PHILIP LARKIN - 1974
Philip Larkin e Monica Jones nel 1950 |
Nel
1974 usciva High Windows, quella che sarebbe stata l’ultima raccolta di poesie
di Philip Larkin, figura centrale della scena poetica inglese – e non solo – del secondo
Novecento. Si tratta di uno smilzo libriccino di 24 testi che conferma i tratti
essenziali che caratterizzano l’intera opera di Larkin e che pongono il poeta
quale voce opposta e speculare, ma altrettanto grande, a quella di Auden.
Se la
poesia di Auden è intellettualistica e letteraria e si afferma subito con l’auctoritas
di un classico, quella di Larkin segue i percorsi della quotidianità, privando
i grandi temi trattati (lo scorrere del tempo, la solitudine, la memoria, la
morte) del pathos retorico e di tutti gli artifici e i concettismi che
farciscono la poesia contemporanea.
Sembra
che un colpo di spugna abbia cancellato la storia della letteratura e che sulla
lavagna il gesso abbia lasciato esilissimi segni sui quali Larkin sovrascrive,
con molta autoironia, i suoi pensieri esistenziali-narrativi.
La poesia
di Larkin ha infatti un’anima narrativa e si svolge in modo piano, chiaro, con
lo scopo di farsi intendere, non decifrare, dal lettore, che subito entra in
contatto col poeta. Poesia istintiva, si potrebbe dire, perché è immediatamente
comprensibile, ma poi, leggendo e rileggendo i testi, ci si accorge della
profondità da cui attingono le semplici parole affiorate sulla pagina.
Con
High Windows Larkin riesce a porre il lettore allo stesso livello del poeta e
anche per questo lo ringraziamo.
Lo conosco poco, purtroppo. Ho letto qualche sua poesia, tempo fa, in un’antologia. Questo tuo articolo mi ha fatto venire voglia di conoscerlo meglio. Un caro saluto, Eustaki.
RispondiEliminaciao ettore, non ne resterai deluso
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