ANALISI DEL TESTO
dal NewYorkTimes di qualche anno fa... |
Kid
A è uno degli album più importanti – e più belli – usciti negli ultimi decenni.
Si tratta di una composizione di quasi 50 minuti che va ascoltata dall’inizio
alla fine, come si fa per la musica classica. L’album è un insieme di canzoni
ma l’intenzione del gruppo è quella di proporre un blocco musicale unitario, scomposto
in dieci episodi, alcuni dei quali sfumano uno nell’altro in un continuum
sonoro.
Opera
fondamentale nel panorama della musica contemporanea, per provare a
comprenderla bisognerebbe ricostruirne la genesi e inserirla nel contesto
storico in cui è stata realizzata. Nel 1997 era uscito OK Computer che aveva definitivamente
creato il fenomeno Radiohead. Successo planetario, grandissima attenzione e
pressione sul gruppo, che dalla tranquilla Oxford viene catapultato “nell’intronata
routine del cantar leggero”: promozione, interviste, tour.
Per
Thom Yorke inizia un periodo di forte tensione nervosa che lo porta ad un vero
e proprio blocco non solo creativo ma anche comunicativo. Dichiarerà in seguito
che oltre alla conflittualità nelle relazioni con le persone più vicine
(compresi la compagna e gli altri componenti del gruppo) e alla crisi
artistica, in certi periodi non era addirittura in grado di articolare le
parole.
Kid
A riflette questo malessere ma anche ciò che avveniva intorno al gruppo, a
livello di eventi storici. Nel 1999, anno in cui i Radiohead cominciano a
lavorare al nuovo album, due eventi internazionali sono al centro dell’attenzione
entrambi seguiti da Yorke e compagni con partecipato interesse: quello che sarà
l’ultimo atto delle guerre nella ex-Jugoslavia con il bombardamento della
Serbia da parte della Nato; la nascita dei primi movimenti no-global che
culmineranno nelle manifestazioni contro il WTO a Seattle. Guerra, ambientalismo
e cambiamenti climatici, approccio critico verso il capitalismo e il consumismo,
delusione e sfiducia nei confronti della politica di Tony Blair sono tematiche
che in vari modi permeano gli stati d’animo della band e di Thom Yorke, l’autore
dei testi dell’album.
Il malessere
individuale e cosmico è proprio nelle liriche che trova la sua più evidente
espressione e come per l’ascolto anche per i testi vale l’approccio ‘complessivo’:
possono essere letti come un unico componimento poetico suddiviso nelle nove
sezioni corrispondenti ai brani cantati.
L’analisi
del ‘macro testo Kid A’ sarà sviluppata nel prossimo post.
Screaming Bears, uno degli Antivideo di Kid A
sai che non mi dispiacciono,ma li ho sempre trovati un filo sopravvalutati...
RispondiEliminaciao roberto. è una settimana che ho ripreso ad ascoltare kid a in maniera continua e approfondita ed è veramente un bel disco. sto studiando anche i testi,anch'essi di alto livello. materiale per i prossimi post
RispondiEliminaun abbraccio