cinema

domenica 21 aprile 2013

PHILIP LARKIN

HIGH WINDOWS
PHILIP LARKIN - 1974

Philip Larkin e Monica Jones nel 1950


Nel 1974 usciva High Windows, quella che sarebbe stata l’ultima raccolta di poesie di Philip Larkin, figura centrale della scena poetica inglese – e non solo   del secondo Novecento. Si tratta di uno smilzo libriccino di 24 testi che conferma i tratti essenziali che caratterizzano l’intera opera di Larkin e che pongono il poeta quale voce opposta e speculare, ma altrettanto grande, a quella di Auden.

Se la poesia di Auden è intellettualistica e letteraria e si afferma subito con l’auctoritas di un classico, quella di Larkin segue i percorsi della quotidianità, privando i grandi temi trattati (lo scorrere del tempo, la solitudine, la memoria, la morte) del pathos retorico e di tutti gli artifici e i concettismi che farciscono la poesia contemporanea.

Sembra che un colpo di spugna abbia cancellato la storia della letteratura e che sulla lavagna il gesso abbia lasciato esilissimi segni sui quali Larkin sovrascrive, con molta autoironia, i suoi pensieri esistenziali-narrativi.

La poesia di Larkin ha infatti un’anima narrativa e si svolge in modo piano, chiaro, con lo scopo di farsi intendere, non decifrare, dal lettore, che subito entra in contatto col poeta. Poesia istintiva, si potrebbe dire, perché è immediatamente comprensibile, ma poi, leggendo e rileggendo i testi, ci si accorge della profondità da cui attingono le semplici parole affiorate sulla pagina.

Con High Windows Larkin riesce a porre il lettore allo stesso livello del poeta e anche per questo lo ringraziamo.

 

2 commenti:

  1. Lo conosco poco, purtroppo. Ho letto qualche sua poesia, tempo fa, in un’antologia. Questo tuo articolo mi ha fatto venire voglia di conoscerlo meglio. Un caro saluto, Eustaki.

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  2. ciao ettore, non ne resterai deluso

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