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lunedì 5 luglio 2010

JOHN HUSTON

LA NOTTE DELL’IGUANA – 1964

JOHN HUSTON

Tennessee Williams ‘affida’ a Huston un dramma senza plot, in cui sono dialoghi ed empatie/antagonismi tra i personaggi a sviluppare la narrazione.

La vicenda si svolge quasi interamente su una terrazza di fronte all’oceano, in Messico. Huston, regista anch’esso verboso, si trova a suo agio con il soggetto ma lo gestisce da par suo scrivendone la sceneggiatura assieme al fido Anthony Veiller, inserendo una sfumatura ironica che alleggerisce le intenzioni troppo intellettualistiche di Williams. In particolare lasciando a Burton il compito di impostare il personaggio attorno al quale ruotano le altre dramatis personae, particolarmente assortite e marcatamente eccentriche. E qui si riconosce la stoffa del grande autore: tenere a freno o lasciar andare gli attori; inserire varianti correttive al soggetto; giocare con l’ambiente esterno, un assolato e sudaticcio ‘resort’ tropicale; togliersi lo sfizio di un ammicco scherzoso (il reverendo e Lolita che escono dal mare fa molto Connery-Andress sulla spiaggia dello 007 di due anni prima...).
Film di star, con grande prova di Burton che dà solidità al reverendo poco credibile del play, riuscendo ad essere esaltato, feroce, fragile, disincantato, innamorato, paranoico e comico. Molto Williams e molto brava anche Ava Gardner con la sua sensualità aggressiva smussata da una vena di malinconia. Straniante Deborah Kerr, girovaga puritana, deus ex machina tra il “fantastico e il realistico” che sono i due piani su cui gioca il regista in tutto il film, quasi a farsi beffe del serioso drammaturgo. Come irriverente è anche l’approccio verso la religione, dalla inquietante e notevole scena iniziale in chiesa al “giochiamo a fare Dio” che consentirà di intervenire sul destino di un’iguana.
Magistrale esempio di come anche in un film ‘minore’ possa essere evidente la grandezza di un autore.

martedì 29 giugno 2010

JOHN HUSTON

GIUNGLA D'ASFALTO - 1950

JOHN HUSTON

Huston è spietato. Scrive una sceneggiatura nera, notturna, in cui i personaggi si muovono sospettosi, ognuno mosso dal desiderio di soddisfare i propri vizi, come non manca di sottolineare il regista, che nel tutti contro tutti non grazierà nessuno. Il destino è segnato fin dall’inizio, l’affair non può che finir male: “E’ il fato, che fare contro il fato?”, dirà il razionalissimo dottore tedesco.

Film urbano e notturno, fatto di scuri e fumosi interni e di esterni che sono una giungla d’asfalto, un micidiale percorso ad ostacoli. “In città ci si insudicia” dice Dix e lo sa bene Doll che a tale affermazione non trattiene le lacrime; “Se vuoi l’aria pura non cercarla in questa città” conferma lo scassinatore. Ancora, “la città è una giungla, gli uomini sono bestie” sentenzia nel finale il commissario anche se ciò contrasta proprio con la scena conclusiva, l’unica in cui splende il sole, in aperta campagna.

Huston è regista di scrittura, è nato sceneggiatore e il film è un grande esercizio di scrittura. Nella prima parte, vengono presentati i personaggi, molti e tutti connotati negativamente dai comportamenti ma più spesso dalle definizioni che vengono date vicendevolmente.

Dix, “ganster di terz’ordine”, “ladro da strada maestra”; il dottore, secondo cui “tutti lavoriamo per i nostri vizi” e non sarà il fato, come crede lui a tradirlo ma un vizio irrefrenabile, proprio lui che aveva previsto ogni cosa al dettaglio. Ancora, Emmerich l’apparentemente rispettato avvocato, “fallito per una ragazza come Angela” e la stessa Angela una bellissima Marilyn che dice di sé “fate largo, arriva l’atomica”; il biscazziere che suda quando vede il denaro e si confermerà debole e pavido come da prima impressione; il barista Gas “storpio, gobbo maledetto”; il detective privato che confessa di essere stato afflitto per anni da un complesso di inferiorità e i poliziotti, dei quali bisogna sempre diffidare perché “sul più bello ti girano le spalle”, specie se corrotti come il tenente Ditrich …

Una schiera di deboli, falliti, miserie umane che si scatenano nella seconda parte del film, quando entrano in azione nella giungla urbana. Ed il destino si compie, il grande regista manovra i personaggi e li indirizza nella direzione da lui stabilita, inevitabile.


Doll si strappa le ciglia