FIRENZE - PALAZZO STROZZI 2014
Sposalizio della Vergine, Firenze, San Lorenzo, 1523 |
Il quadro
riproduce una scena affollata. Le molte figure di contorno si affollano
serrando i protagonisti in uno spazio ristretto. Si tratta dello Sposalizio della Vergine, in
cui Maria è vestita di lini colorati – oro, lilla, azzurro, verde , ottanio –
degni di un campionario di filati e Giuseppe è giovanissimo e atletico con
calzari eccessivamente sofisticati. Incombente sui giovani sponsali il
sacerdote in sopratunica viola. Altri Sposalizi più famosi lasciavano il campo
aperto, il Rosso genera un senso di agorafobia che giustifica il giudizio del
sempre ciarliero Vasari: “Era anco tanto ricco di invenzioni che non
gl’avanzava mai niente di campo nelle tavole”. Lo stesso Vasari, mediceo
per eccellenza, sempre a proposito del repubblicano Rosso, infila una serie di
acide notazioni: “Faceva gli Apostoli
carichi molto di panni e troppo di dovizia di essi pieni”; “[A Roma] fece un’opra,
della quale non dipinse mai peggio a’ suoi giorni”. Va detto che lo stesso
Vasari per un suo Compianto su Cristo deposto dalla croce copierà
sfacciatamente proprio il Rosso.
In gioventù
si andava a Volterra giusto per il Rosso. Il suo forzare le righe, il voler
distinguersi dal formalismo scialbo del maestro Andrea Del Sarto, il voler
divergere, anche eccedendo, dalle tendenze allora in voga a Firenze, lo facevano
un eroe. E quindi un genio del pennello a prescindere. Si rimaneva estasiati
dalle vesti squillanti con i loro spigoli vivi, dalla soldataglia con facce
ferine, dai santi scarnificati da sembrar diavoli, da croci e scale.
In odor di
Savonarola anche quando il frate era in disgrazia, antimediceo quando il casato
aveva ripreso il potere, Rosso che si firmava Rubeus fiorentini non era
destinato ad essere profeta in patria. Finirà i suoi giorni – suicida secondo
il Vasari – alla corte di Francesco I a dar lezioni di stravaganze raffinate
agli artisti cortigiani.
Oggi la
bellissima mostra di Palazzo Strozzi ci rende un pittore che è meno geniale
rispetto alle nostre infatuazioni giovanili e ai veri geni del suo tempo ma che
resta comunque un alternativo e per questo degno di essere apprezzato. Chi subisce
un ridimensionamento dalla mostra è il lezioso Pontormo. Belli i colori, belle
alcuni visi di madonne ma ci si ferma lì.
La rassegna,
oltre a due notevoli tavole di Fra’ Bartolomeo, offre l’opportunità di rivedere
la video opera di Bill Viola sulla Visitazione di Carmignano che a suo tempo,
1995, aveva suscitato tanti entusiasmi e che oggi sembra sentire il peso del
tempo. Una ventina d’anni che sembran secoli.
Particolari
da: Deposizione di Sansepolcro, Madonna in trono degli Uffizi, Deposizione di
Volterra
La mostra cerca invano di opporre il rude Rosso al frivolo Pontormo. Ma la tua spiegazione è più convincente.
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