cinema

mercoledì 23 marzo 2011

TULLIO AVOLEDO

L'ELENCO TELEFONICO DI ATLANTIDE
TULLIO AVOLEDO - 2003

Una volta c’erano i nipotini di Gadda che andavano in gita a Chiasso. Oggi, a oltre trent’anni da Il nome della rosa ci sono ancora in giro nipotini di Eco a frotte e fra questi Tullio il prolifico, otto titoli in una decina di anni.

L’elenco telefonico di Atlantide, romanzo d’esordio del 2003, apparato tecnologico a parte, potrebbe essere stato scritto benissimo negli anni Ottanta. Come è pensabile, nel Duemila, che un sieropositivo crei problemi nel dare la mano agli amici? E poi oggi l’AIDS è proprio, come dire, fuori tema, almeno per come compare nel romanzo, con due personaggi, minori d’accordo, vittime della malattia.
Ma questo sarebbe poco, il fatto è che L’elenco telefonico di Atlantide è un pessimo romanzo. Va bene che proprio Eco alla classica domanda quale libro porterebbe su un’isola deserta?, rispose l’elenco telefonico, ma qui altro che corto circuito alto-basso, aulico-trash. Siamo dalle parti di uno Spielberg de noantri in cui Indiana Jones ha i tratti di Roberto Giacobbo di Voyager.
E infatti Avoledo non si fa mancare nulla: Atlantide, egizi, ebrei, nazisti, arca perduta, immortalità, elisir miracoloso, lobbies occulte, esoterismo, atlanti magici e universi paralleli…


Non si capisce come critici letterari abbiano potuto apprezzare queste 500 pagine veramente dozzinali e ingenue, dove non c’è un personaggio azzeccato e si sfoggia una cultura da un lato inutile e ricercata (che senso hanno tutte le citazioni ad ogni inizio capitolo dalla Pitis Sophia! Non mi si dica che sono ironiche!) o da sprovveduto disarmante (se si citano poeti come Eliot o Mallarmé si abbia il pudore di evitare Aprile è il più crudele dei mesi o La carne è triste e ho letto tutti i libri!) o ancora, se vuoi ricordare i Clash non citi Should I stay. No, non ci siamo proprio.
C’è però una cosa carina. I primi capitoli hanno in esergo dei giochini linguistico-cinematografici che sono una delizia, come, per esempio: “opera di pittore smemorato. Ritratto di s’ignora” o lo strepitoso “schiacciato da un rullo compressore nelle ore antimeridiane. Ore 10 salma piatta”. Ma il gioco dura poco perché dopo si passa alla Pitis Sophia.
Oddio, un po’ pochino per un ‘giovane autore’ del ’57. Ma l’idea dei titoli è divertente e contagiosa. Ora ci provo anch’io.


Spaghetti da export: aMatrix

La fine di un mito: C’era una volta il best


A favore di un uomo brutto: Il pro cesso


La Bibbia dell’Oriente: Apocalypse Tao


Oltre la pedofilia: Attrazione fetale


Sedere che spara: Arma fecale


Party estremo per dark: Sballa coi cupi


Come lo fanno le vergini: Casta way


All’ufficio anagrafe: Un trans che si chiama Desiderio


AD LIBITUM



12 commenti:

  1. ho capito, il libro non ti è piaciuto ma devo dire che i titoli sono forti. Io ti mando questi:
    un western horror: chi ha paura di Virginia Colt?

    pensieri durante un viaggio principesco: rifletti in un cocchio d'oro

    due titoli dedicati a Liz

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  2. almeno il pudore (dell'Eco) di non portarsi dietro uno schifolibro dei suiiii. che razzaccia di scrittorucoli col foruncolo purulento che chiaman Pensare, Avere delle idee. Ma tutti possono avere delle idee; se comprano al banco frigo, te li buttano addosso. Come una vestizione. Di giorno punk, di sera frack strozzato, armoniche teatriche.
    Quando la finiranno di mandar messaggini questi coccoloni de nonna?
    Lo sai tu Eustaki?
    un saluto, mi piace come bucherelli la pagina.

