cinema

martedì 6 maggio 2014

DAMON ALBARN

EVERYDAY ROBOTS - 2014



Infine uscì anche il primo album solista. Dopo pop band, cartoon band, clash band, african band, opera project…

Il concept è semplice, quasi banale: l’alienazione quotidiana alimentata dalle nuove tecnologie. E come idea testuale Damon rimane, a parte qualche lampo, in superficie ma Everyday Robots è un CD musicale ed è la musica che deve essere valutata. Ebbene, musicalmente siamo di fronte ad un quasi capolavoro. O meglio, Everyday Robots contiene momenti di altissima qualità che vanno ben oltre gli standard del pop-rock contemporaneo.

L’approccio complessivo è vicino alla musica colta suonata da un cantautore popolare, il che rimanda ad una certa atmosfera progressive. You and Me, per esempio, vero centro dell’album, può essere definita più una suite che non una canzone tradizionale. L’inizio è grave e il cantato è riflessivo e distaccato nel primo verso poi si fa sostenuto e partecipato nella ripetizione del refrain. Sottofondo di sintetizzatori e note cristalline di piano con in evidenza la chitarra acustica su una cadenza ritmica molto discreta ma caratterizzata dallo steel pan. Damon  si perde tra le ombre cadenti di un carnevale caraibico non proprio allegro e tra i ricordi realistici della dipendenza: stagnola, accendino e buco in vena. Al canto subentra un intermezzo musicale dove il piano traccia un’esile linea melodica che si perde in un momento di discordante atonalità per riprendere la melodia e aprire alla seconda parte completamente diversa rispetto alla prima. Nuovo refrain di poche frasi insistentemente ripetute  e un ponte dominato dalla chitarra acustica quasi barocca che riecheggia le visioni rinascimentali dell’opera Dr. Dee. Infine la coda con la ripresa, solo accennata, del tema dell’intermezzo. Sette minuti che superano ogni produzione musicale uscita in questo 2014.

Il resto dell’album, pur non raggiungendo gli stessi livelli di You and me, è comunque buono e lo si potrebbe definire, utilizzando un’indicazione agogica, mesto con brio, dove il brio riguarda l’unico brano che poco si inserisce nel contesto, Mr. Tembo che se come singolo è una piacevole canzone con molti meriti (coro, atmosfera afro, uso dell’ukulele, recitativo conclusivo a staccare tra gli orecchiabili refrain), risulta quasi spiazzante e, nell’ascolto l’album per intero, fastidiosa.


A parte Mr Tembo e la conclusiva Heavy Seas of Love con Brian Eno, Everyday Robots è un’opera omogenea e coerente in cui Damon si sente a proprio agio e si lascia andare alla sua tipica indolenza crepuscolare. Disco che se ad un primo ascolto può sembrare eccessivamente introvertito e noioso ad un più attento esame si rivela intelligente ed emozionante.

Damon con Kankou Kouyate e Eno a Bamako, Mali

1 commento:

  1. ennesimo grande disco di un uomo splendido che non delude mai.
    grande damon!

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