cinema

lunedì 4 aprile 2011

VLADIMIR NABOKOV

L'ORIGINALE DI LAURA
VLADIMIR NABOKOV - 1977 / 2009



A 76 anni Vladimir Nabokov con il retino per i pendii di Davos a caccia di farfalle. La caduta dalla quale non si sarebbe più ripreso causata dalla passione di una vita, l’entomologia. E immediati i pensieri vanno a Jean-Henri Fabre e la sua ascesa al Mont Ventoux in cerca di osmie o a Ernst Jünger in Malesia ad osservare le lucciole.



Gli infallibili medici svizzeri nei fortilizi delle loro celebrate cliniche si riveleranno tutt’altro che infallibili e dopo due anni di sofferenze, Vladimir Nabokov moriva sulle rive del Lago Lemano di bronchite congestizia. A quanto sembra, una sbadata infermiera lasciando aperta una finestra si rese responsabile del raffreddamento fatale.
Caduta con retino inseguendo una lisandra, infermiera svizzera accaldata, l’ironia della vita che come contrappasso ricalca quello che potrebbe benissimo essere uno spunto narrativo dello stesso Vladimir. Gli ultimi mesi elvetici si erano consumati nel tentativo di portare a termine un romanzo, L’originale di Laura, che secondo la volontà dell’autore avrebbe dovuto essere bruciato se la morte non avesse permesso di concluderlo.
Anche Lolita doveva finire nell’inceneritore ma la moglie Vera non seguì la volontà del marito e lo convinse a pubblicarlo. Dobbiamo esserle riconoscenti, Lolita è un romanzo immenso.


Schede manoscritte per una storia che si avvolge su se stessa, almeno nei frammenti pubblicati: Flora e la sua immagine riflessa Laura che diventano FLaura, considerando che in inglese il nome Laura si pronuncia «lora»; un labirinto dove si narra di uno scrittore che sta scrivendo un romanzo o meglio due; la mondanità salottiera e pettegola; erotismo promiscuo onirico, ricordato, vissuto.


L’originale di Laura non può definirsi un romanzo, sono gli appunti di un grande scrittore per un possibile romanzo. Frammenti che non avremmo dovuto leggere ma che ancora una volta fortunatamente abbiamo sotto gli occhi, questa volta grazie al figlio Dmitri che infine si è deciso per la pubblicazione (diritti venduti a peso d’oro, c’è da immaginare). Ma tant’è. Per un appassionato, questi frammenti sono un’estasi da assaporare goccia a goccia, prolungando con la rilettura il piacere di una scrittura che è Nabokov, il solito Nabokov geniale, sublime, raffinato, lucido anche se sofferente e ormai avviato alla fine.


Nabokov e la sua farfalla preferita, la lisandra (Polyommatus Icarus)

3 commenti:

  1. Non conoscevo questi aneddoti, post prezioso. Sono ovviamente d’accordo su Lolita, libro immenso. Un saluto Eustaki.

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  2. grazie.. grazie...non sapevo tutte queste cose, e ti ringrazio

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