52 GIOCA O MUORI
Quali
devono essere le qualità di un buon film? Queste quelle fondamentali:
-
un
bravo regista, di esperienza e con la voglia di raccontare storie. Non
necessariamente intellettuale o con una weltanschauung da imporre allo
spettatore;
-
una
storia avvincente che si mantenga sempre in bilico tra il prevedere alcuni
sviluppi e sorprendere con altri, così da gratificare lo spettatore che dice
sia ‘lo sapevo’ che ‘non l’avrei detto’;
-
caratteri
ben definiti interpretati da attori che si calano nella parte senza pensare di recitare
al Lee Strasberg Teather.
52 Pick-Up le possiede tutte e quindi
può considerarsi un buon film.
Il
regista, John Frankenheimer, è un
mestierante che sa come girare e come dirigere una troupe. Nessuna velleità se
non quella di impiegare bene i soldi della produzione (in questo caso Golan&Globus,
i due sagaci produttori che badavano al sodo: Bmovies a basso budget-medio
incasso-alto profitto) e la sera bere
una birra soddisfatto del proprio lavoro.
La
storia è sceneggiata da Elmore Leonard da uno dei suoi numerosi best sellers.
Fittissima la sua bibliografia e tanti i film tratti dai suoi romanzi. In questo
caso è lo stesso Leonard impegnato in prima persona. Non c’è dubbio, un altro
che conosce alla perfezione le regole del gioco. Giusta dose di violenza a
sangue freddo e bei nudi femminili, comprendente diverse tipologie di crimine:
ricatto, snuff movies, sfruttamento della prostituzione e della pornografia,
omicidi e stupri. Insomma, c’è tutto. Con qualche sfizio nell’uso dello ‘schermo
nello schermo’ come si trattasse di un De Palma privo dei suoi eccessi
stilistici.
I
personaggi: qui ce ne sono un sacco, tutti ben caratterizzati , anche quelli
minori. L’imprenditore self-made con un passato di militare in Corea che sa
usare viti e bulloni. La signora dell’alta borghesia impegnata in politica. Il cattivo
numero uno, elegante regista di film porno che sa analizzare un bilancio
societario. Il cattivo numero due, compassato e fumato giustiziere uscito di
galera che non fa nulla per non tornarci. Il cattivo numero tre, che non è
cattivo ma è un debole omosessuale pronto a vendersi al primo offerente. L’avvenente
mezzana che la sa lunga. Tutti nella
parte gli attori.
Si
potrebbe anche evidenziare un certo maschilismo ma di fronte a Frankenheimer e
a Leonard sarebbe banalizzare il film. Anzi, uno dei pregi è che il maschilismo
appare naturale, si direbbe intrinseco, non sbandierato. E va tenuto presente
che il target è lo spettatore ‘medio’ americano, per il quale Pick-Up è perfetto, senza starci troppo
a riflettere sopra.
Annotazioni
a matita
John
Frankenheimer, padre ebreo tedesco, madre cattolica irlandese, ha imparato ad
usare la macchina da presa quando era nell’Air Force americana. È morto nel
2002. Molti i film girati, alcuni notevoli. Geniale Seconds del 1966
Menahem
Golan, uno dei produttori, ha studiato teatro a Tel Aviv ed è stato pilota dell’
Air Force di Israele. Oltre che produttore ha diretto anche diversi film, tra i
quali Delta Force, con Lee Marvin e
Chuck Norris.
Roy
Scheider, padre wasp, madre cattolica irlandese, da giovane ha disputato
diversi incontri di boxe, categoria welter. Tra i molti ruolo, da ricordare
quello di Hal, dal film The mith of
fingerprints, tratto da una canzone di Paul Simon.
Elmore
Leonard, famiglia della Lousiana. Durante la II Guerra Mondiale faceva parte della US Navy.
Autore di culto, si è cimentato in svariati generi. Tra i suoi libri basta
citare Jackie Brown, da cui Tarantino ha tratto l’omonimo capolavoro.
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