponga la visione coerente di un romanziere in cui ogni particolare
trova giustificazione nello sviluppo del testo stesso, dimostrando la maturità
creativa dell’autore.<o:p></o:p></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-69099143478510291212015-02-10T18:57:00.000+01:002015-02-10T18:57:57.371+01:00ABDULLAH IBRAHIM<b><span style="font-size: x-large;">EKAYA - 1983</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;">MINDIF - 1988</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirGaG83haJph3oc3cPoaOt9H_ujjJ8hLLMSSxBHWpC7kP72jx1oa7xwp_El3OQrHVblmfHTBZzMQGmRKTXpriBGbFt7CdbatXdyCCE2vH8ZiYkLVW8gp5erni_NrGSPu4UT1fOPwRS2jI6/s1600/dollar.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirGaG83haJph3oc3cPoaOt9H_ujjJ8hLLMSSxBHWpC7kP72jx1oa7xwp_El3OQrHVblmfHTBZzMQGmRKTXpriBGbFt7CdbatXdyCCE2vH8ZiYkLVW8gp5erni_NrGSPu4UT1fOPwRS2jI6/s1600/dollar.jpg" height="272" width="400" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">I ragazzi
si erano dati da fare tutto il pomeriggio per montare un assito di tavole. Ora che
il sole, basso sull’orizzonte, dava tregua, si erano messi a sedere sulla
sabbia e si passavano le bottiglie di birra. Una brezza salsa saliva dal mare e
accarezzava, rinfrescandola, la pelle. Dai fornelli, dietro i cespugli dei
tamarindi, salivano profumi invitanti. A levante il cielo era di un indaco
intenso. Tra poco sarebbe spuntata la luna.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">I musicisti
si stavano preparando, qualche nota isolata illanguidiva la spiaggia. Incitamenti
e battiti di mani erano il preludio della festa. Partì discreto il suono del
gambray, delineando un movimento sinusoidale su cui s’inserì il flauto. Del sole
restava una luminescenza verdastra sopra la linea scura dell’orizzonte. Dopo la
sognante introduzione la festa entrò nel vivo. I colori di un mercato africano
scoppiettavano sostenuti dalle frasi dei sax. Si alzarono tutti e cominciarono
a ballare sull’instabile pista di legno.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">I sette
musicisti tirarono per una decina di minuti poi si presero una pausa con un
brano più lento: un misto di blues del Delta e milonga portegna , dei quali
tuttavia non aveva la tipica tristezza ma la sensualità contagiosa. L’assolo
del bassista si sovrapponeva alla risacca che si infrangeva sui ciottoli della
battigia.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Il ritmo
tornava ad accendersi spinto dai chiari accordi delle tastiere che duettavano
con i fiati, tra i quali si facevano largo per l’assolo, il sax tenore e il
trombone. Nessuno poteva resistere. Nella sera c’erano sentori di deserto
arabico e di Caribe, di western jazz e di foresta vergine. Una serata
indimenticabile.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPDV0TJ_8iapnN81JCFKPCxAtp1U-N3W0c3VO55Ez-m7DoyIJScMaFfZGbh95xnb_Tij8ALxCaGxt-NmaBkudjTqHOb7F1NmvWEb05m8buBmayLrXelgmCbc0JQ8CGCQxUnfYLlK73taSL/s1600/mindif.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPDV0TJ_8iapnN81JCFKPCxAtp1U-N3W0c3VO55Ez-m7DoyIJScMaFfZGbh95xnb_Tij8ALxCaGxt-NmaBkudjTqHOb7F1NmvWEb05m8buBmayLrXelgmCbc0JQ8CGCQxUnfYLlK73taSL/s1600/mindif.jpg" height="320" width="320" /></a></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<br />
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><i>Dollar
Brand, Abdullah Ibrahim dopo la conversione all’Islam nel 1968, è un musicista
sudafricano. Nato nel 1934 al Capo, ha suonato con i più grandi musicisti jazz.
