cinema

domenica 19 febbraio 2012

KILL LIST

BEN WHEATLEY
KILL LIST - 2011


Parte il film. Sullo schermo nero si forma un simbolo che predispone ex-abrupto lo spettatore ad aspettative di mistero ed angoscia. La visione manterrà esattamente ciò che il regista, con quel simbolo, subito, senza altri mezzi che un iconico segno bianco su fondo nero e tracce di sonoro, si era prefissato. Dopo la ‘cifra’ iniziale, interno familiare, furiosa lite tra moglie e marito davanti al piccolo figlio che gioca con i soldatini. Qualcosa non va. Gli interni ordinari della villetta con giardino, il grigiore atmosferico degli esterni, le riprese quasi amatoriali che stanno sui personaggi, tutto contribuisce a trasmettere un senso di turbamento, aumentato dal fatto che la barriera dello schermo sembra annullarsi per permettere l’ingresso nel film di colui che sta guardando.

Violenza verbale e di sguardi, depressione, inquietudine infettante: tutto esplode durante una cena a cui sono invitati un amico del marito e la sua compagna. Inizia una discesa nell’abisso in cui sembra che l’unica certezza sia l’intenzione del regista inglese di spiazzare e confondere lo spettatore. Uno degli espedienti usati è il cambio di genere. Il film scivola dal dramma psicologico all’action-movie, al thriller, al mistery, all’horror trascinando in un gorgo di crescente inquietudine tutto quello che viene rappresentato: protagonisti, personaggi collaterali, ambienti, situazioni.

Alla fine molti gli interrogativi ma anche la sensazione che la relazione-gioco del regista con lo spettatore sia decisamente riuscita e su un film come questo, proprio per questa complicità che si crea tra autore e fruitore, già dire il poco che è stato detto rappresenta un piccolo tradimento. È il caso di aggiungere che Kill list va visto (e magari visto una seconda volta) al buio più completo, senza saperne nulla.

2 commenti:

  1. me lo voglio vedere..il cinema inglese sforna nuovi talenti..uno per tutti Rumley..noi,in compenso..

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  2. ciao roberto wyatt, il film è da vedere. in quanto a rumley me lo segno..

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