cinema

martedì 12 maggio 2015

MICHEL HOUELLEBECQ

LE PARTICELLE ELEMENTARI - 1998



Le particelle elementari finisce quando avrebbe dovuto cominciare. Il romanzo parte da un’idea interessante. Il genere umano, come lo conosciamo oggi, non esiste più. È stato sostituito da una nuova specie di immortali a cui si è pervenuti grazie alle ricerche di biologia molecolare sviluppate da Michel Djerzinski. Houellebecq descrive, in parallelo, le vite del biologo e di suo fratello, per parte di madre, Bruno.

Tramite Michel e Bruno viene attraversata la seconda metà del Novecento, con particolare riferimento ai decenni Settanta e Ottanta, quelli che evidentemente lo scrittore conosce direttamente.

Delle vicende biografiche dei due protagonisti, Houellebecq ci squaderna nei minimi dettagli la vita sessuale. Iperattiva per Bruno, quasi astinente quella di Michel. Lo scopo è di testimoniare non la decadenza, ma la fine della civiltà occidentale. Simboli di un tale sfacelo e conseguente inizio di una nuova era sono il sesso e il vitalismo che si trasfigurano nel narcisismo e nella morte. Non a caso tutti i personaggi del romanzo sono segnati da una brutta fine. Tre suicidi e un internamento in un ospedale psichiatrico.

Tracciando il percorso esistenziale dei due fratelli, Houellebecq ha modo di ricapitolare quanto accaduto sulla scena intellettuale francese. Con “perfida destrutturazione” vengono  passati in rassegna tutti i suoi miti culturali. ”La risibilità globale in cui erano improvvisamente precipitati, dopo decenni di insensata sopravvalutazione i lavori di Foucault, Lacan, Deridda, Deleuze…aveva gettato discredito sull’insieme degli intellettuali che si definivano di scienze umane”, commenta il Narratore. Il quale fa dire a Philippe Sollers: “Tutti i grandi scrittori sono dei reazionari. Balzac, Flaubert, Baudelaire, Dostoevskij: reazionari”. In un simile sfascio culturale non poteva mancare il recupero di Nietzsche. “Ho una visione nicciana della vita. Nicciana sullo scadente”, blatera Bruno.

Houellebecq fa di tutto per rendersi antipatico, sfidando il lettore con pugni tirati a destra e a manca, da buon snob decadente. Ma il romanzo deve essere giudicato di per sé, indipendentemente dall’autore. In questo caso, contrariamente a Sottomissione, Le particelle elementari è, a voler essere indulgenti, un mezzo fallimento.


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