Ad ottant’anni suonati, continua a fare concerti in giro per il mondo. L’album
Mindif è la colonna sonora del film Chocolat, della sottovalutata regista
francese Claire Denis.</i><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><i><br /></i></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><i><br /></i></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-28203414990491625482015-02-09T11:31:00.000+01:002015-02-19T10:48:16.358+01:00WHIPLASH<b><span style="font-size: x-large;">WHIPLASH</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;">DAMIEN CHAZELLE - 2014</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPQMoAtSWTROOQsKKNkNXGT0rICMcnzqHksOpPHWtVsVHUFWfnvwFE_G8gOWYNMHT-xaX0ZtoUBGkRxR-NO9rzQWGCeddSbTg5V-bTDh8O2I9mPMIcD-cOBilwe9ddYWydm9OelCayPqqy/s1600/whiplash.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPQMoAtSWTROOQsKKNkNXGT0rICMcnzqHksOpPHWtVsVHUFWfnvwFE_G8gOWYNMHT-xaX0ZtoUBGkRxR-NO9rzQWGCeddSbTg5V-bTDh8O2I9mPMIcD-cOBilwe9ddYWydm9OelCayPqqy/s1600/whiplash.jpg" height="246" width="400" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">All’entrata
del maestro di musica in classe gli allievi restano immobili, sembra quasi che
non possano respirare. Asciutto, militaresco, vestito di nero, occhio acceso
dalla febbre per il suo lavoro più che per la musica in sé. Ma le passioni, se
superano un certo limite, diventano ossessive, morbose.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Andrew ha
diciannove anni, più che la passione per la musica ciò che lo motiva è il
desiderio di primeggiare, che lo porta ad isolarsi, a guardare gli altri come
sfidanti da sconfiggere. Tale atteggiamento competitivo, più che del musicista è tipico dello sportivo.
Anche Andrew supera il limite. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Whiplash racconta
questo superamento del limite, che diventa per entrambi ossessione, il quale,
indipendentemente dalla musica, deve manifestarsi con l’esibizione dello
scalpo, del trofeo, sia esso la vittoria al concorso scolastico o la conquista
del posto di batterista base. Questo è molto distante dallo spirito musicale,
artistico, umanistico. Ma di umanistico, e verrebbe da dire, di umano, c’è ben poco nel rapporto tra maestro e
allievo.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Nella prima
parte del film viene raccontato l’incontro, l’immediato riconoscimento e l’impostazione
relazionale tra i due protagonisti. I quali hanno capito tutto fin da subito,
quindi ciò che il regista propone è un crescendo di situazioni, verrebbe da
dire inutili, che giungono al sadismo. Il maestro, ovviamente più navigato,
conduce il gioco al massacro e di vero e proprio massacro si tratta, con
relativo spargimento di sangue. Gocce di sangue sporcano la batteria. Tale cattiveria
non può essere giustificata dall’assunto educativo che non bisogna mai gratificare
l’allievo dicendogli ‘ben fatto’. Secondo il maestro, infatti, solo
mortificando l’allievo si potrà ottenere da lui il massimo.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Se la tesi
che il regista propone è fastidiosa e discutibile, non per questo il film non è
riuscito. Tutt’altro. Nella parte finale si succedono sorprese e cambi di
prospettive emozionali che ribaltano continuamente le situazioni. Regia da
migliori serie Tv (Glee, Fame); attori un po’ troppo da Metodo Stanislavskij.
Ottimo prodotto. <o:p></o:p></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-64141766224136544792015-01-27T12:44:00.001+01:002015-01-27T12:45:16.362+01:00HOLOCAUST MEMORIAL DAY<b><span style="font-size: x-large;">GENNAIO, 27</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;">GIORNO DELLA MEMORIA</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeE6Ilkmc_sbrlDn0qLv64qFQ2nM13YEyPO1WxuxZJDOEIhtZ3trbhN5yrTkplQrjGZfWKngqM8Yueeop1qPHkTMtJnK2JHer2zMbHXXkKI_ICX65cYTcqVxEwEuIU-IEeplw1mVAg26AG/s1600/bruno_canova_large.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeE6Ilkmc_sbrlDn0qLv64qFQ2nM13YEyPO1WxuxZJDOEIhtZ3trbhN5yrTkplQrjGZfWKngqM8Yueeop1qPHkTMtJnK2JHer2zMbHXXkKI_ICX65cYTcqVxEwEuIU-IEeplw1mVAg26AG/s1600/bruno_canova_large.jpg" height="332" width="640" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Cadono
nella notte sinistra i tonfi plumbei di quattro stivali Nazisti che passano
nella strada sotto a noi. Mostruosa regolarità del passo teutonico. Cosi nella
notte astrologica cammina 1 Golem. Di fronte alla meccanicità di questo passo,
di fronte al suo automatismo, il passo degli altri popoli, di tutti gli altri
popoli, è un passo </span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">«</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">fatto a
mano</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">».
