THE WATERBOYS - 2011
Progetto che il leader dei Waterboys Mike Scott coltiva da
almeno un ventennio, quello di mettere in musica liriche del ‘bardo’ irlandese
William Butler Yeats e che si concretizza nel tour del 2010 che diventa CD nel
settembre dell’anno successivo. Poesie in musica, impresa non facile. Penso a Leo
Ferré che canta Baudelaire, scegliendo di dare enfasi al testo e sottolineando
con un pianoforte espressivo ma non invadente. John Cale ha musicato variepoesie di Dylan Thomas per le quali l’accompagnamento musicale è al contrario
molto ricercato, in certe versioni anche orchestrale. Nell’album An appointment
with Mr. Yeats Mick Scott compone un disco di tradizionale musica folk-rock con
una strumentazione di base tipicamente rock: chitarra basso batteria tastiere a
cui si aggiungono, a seconda dei brani, altri strumenti come flauto, violino,
oboe utilizzati per colorire e caratterizzare i singoli componimenti. Il risultato
è un suono enfatico, carico, decisamente old style. A questa base musicale
molto seventy si aggiunge la parte vocale che deve veicolare i testi del poeta.
La voce principale è quella di Mike, molto impetuosa, della quale colpisce la
sottolineatura delle singole parole, a cui si deve la facile comprensione dei
testi. Altre due voci, più controllate, fanno da contrappunto all’anche troppo
espressivo Scott. Molto adeguata e di schietto sapore Irish quella femminile.
Ad ascoltare un disco come questo non si può certo sobbalzare
per sorpresa e sperimentazione anzi, i pregi sono proprio nella sua
prevedibilità. Nel senso che l’ascolto è sì prevedibile, ma è anche rassicurante.
Si anticipano le mosse, ma in tal caso ci si può concentrare sui testi, e le
ballate rock molto tradizionali veicolano benissimo le poesie di Yeats. E non è
detto che scegliere un impianto musicale che mescola Pink Floyd, Dylan e i Led Zeppelin,
con una spruzzata di PFM sia, nel 2011, poi così scontato. Fatto sta che alcuni pezzi
risultano gradevolissimi, pur se scontati. Due su tutti.
Sweet dancer: Introduzione strumentale con violino accattivante
/ 1° verso voce maschile / coro voce maschile e femminile con ripresa delle
note iniziali di violino / 2° verso / coro / ponte cantato dalla voce femminile
/ coro / ripresa 1° verso / coro / coda strumentale (Intro ABABCBAB Coda). Il coro, breve orecchiabile e
ripetuto si imprime subito in testa, così come la semplice linea del violino a
cui rispondono i tocchi del piano. Esecuzione che avvolge alla perfezione la
poesia che celebra la virtù della danza e il piacere di guardare una ballerina
che volteggia, estasiata sull’erba.
The girl goes
dancing there
On the leaf-sown, new-mown, smooth
Grass plot of the garden;
Escaped from bitter youth,
Escaped out of her crowd,
Or out of her black cloud.
On the leaf-sown, new-mown, smooth
Grass plot of the garden;
Escaped from bitter youth,
Escaped out of her crowd,
Or out of her black cloud.
Ah, dancer, ah, sweet dancer!
If strange men come from the house
To lead her away, do not say
That she is happy being crazy;
Lead them gently astray;
Let her finish her dance,
Let her finish her dance.
If strange men come from the house
To lead her away, do not say
That she is happy being crazy;
Lead them gently astray;
Let her finish her dance,
Let her finish her dance.
Ah, dancer, ah, sweet dancer!
September 1913. Oltre sette minuti per una tipica ballata che
ripete le stanze che finiscono con un
distico avente funzione di coro, ripetuto nel lungo finale. La poesia di Yeats
è molto bella. Esempio di lirica civile rivolta al popolo, inizia con immagini
di ordinaria vita borghese tutta intenta alle piccole attività commerciali
(ungere il cassetto della cassa, aggiungere un mezzo penny al penny) per poi
sferzare gli ascoltatori sulla attuale condizione dell’Irlanda che non lotta
più come al tempo degli eroi nazionali morti per la patria, Romantic Ireland's
dead and gone / It's with O'Leary in the grave.
Nessun commento:
Posta un commento