cinema

mercoledì 2 aprile 2014

JOHN FRANKENHEIMER

52 PICK-UP - 1986
52 GIOCA O MUORI




Quali devono essere le qualità di un buon film? Queste quelle fondamentali:
-         un bravo regista, di esperienza e con la voglia di raccontare storie. Non necessariamente intellettuale o con una weltanschauung da imporre allo spettatore;
-         una storia avvincente che si mantenga sempre in bilico tra il prevedere alcuni sviluppi e sorprendere con altri, così da gratificare lo spettatore che dice sia ‘lo sapevo’ che  ‘non l’avrei detto’;
-         caratteri ben definiti interpretati da attori che si calano nella parte senza pensare di recitare al Lee Strasberg Teather.

52 Pick-Up le possiede tutte e quindi può considerarsi un buon film.

Il regista, John Frankenheimer,  è un mestierante che sa come girare e come dirigere una troupe. Nessuna velleità se non quella di impiegare bene i soldi della produzione (in questo caso Golan&Globus, i due sagaci produttori che badavano al sodo: Bmovies a basso budget-medio incasso-alto profitto)  e la sera bere una birra soddisfatto del proprio lavoro.

La storia è sceneggiata da Elmore Leonard da uno dei suoi numerosi best sellers. Fittissima la sua bibliografia e tanti i film tratti dai suoi romanzi. In questo caso è lo stesso Leonard impegnato in prima persona. Non c’è dubbio, un altro che conosce alla perfezione le regole del gioco. Giusta dose di violenza a sangue freddo e bei nudi femminili, comprendente diverse tipologie di crimine: ricatto, snuff movies, sfruttamento della prostituzione e della pornografia, omicidi e stupri. Insomma, c’è tutto. Con qualche sfizio nell’uso dello ‘schermo nello schermo’ come si trattasse di un De Palma privo dei suoi eccessi stilistici.

I personaggi: qui ce ne sono un sacco, tutti ben caratterizzati , anche quelli minori. L’imprenditore self-made con un passato di militare in Corea che sa usare viti e bulloni. La signora dell’alta borghesia impegnata in politica. Il cattivo numero uno, elegante regista di film porno che sa analizzare un bilancio societario. Il cattivo numero due, compassato e fumato giustiziere uscito di galera che non fa nulla per non tornarci. Il cattivo numero tre, che non è cattivo ma è un debole omosessuale pronto a vendersi al primo offerente. L’avvenente  mezzana che la sa lunga. Tutti nella parte gli attori.

Si potrebbe anche evidenziare un certo maschilismo ma di fronte a Frankenheimer e a Leonard sarebbe banalizzare il film. Anzi, uno dei pregi è che il maschilismo appare naturale, si direbbe intrinseco, non sbandierato. E va tenuto presente che il target è lo spettatore ‘medio’ americano, per il quale Pick-Up è perfetto, senza starci troppo a riflettere sopra.

Annotazioni a matita

John Frankenheimer, padre ebreo tedesco, madre cattolica irlandese, ha imparato ad usare la macchina da presa quando era nell’Air Force americana. È morto nel 2002. Molti i film girati, alcuni notevoli. Geniale Seconds del 1966

Menahem Golan, uno dei produttori, ha studiato teatro a Tel Aviv ed è stato pilota dell’ Air Force di Israele. Oltre che produttore ha diretto anche diversi film, tra i quali Delta Force, con Lee Marvin e Chuck Norris.

Roy Scheider, padre wasp, madre cattolica irlandese, da giovane ha disputato diversi incontri di boxe, categoria welter. Tra i molti ruolo, da ricordare quello di Hal, dal film The mith of fingerprints, tratto da una canzone di Paul Simon.


Elmore Leonard, famiglia della Lousiana. Durante la  II Guerra Mondiale faceva parte della US Navy. Autore di culto, si è cimentato in svariati generi. Tra i suoi libri basta citare Jackie Brown, da cui Tarantino ha tratto l’omonimo capolavoro.


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