cinema

sabato 19 aprile 2014

BEN WATT

HENDRA - 2014


L’attesa è durata più di trent’anni, tanto il tempo che separa il primo album di Ben Watt, North Marine Drive, da Hendra, uscito qualche giorno fa. Nel 1982 la collaborazione con Robert Wyatt aveva portato alla realizzazione di una manciata di belle canzoni raccolte nell’EP Summer into Winter. L’anno successivo usciva l’album di debutto, acustico e minimalista. Comprai i due dischi a Londra in quell’anno e li conservo gelosamente. Devo dire che non ho mai smesso di ascoltarli e mi sono sempre chiesto quando sarebbe uscito un nuovo album di Watt, ed ecco Hendra.

Ben ha cinquantadue anni e si sente. La vita lascia i segni e spesso non si tratta di fatti positivi. Hendra parla di questo ma lo fa cogliendo il contributo alla crescita personale che le esperienze, seppur negative, producono. “You must have faith in spring” canta Ben anche se “Aprile è il più crudele dei mesi”, oppure, in un’altra canzone, si fa notare la bella frase positiva “…as right, not as wrong, as rain”. E nei testi si parla, oltre che di ricordi ed esperienze personali, di stagioni, di prati e  di scogliere.

Hendra è di facile ascolto, tutti i dieci brani che lo compongono sono piacevoli e misurati. Si può definire un album Seventies, con richiami a John Martyn e Nick Drake nei momenti più introspettivi mentre negli uptempo viene in mente uno spirito quasi americano, tipo Steely Dan. Su questo impasto s’inserisce anche una spruzzata di elettronica alla Eno pre-ambient, per citare lo stesso Ben Watt. A conferma dell’atmosfera ’70 spicca la presenza, in The Levels, di un protagonista di quel periodo, David Gilmour, alla steel guitar a pedale.


Hendra non è un capolavoro di innovazione ma Ben Watt ha composto dieci canzoni piacevolissime che scivolano via come nuvole in un cielo ventoso.


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