</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Voi li credete uomini costoro, e
sono in verità casse di esplosivo montate su un paio di gambe automatiche, che
si muovono per impulso di un maligno e inesorabile congegno.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Siamo in
cinque, chini sulla radio, a frugare nel groviglio delle lingue ostiche, che si
accavallano nel minimo volume di voce. Passa attraverso la cassetta sonora un
nastro di favelle irte di consonanti, come un ramo di spine. D'un tratto all'apparire
di una voce francese, si apre una radura in mezzo alla foresta delle lingue. La
voce: </span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">«</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Abbiamo notizia che in Francia, in un campo di
concentramento, è morto lo scrittore Max Jacob...</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">»</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Per gli
altri quattro questa notizia non ha senso; non ha senso </span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">«</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">individuale</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">»</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">.
Per me, sì: per me soltanto. Ed è una notizia
tremenda. Una notizia nella quale convergono più notizie: più significati:
tutti i significati di questa non solamente guerra, ma </span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">«</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"> ira di Dio</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">»</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">
che i Gòlem hanno scatenato sul mondo. Guerra, e assieme deportazione e
sterminio di popoli; guerra e assieme crudeltà e tortura; guerra e assieme
strozzamento di quanto è umano quaggiù e ha forma, sentimento, dignità di </span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">«</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">uomo</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">»</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">. </span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">La notizia che l'uomo più libero del mondo, lo
scrittore di mano più leggera, il poeta più pratico di gioco - la notizia che
Max Jacob è morto in un campo di concentramento (era di razza ebraica e doveva
essere vicino ai settant' anni) mi apre tutta la spaventevole cavità di questa
negra bocca che si è spalancata e va ingoiando alla rinfusa il bene e l’onesto,
la vita e il ricordo, la realtà e la finzione, la poesia e la prosa, e la
stessa facoltà che aveva l'uomo di morire </span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">«</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">secondo
natura</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">»</span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">. Anche la morte - nostro estremo rifugio:
anche la morte il tedesco l'ha deformata e l'ha uccisa.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">ALBERTO SAVINIO, Roma, inverno 1944</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcUq85FxHBZpzIwvwTNbJerEvoDLz_ID8GFK6Z2ltBU82GQKUATjHJlGDrifnefTBT-6qN59ZVEfYJhUh65Uv5ufr3zBj4RGAsVRg8Kz_QNfloUtBavuYNQAGiPMOaOTtMAqtzZJX-x-h4/s1600/Bruno-Canova-Una-nazione-padrona-del-mondo-1973.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcUq85FxHBZpzIwvwTNbJerEvoDLz_ID8GFK6Z2ltBU82GQKUATjHJlGDrifnefTBT-6qN59ZVEfYJhUh65Uv5ufr3zBj4RGAsVRg8Kz_QNfloUtBavuYNQAGiPMOaOTtMAqtzZJX-x-h4/s1600/Bruno-Canova-Una-nazione-padrona-del-mondo-1973.jpg" height="311" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI8Og_zlDYXlrD7YsmYAMT6wl92LT-AgG-U_wD3KqmolZCV7cIJJUSj1_H0aqN2E1vm-0eSot7bw2Kj9tf11Hv1-Z3Re9BxyynSY-DqkfVYdFHkoP6enfoPF2V19g1EGEsHG9TUvAm6jgT/s1600/Bruno-Canova+1938.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI8Og_zlDYXlrD7YsmYAMT6wl92LT-AgG-U_wD3KqmolZCV7cIJJUSj1_H0aqN2E1vm-0eSot7bw2Kj9tf11Hv1-Z3Re9BxyynSY-DqkfVYdFHkoP6enfoPF2V19g1EGEsHG9TUvAm6jgT/s1600/Bruno-Canova+1938.jpg" height="400" width="292" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><i><br /></i></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><i><br /></i></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><i>Le opere fanno parte del ciclo 'L'arte della guerra' di Bruno Canova (1970 - 1980)</i></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-60409425834091169522015-01-26T12:40:00.000+01:002015-01-26T12:40:35.833+01:00THE DROP<b><span style="font-size: x-large;">CHI E' SENZA COLPA</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;">MICHAEL R. ROSKAM - 2014</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAxp5Vn8Iyi4bLqvHBMqC4aLR3mDM39-MKBT_jnxWbOxJv0U_cdfFNBMyNONxyN44KrX9Oik782EuYJXlWuwS7thfupiKQnI-EPhlFhKcTo6mwQKT3Ri2575YAfzqXCh3jT9fA2w46LuSu/s1600/james-gandolfini+the-drop-movie.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAxp5Vn8Iyi4bLqvHBMqC4aLR3mDM39-MKBT_jnxWbOxJv0U_cdfFNBMyNONxyN44KrX9Oik782EuYJXlWuwS7thfupiKQnI-EPhlFhKcTo6mwQKT3Ri2575YAfzqXCh3jT9fA2w46LuSu/s1600/james-gandolfini+the-drop-movie.jpg" height="326" width="640" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Al posto
delle chiese cattoliche sorgeranno condomini dai vetri colorati. Il quartiere
della grande città è un villaggio dove tutti si conoscono. Polacchi, latinos,
ceceni. Il bar in fondo alla strada è un ritrovo di amici, dove si parla di
Super Bowl, dei prossimi tagli al welfare e come si farà con i vecchi all’ospizio.
