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domenica 10 ottobre 2010

JOHNNIE TO

JOHNNIE TO
Scorciatoie filmografiche - parte 3













Si giunge a Mad detective del 2007, girato a quattro mani assieme al sodale Ka-Fai Wai, e To riesce ancora a sorprenderci. Nel prologo viene presentato il ‘mad detective’ Bun che riesce a risolvere i casi grazie al metodo Stanislavskij di immedesimazione con le vittime e le conseguenze sono ovviamente estreme. Dopo un salto temporale l’ormai ex detective viene utilizzato per risolvere un difficile caso dal giovane ispettore Ho, che ad inizio carriera era rimasto impressionato dal metodo investigativo di Bun. Espulso dalla polizia Bun vive circondato dalle materializzazioni delle sue visioni. Egli infatti ha la facoltà di vedere e credere reali le varie personalità che convivono nello stesso individuo. Sullo schermo sono quindi presenti personaggi sia reali che immaginati dal protagonista in un continuo gioco di specchi che trova perfetta corrispondenza concettuale, visiva e cinefila nella scena finale. Nel caso da risolvere torna il motivo dell’arma d’ordinanza perduta che rappresenta anch’esso una scissione tra l’uomo e la sua estensione identificativa, e le identità nel corso del film si moltiplicano, forse anche troppo.

Due anni dopo To è presente alla Croisette per presentare il suo nuovo film ‘francese’ Vendicami.
Francese perché questa volta il genere da omaggiare è il polar melvilliano, mai trascurato ma qui esplicitamente omaggiato. In particolare il film di riferimento è Le samourai, titolo orientale per un Delon molto zen che avrebbe dovuto essere il protagonista di Vendicami, rimpiazzato da un Johnny Hallyday dalla perfetta faccia dallo sguardo asimmetrico.
Dopo un inizio agghiacciante, il film procede per i consueti binari, con le solite belle sparatorie, i convivi e le interazioni tramite linguaggi non verbali tra i ‘ragazzi del gruppo’. Anche qui vale la regola che quando viene inquadrata una pistola essa sparerà e allo stesso modo una pallottola conficcata in testa non tarderà a produrre i suoi effetti, così si scivola quasi in film parallelo, incosciente, svagato. Resta l’impressione che Vendicami non sia un film pienamente riuscito nonostante siano presenti tutti gli ingredienti del cinema di To. Affiorano tracce di stanchezza e ripetitività.

giovedì 1 luglio 2010

JOHNNIE TO

JOHNNIE TO
Scorciatoie filmografiche  Parte 2

Nel 2003 To gira Breaking news. Film meno leggero di PTU, si basa su un messaggio forte e impegnato che finisce per appesantirlo. Si tratta di una riflessione sul sistema della comunicazione in cui non esiste più la differenza tra buoni e cattivi ma tutto fa riferimento al messaggio, a come esso viene manipolato e recepito dai destinatari, in questo caso i sei milioni che rappresentano il target televisivo di Hong Kong. Rappresentazione del cinismo mediatico nella società contemporanea, BN non è pienamente riuscito, né nella definizione dei personaggi né nello svolgimento narrativo. Ma pur nella piattezza di un film di ordinaria amministrazione, quasi da fiction televisiva, To piazza la zampata che lascia il segno. Gli oltre sette minuti iniziali sono una dichiarazione d’amore verso cinema che sorprende e commuove e ci lascia pieni di ammirazione nei confronti del regista.

Ormai To è autore celebrato anche nella triade dei festival istituzionali europei dove dal 2004 vengono presentati diversi suoi film, tra i quali il suo capolavoro Exiled.