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  3. @ grande saverio, vedo che hai abboccato. addirittura titoli specializzati. senti questi titoli

    dolci ricordi:

    la dolce rita
    ma la dolce non era irma?
    no dice l'argentino, la dolce evita
    e tarzan: no, la dolce cita!
    macché, fa un materialista, la dolce visa

    un abbraccio save

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  4. @ .azz daniz ke reaz.
    comunque il tuo post sui due 'amici' al forte ce l'ho ancora in testa.
    un saluto a te e anche al fortissimo johnny doe

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  5. eu, stiamo restringendo il campo con minimalismo virtuosistico!
    allora continuo con un nostalgico nazi:
    le docce a vita, ma potrebbe essere anche un igienista oppure osservando una bella donna: la dolce vista.
    il gioco prende, hai ragione

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  6. Salve Eustaki o "corridore veloce",il libro che hai recensito è un ulteriore esempio delle ciofeche che ormai inzuppano le librerie e i cervelli,comprese le ultime performances di Eco che,dalla Rosa in poi,non ne ha azzeccata una.
    Mi fermo qui perchè bisognerebbe far notte.

    Se ti interessa abbiamo anche questo sito :
    Le Bateau Ivre - www.pojanlive.com

    Ciao

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  7. @ saverio volendo fare una citazione dantesca, un lucchese direbbe: la dolce zita, ma è troppo cervellotico.
    buona domenica

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  8. @ johnny doe, benvenuto negli orti.
    grazie per il suggerimento.
    devo farti i complimenti per il tuo blog ma non riesco a commentare i post, fammi sapere

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  9. I posts sulla Libia (ma non l'ultimo)sono chiusi ai commenti per il continuo aggiornamento che subiscono gli avvnimenti.quando questa faccenda finirà,faremo un post riassuntivo con tutti i commenti del caso.
    Per gli altri posts nessun problema.

    mi piace l'avatar del nostro Machiavelli che ha avuto il coraggio di parlar chiaro senza ipocrisie e che per quanto criticato,è sempre in auge in tutte le cancellerie.

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  10. Eustaki, mi sapresti dire quali autori contemporanei leggere? No perchè Avoledo a me sembra una delle penne migliori che abbiamo in italia! una prosa scorrevolissima, divertente quando serve, seria e riflessiva dove lo richiede.
    non accorgersi che l'elenco telefonico abbia una trama volutamente esagerata è da idioti (senza offesa, eh). tanto più che viene quasi esplicitato nelle ultime pagine del libro (con un ritmo della narrazione che diventa sempre più veloce e poco realistico - e il perchè, se l'hai letto tutto, lo sai).
    anch'io non sono un amante di un certo genere di romanzi, ma questo di Avoledo non rientra per niente tra quelli. questo tuo post è un insulto a quel poco di valido che viene pubblicato in italia. ho avuto le tue stesse perplessità nel leggerlo, ma sono svanite a lettura finita. è un peccato che non ti sia successa la stessa cosa.

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  11. @ anonimo x avoledo...
    grazie per il commento e per la passione che ti muove. poi i gusti sono insindacabili. io ho trovato il romanzo veramente modesto, molto meglio rileggersi un fumettone qualsiasi almeno non è così pretenzioso. l'operazione di avoledo viene in ritardo, comunque posso pensare che essendo l'opera prima, l'idea sarà di almeno una decina di anni precedente alla stampa e lui ci credeva molto, a quanto pare. ma questo farebbe che aggravare il mio giudizio impietoso.
    in quanto a cosa leggere di italiano e restando tra i nipotini di eco, Q è un capolavoro, per esempio.
    grazie di essere passato per gli orti

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  12. di nulla, col tempo leggerò altre tue cose.
    il gruppo Luther Blissett (ora Wu Ming) lo conosco ma non ho ancora avuto modo di leggere qualcosa di loro. prendo il consiglio e poi magari ti faccio sapere qualcosa ;-)
    comunque, tornando al lavoro di Avoledo, io lo accosterei ad un film di Tarantino, ad un consapevole B-book, come un B-movie. e qui, come per tarantino, le cose sono due: o lo ami o lo odi.
    di più, rispetto tarantino, c'è che Avoledo non ti dice di prendere per vero tutto quello che leggi (o almeno non te lo dice fino alla fine).
    poi riguardo a sottigliezze come il malato di AIDS, non l'ho trovato per nulla fuori tempo. Ci sono delle cose che, per quanta scienza possiedi, ti portano ad avere atteggiamenti medievali ("mangia. solo un pezzetto. non che ci creda, ma perchè rischiare che nasca con qualche voglia?"). siam lì. consiglio a tutti il libro anche a chi, come me, non è attratto da fumettoni, cospirazioni, esoterismo e via dicendo. è tutto questo è molto di più. a presto!

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