Vita quotidiana circoscritta entro i limiti di qualche isolato. Manhattan è
lontana, sull’altra riva. </span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Nelle esistenze vuote dove tutti si conoscono ma sono
e si sentono profondamente soli, possono capitare fatti insoliti che vengono
anch’essi accolti come se fossero routine, incapaci di scalfire cuori
inariditi. Braccia amputate, mazzette di banconote insanguinate, cadaveri
disciolti nella soda caustica, esecuzioni spicciole senza troppe esitazioni.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">La trama è
solida, tratta da un romanzo di Denis Lehane (Mystic River, Shutter Island) che lo stesso autore ha sceneggiato per il
film. Il regista è il belga Michaël R. Roskam, </span></b><b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">conosciuto
grazie al bel <a href="http://ortioricellari.blogspot.it/2012/02/rundskop-bullhead.html">Rundskop</a>. I colpi di scena avvengono quasi casualmente e li accettiamo
con la stessa rassegnazione con cui vengono accettati dai personaggi del film. </span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Ruoli
ben definiti, anche quelli secondari e recitazione di alto livello. Colonna sonora
misuratissima e fotografia che si adegua perfettamente alle situazioni. Un film
senza effetti, di vera sostanza, che trasmette un messaggio atroce: quanto sia
ormai diventato banale il male e quanto ci si stia assuefacendo a questa
verità.</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></b></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-14879742413737846132015-01-25T14:06:00.001+01:002015-01-25T14:06:52.081+01:00UMBERTO ECO<b><span style="font-size: x-large;">NUMERO ZERO - 2015</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkQKCBQFrl6HTO6Mz9t4htGEp39kOZWBvOPrcaxwvj15J974rFZJgp2-TwpLAk_8fkeCPz6r87Ot6Xi39s1-Qki-mJ_SJ24lRZQtoanoEzLbsmSzwLQ_SGf3Nlh2J1BtRzfK2JvIY2-0SW/s1600/eco.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkQKCBQFrl6HTO6Mz9t4htGEp39kOZWBvOPrcaxwvj15J974rFZJgp2-TwpLAk_8fkeCPz6r87Ot6Xi39s1-Qki-mJ_SJ24lRZQtoanoEzLbsmSzwLQ_SGf3Nlh2J1BtRzfK2JvIY2-0SW/s1600/eco.jpg" height="272" width="640" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">L’ultima ‘fatica’
di Eco è puro divertissement. Un romanzetto televisivo che si consuma in un
lampo come la lettura ”di una rivista per coiffeuse pour dames e sale d’aspetto
dei dentisti”, per citare lo stesso Eco. O meglio, come lo script di una
trasmissione di approfondimento tipo Rai Storia oggi, Rai Tre nel ’92, per dare
un senso all’aggettivo televisivo. E nelle ultime pagine si verrà a sapere che
tutte le colpe – o i meriti – sono, guarda caso, di Corrado Augias e del suo
Telefono Giallo. </span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">A tal proposito, ricordo una puntata di quella trasmissione
targata Guglielmi in cui si affrontava un fatto di cronaca, avvenuto la notte
di San Giovanni nella necropoli etrusca di Veio. Un ospite in studio metteva in
evidenza che “proprio nella stessa notte inizia l’ultimo romanzo di Umberto Eco”,
e Augias ammetteva candidamente di non saperlo.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">La lettura
di Numero Zero è spassosa. Le riunioni di redazione che vogliono attuare
campagne diffamatorie, strumentalizzazioni, allusioni surrettizie sono quelle
già descritte, per non andare troppo lontano, da Bellocchio in Sbatti il mostro
in prima pagina. Anche se il regista usava una chiave politico-psicologica,
mentre Eco usa il registro semiologico-enigmistico, molto più adatto ad una
graphic novel. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
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<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Altro tema
è quello del complotto, chiodo fisso di Eco, che se la cava da maestro nel
condensare in poche pagine tutti i misteri d’Italia, dalla morte di Mussolini alla
strage di Capaci. È questa la parte migliore del romanzetto, che viene narrata
dal giornalista Braggadocio. </span></b></div>