PROLOGO Interno/esterno giorno
Gang divisa sotto il grande albero a Macao
Prima sparatoria, la gang è ancora divisa, nonostante il trasloco e il convivio
Feticci: le foto, i sonagli

15 minuti e non si contano le mosse vincenti di To…

I PARTE Interno/esterno notte
Le due sparatorie ‘di formazione’ e la gang si ricompatta in wild bunch
“dove andiamo? dove andiamo? decidi tu”
“non so un cazzo”
“tiriamo a sorte”

II PARTE Esterno giorno/esterno notte
L’assalto alla diligenza carica d’oro
Il bivacco notturno attorno al fuoco
L’armonica

EPILOGO Interno notte
Il saloon
Mezzanotte di fuoco. La sparatoria in slo-mo,
macchina a piombo sulla carneficina
L’oro s’invola, restano le foto

Quando ero piccolo, di fronte casa c’era una sala, d’estate la sera si andava al cine, quel che davano davano. D’inverno invece ci si andava la domenica pomeriggio e nell’intervallo un triangolo di pizza o la ‘fogaccia con la calda’ e una spuma. Ho visto di tutto, in particolare i western. Exiled è puro cinema, è cinema fatto di cinema, ogni fotogramma è un atto di totale devozione al cinema, che sgorga naturale e sincero. Mi ha riportato alla mente la sala dell’infanzia, le centinaia di immagini scorse sullo schermo, le risate, le battute, i commenti ad alta voce di noi spettatori, quando le visioni erano condivise.

martedì 22 giugno 2010

JOHNNIE TO

JOHNNIE TO
Scorciatoie filmografiche  Parte 1


THE MISSION - Movimento statico


Nel 1996 dopo aver già diretto un buon numero di film, il giovane To, classe 1955, fonda la casa di produzione indipendente Milkyway Image, che diventa il punto di riferimento della cinematografia di Hong Kong.  

Prima opera di un certo peso è The mission del 1999. Siamo in pieno genere. Scontri tra bande rivali nella HK criminale,un boss è in pericolo e cinque guardie del corpo devono proteggerlo. Plot al minimo e situazioni modulari che si ripetono. Però piccoli scarti segnano la differenza tra questo film e un qualsiasi altro film dello stesso genere. Innanzi tutto le contaminazioni con il western che torneranno in altri titoli di To. Fondamentale è anche la caratterizzazione psicologica dei personaggi e il loro progressivo costituirsi gruppo, legato da sempre più strette relazioni affettive, nel solco del cameratismo virile che è cifra del regista. Vi è poi un altro scostamento dal genere, che potrebbe rappresentare un ossimoro. Infatti pur essendo The mission un action movie esso si presenta come statico, di posizione, nel quale i momenti forti sono costituiti delle varie sparatorie. In queste sequenze To dimostra la sua abilità posizionando gli attori come pedine sulla scacchiera e avvolgendoli con una ripresa controllata e distaccata. Con The mission To compie un salto qualitativo e si afferma come grande regista a livello internazionale.

Del 2003 è PTU(Police Tactical Unit). Un agente di polizia scivola su un pesce e perde la pistola. Inizia il carosello per le strade notturne di Hong Kong, dove si incrociano destini fino al luogo della rappresentazione finale, Canton Road, un po’ castello di Calvino, un po’ OK corral. Alla fine è una banana su cui scivolare e ritrovare così la pistola perduta, e il tempo che tra le due cadute si era dilatato, espanso, torna a chiudersi e a seguire il suo corso. In quella che è la durata filmica, telefoni e telefonate, ‘non si capisce chi chiami chi’, pattuglie tattiche, boss, funzionari, banditi, bimbi in bicicletta, tutto in una notte, le quattro l’ora x, atmosfere sospese in dominanza di toni blu. Le quattro, Canton Road, il mega cartellone pubblicitario che domina lo spazio vuoto (‘bevete più latte…’) dove va in sena la sparatoria, statica, come vuole la tradizione del maestro To, in cui gli attori prendono la posizione e sparano immobili e allo scoperto, riprese in slo-mo. Poi ognuno racconta la sua versione nel verbale d’ordinanza. Il cerchio si chiude, il bimbo procede in bici e l’alba si avvicina, tutto tornerà ‘normale’. To usa il film di genere, del quale conosce e sa gestisce ogni possibilità, per esporre la sua concezione del mondo, estetica ed esistenziale. Un po’ come Ariosto usava il poema cavalleresco.