ADRIAN LYNE - 1990
10 Or
Giacobbe partì da Beer-Sceba e se ne andò verso Haran.11 Giunse
in un certo luogo e vi passó la notte, perché il sole era già tramontato.
Allora prese una delle pietre del luogo, la pose sotto la sua testa e in quel
luogo si coricò.12 E
sognò di vedere una scala appoggiata sulla terra, la cui cima toccava il cielo;
ed ecco, gli angeli di DIO salivano e scendevano su di essa.
Genesi, 28 (Diodati)
Uno tra i molti film sul Vietnam. O meglio, che prendono il
Vietnam come spunto per espandersi in tutt’altre direzioni. Il registra inglese
Adrian Lyne dopo i successi di Flashdance, 9 settimane e mezzo, Attrazione
fatale, gira questo metafisico Jacob’s Ladder, ricco di citazioni e rimandi,
inquietante e ben diretto, in particolare nella prima parte.
La scena iniziale
nel delta del Mekong è una delle migliori in ambito Vietnam-movies. È breve e
divisa in tre parti: l’introduzione ambientale; il cameratismo allucinato;
l’inferno. Niente di nuovo ma ciò che rimane è qualcosa che turba. C’è un senso
di inesplicabilità in tutta la sequenza che immette all'istante il film su un
sentiero lontano dal genere di guerra e che lo colloca nel mystery-drama.
La
scena successiva, con un brusco cambio di location crea ulteriore suspense.
Lyne sfodera mestiere e sottigliezza intellettuale andando a ricreare le
atmosfere di un film per certi aspetti geniale ma incompreso come L’Esorcista.
Meno mestiere viene sfoderato dal protagonista, Jacob Singer, un Tim Robbins piuttosto
impacciato e poco adatto al ruolo.
Il plot si sviluppa seguendo linee che toccano l’horror, il dramma psicologico e perfino il cinema di
denuncia con qualche segno di stanchezza nella seconda parte ma con certi
particolari di contorno degni di nota quali il party con musiche di Marvin Gaye,
le stampe dantesche di Doré, la lettura
de Lo straniero di Camus, le citazioni di Meister Eckhart.
C’è anche una base
‘teorica’ più ponderosa che prevede lo svolgimento della storia attraverso la
dialettica tra coppie di opposti che includono sogno/realtà, vita/morte,
inferno/paradiso. Da notare che al paradiso – artificiale – conduce l’allucinogeno the Ladder assunto dai
soldati in Vietnam, mentre al paradiso – dei credenti – conduce la scala di
Giacobbe (Jacob’s Ladder del titolo originale).
L’angelo Louis allo sventurato Jacob, citando Meister Eckham:
“L’unica cosa che brucia nell’inferno è quella parte di te che resta
avvinghiata alla vita, i ricordi, i legami più cari. Vengono bruciati non per
punirti ma per renderti libero. Se tu continuerai ad aggrapparti alla vita,
vedrai i demoni dilaniarti. Se invece riuscirai a cogliere la verità, i demoni
ti appariranno angeli e ti libereranno dalla materia”.
un film davvero bello, profondo e da rivedere con l'aiuto di strumenti come la psicoanalisi, probabilmente.
RispondiEliminasalve ismaele. leggendo il tuo commento ho pensato ai persuasori occulti..
RispondiElimina