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<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
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<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Interessante sarebbe fare l’indice dei nomi
citati, tra i quali salterebbe agli occhi un’assenza. Quella di Mino Pecorelli,
ma forse proprio il giornalista di OP potrebbe celarsi dietro al vero Tusitala
di Numero zero, Braggadocio, appunto. Il quale, tra l’altro, ripesca, genialmente,
la storia di Antonio Boggia.<o:p></o:p></span></b></div>
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<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
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<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Se questa è
la parte riuscita, debole, debolissima è la vicenda ‘rosa’ che lega il
narratore principale a Maia. Nelle battute finali assistiamo ad un dialogo che
annovera battute quali: “Il mondo è un incubo amaro. Io vorrei scendere, ma mi
hanno detto che non si può, siamo su un rapido senza fermate intermedie”.<o:p></o:p></span></b></div>
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<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
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<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">La lettura
di Numero Zero è divertente, gustosa, intelligente, vera letteratura di consumo
ma non definiamolo un capolavoro. Sciascia, per fare un esempio, è ben altra
cosa.<o:p></o:p></span></b></div>
<br />
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<br /></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7857109254426481318.post-66698305233314088112015-01-20T19:48:00.001+01:002015-01-25T16:25:43.088+01:00Il JIHAD IN CLASSE<b><span style="font-size: x-large;">DOPO PARIGI - GENNAIO 2015</span></b><br />
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b>
<br />
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<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Sono anni
che nelle mie classi affronto temi quali l’Islam, il Medio Oriente, il
terrorismo islamista, l’islamofobia, la questione israelo-palestinese. I fatti
di Parigi e la forte copertura mediatica ad essi dedicata hanno scosso molto i ragazzi, i quali hanno
manifestato l’esigenza di conoscenza. Il forte impatto iconico di alcuni
momenti della cronaca degli ultimi mesi, quali le decapitazioni dell’ISIS, il Nobel
per la pace a Malala, l’esecuzione sul marciapiede di Parigi, lo slogan virale
je suis Charlie, ha suscitato interesse e
voglia di approfondimento in alunni altre volte passivi e annoiati.<o:p></o:p></span></b></div>
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<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">In questi
giorni ho affrontato l’argomento partendo dalla lettura ed analisi di un articolo
di Tahar Ben Jelloun, il quale, secondo me, già dal titolo, possiede una carica
dirompente in quanto rovescia l’idea corrente e fa degli islamici le prime
vittime della violenza jihadista. Infatti, subito alla lettura del titolo, si
sono alzate le mani per intervenire. <o:p></o:p></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Ecco l’articolo
come è stato presentato in classe su grande schermo.<o:p></o:p></span></b></div>
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<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
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<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinTeGGCliSkRN75QijSgU02rcp5rYUkCoy3DcTOBZPOaZUoBcmEZZanHi8I7RkmRr0IvtQBlxb-ZXdwrG7JPC4ufh72UnGgMM8ujjwd3QvotZRqiL60_scyIp7wpRX4CPjVWxeeEG4tKxn/s1600/jihad.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinTeGGCliSkRN75QijSgU02rcp5rYUkCoy3DcTOBZPOaZUoBcmEZZanHi8I7RkmRr0IvtQBlxb-ZXdwrG7JPC4ufh72UnGgMM8ujjwd3QvotZRqiL60_scyIp7wpRX4CPjVWxeeEG4tKxn/s1600/jihad.png" /></a></div>
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<b><span style="font-family: "Segoe Print"; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
eustakihttp://www.blogger.com/profile/04124079765527028930noreply@blogger.com0