PIETRASANTA - 2011
![]() |
Senza titolo
|
Artista totale, Jan Fabre
gioca con il nome e gli insetti. Chiamarsi Fabre lo porta a dichiararsi nipote
del grande entomologo Jean-Henry Fabre ma pignoli spigolatori di genealogie lo
hanno categoricamente smentito. Comunque sia, anche in questo, il geniale
fiammingo sprizza originalità e la megalomania propria di ogni artista. E Fabre
artista lo è, senza dubbio. Si esprime attraverso il corpo, la materia,
organica ed inorganica, la cultura. Questi tre veicoli espressivi si fondono
nelle due opere esposte nel chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta (a
proposito, quest’estate a Pietrasanta si poteva vedere di tutto: Fontana, Arnaldo
Pomodoro, Kounellis, i Kabakov, Burri, oltre ai soliti Botero, Mitoraj, Javier
Marin, Ken Yasuda..).
La prima opera, senza
titolo, ci aveva già impressionato alla penultima Biennale di Scultura di Carrara.
In una teca di vetro fa mostra di sé un teschio realizzato con elitre di
coleotteri che stritola nelle sue fauci senza vita un uccello imbalsamato verde
smeraldo.
La rete di relazioni tra
forma, materia e concetto è fittissima. Si potrebbero elencare i molteplici
spunti e rimandi che ‘senza titolo’ suggerisce, ma sarebbe un inutile e pesante
esercizio esegetico. È l’impatto che conta. Il teschio bronzeo e indefinito nel
suo riflettere e assorbire la luce e il corpo brillante del volatile affascinano
e lasciano al soggetto che osserva di possibilità di introiettarsi nella complessità
di associazioni e antitesi che gli elementi dell’opera costruiscono.
![]() |
Seven stompers with hair
|
Stessa forte connotazione
culturale si concentra in Seven Stompers with hair. in questo caso l’impatto
emotivo è minore ma la fruizione è ancora più legata ad un processo mentale e
riflessivo che si afferma lentamente e per piani successivi di svelamento. Jan,
di Anversa, si ricollega alla straordinaria tradizione figurativa
fiammingo-olandese: i mortai richiamano le farmacie secentesche e una certa
sperimentazione chimico-alchemica propria del periodo. Dall’opus (il pestello
che amalgama sostanze diverse, simbolo del lavoro dell’artefice/artista)
emergono ciocche di capelli, materiale organico quindi, che però ha le
caratteristiche di ‘prodotto’ quasi sintetico, come le acconciature del Grand
Siècle francese.
Il capello, elemento
naturale, perde la sua componente ‘biologica’ per assumere, attraverso la
manipolazione, requisiti puramente esteriori, estetici. Diventa moda, e quindi
categoria al massimo grado effimera e transitoria, al contrario dell’arte, come
quella dei Maestri fiamminghi, destinata a durare e a perpetrarsi nel tempo,
magari attraverso contatti e reazioni con azioni di artisti di altre epoche.
![]() |
Jan Fabre...
|
![]() |
..come Tanino Liberatore, entrée di scarafaggi
|