cinema

domenica 10 aprile 2011

IMITATION OF LIFE / R.E.M.

IMITATION OF LIFE
R.E.M. / GARTH JENNINGS - 2001



Primo singolo dall’album Reveal del 2001, Imitation of life riprende il titolo del film di Douglas Sirk del 1959. Si tratta una buona canzone in tipico stile R.E.M., band decisamente sopravvaluta, forse per la connotazione intellettualistica che i tre membri sono riusciti ad imporre. Si tratta senz’altro di menti sveglie e vivaci, ben rappresentati iconicamente da Michael Stipe così fisicamente in linea con i ‘turbamenti del giovane Törless’. Gruppo di seconda fascia, con Imitation of life però i R.E.M. segnano un bel colpo a loro vantaggio, o meglio, il colpo lo segnano i registi Garth Jennings e Nick Goldsmith, i guru della Hammer & Tongs, una delle più accreditate case di produzione di video musicali (Blur, Radiohead, Fatboy Slim, tra gli altri). Perché il video è veramente notevole.



Si tratta di un piano sequenza di 20 secondi, un pezzettino di vita vissuta con una folla di personaggi e di instant stories che si svolgono contemporaneamente nell’arco appunto di 20 secondi. Il piano sequenza è la tecnica cinematografica che costituisce la mimesis per eccellenza della realtà ma il regista, partendo da questa imitazione di vita, interviene su di essa attraverso una manipolazione che perviene ad una dilatazione spaziale e temporale.


Con l’uso del “pan-scan” i 20 secondi si allungano ai quasi quattro minuti della canzone. Anche il circoscritto spazio della location, un giardino dove si svolge un pool-party di compleanno, acquista profondità di campo grazie a zoomate, specchi, schermi che permettono di cogliere tutte le microstorie che accadono contemporaneamente. Ecco allora che l’imitazione della vita diventa una vita elevata alla n e il realismo del piano sequenza diventa un iperrealismo manipolatorio. L’uso della ripetizione continua, del forward and rewind, del consentire allo spettatore di penetrare dentro l’immagine e scoprire ciò che all’apparenza restava celato rimanda, anche per ammissione degli stessi registi, ai capolavori cinematografici del disvelamento: La finestra sul cortile, Blow up, La conversazione a cui si uniscono certe tendenze colte del cinema degli ultimi anni, ahimè di livello ben più basso (Dogma 95, Nolan, Gondry, Aronofsky). Ma soprattutto due sono i riferimenti che più si accostano a questo Imitation of life. La sequenza di Blade runner in cui Deckard ‘entra’ nelle foto a scoprire l’identità dei replicanti e la video arte di Zbigniew Rybczynski, in particolare il suo pluripremiato Tango del 1982.


Zbigniew Rybczynski, Tango, 1982


5 commenti:

  1. adoro la canzone e il video è pazzesco!

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  2. Di Reveal , preferisco: "She Just Wants to Be" e "I'll Take the Rain" .. adoro i ‘turbamenti del giovane Törless’ ;).. un abbraccio..

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  3. video pazzesco,vero..ma trovo i rem una dele band più inutili della storia..definirli sopravvalutati è eufemistico..secondo me,ovviamente..

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  4. @ marco e anto, fans dei rem eh? per come la penso io rimando sotto alla risposta a brazzz

    un saluto

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  5. @ roberto brazzz
    ora inutili è eccessivo, però concordo sul fatto che stringi stringi della loro ormai trentennale produzione resti veramente poco.per quanto mi riguarda l'unico loro disco lo comprai nel 1984, reckoning, e di quel disco ascoltavo solo harborcoat, nonostante gli sforzi per farmelo piacere. a quel tempo buttare soldi per un albun che non piaceva era una tragedia.
    a riascoltarlo ora anche quel pezzo dice poco, quasi a livello di menatwork!

    saluti

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