RAND PAUL
Il 7 aprile
Rand Paul ha ufficialmente dichiarato la sua candidatura per le Presidenziali
USA del 2016. Lo ha fatto dal Galt House Hotel di Louisville, in Kentucky. I
nomi, in questa storia, sono importanti e forse non del tutto casuali. Rand
richiama subito alla mente Ayn Rand, la leader dell’Oggettivismo, tanto caro al
deputato Ron Paul, padre del neo candidato repubblicano. Ayn Rand è anche
l’autrice del più importante long seller americano, quell’Atlas Shrugged il cui
protagonista si chiama John Galt, come l’hotel dal quale Rand Paul ha fatto
l’annuncio.
Siamo in
pieno zona Libertarian, in quell’area sfocata del Partito Repubblicano che, se
da un lato flirta con il Tea Party, dall’altro potrebbe anche accostarsi
all’ala più radical dei Democratici. E nel suo discorso di candidatura, Rand
Paul ha subito messo in chiaro la propria indipendenza e ha criticato sia i Dem
che il GOP, denunciando il clima di consorteria bipartisan che regna nel
Congresso (“It seems to me that both parties and the entire political system
are to blame. Big government and debt doubled under a Republican
administration. And it’s now tripling under Barack Obama’s watch”).
Ma
il discorso non è stato esaltante. Paul ha parlato molto di sé, della sua
esperienza di chirurgo oculista e della sua campagna umanitaria di operazioni
oculari in Guatemala. Ha raccontato della sua adolescenza e dei vari lavori
fatti quando era studente, dall’imbianchino al giardiniere. E ha affermato che
un individuo deve farsi strada nella vita e nella società grazie alle sue forze
e all’autostima, qualità che solo il lavoro e l’autosufficienza possono
incrementare. Ed ecco citati i suoi figli, che hanno irrobustito la loro
formazione e coscienza di sè anche attraverso il lavoro (“Self-esteem can’t be given; it must be
earned. Work is not punishment; work is the reward”).
Poi il
mantra dei tre punti fondamentali della sua concezione politica: “justice,
opportunity and freedom”, ripetuto varie volte nel corso di un discorso deludente e poco concreto. Ma capace
di infiammare gli accoliti. Senz’altro la raccolta di fondi avrà un buon avvio.
Hillary Clinton, per ora, non ha molto da temere da questo Rand Paul. Ma
siamo solo all’inizio, anzi, al pre-inizio e c’è ancora un anno e mezzo prima
del novembre 2016.
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