DYLAN THOMAS, NOVEMBRE 1953
JOHN HELIKER, 1909 - 2000
JOHN CALE, LIVE BRUXELLES 1992
John Heliker, Tarquinia, 1947 |
Do not go gentle into the good night, recita il refrain di una celebre poesia
di Dylan Thomas, musicata da John Cale. Parla
della morte o meglio, del fine vita. Per Thomas le circostanze dell’entrata
nella bella notte sono diventate un mito e non si è certi se siano state gentle
or not.
È il 3
novembre del 1953. Dylan è a New York, al Chelsea Hotel e ha da poco compiuto
trentanove anni ma non sta bene. Ha problemi di respirazione, beve molto, non
riesce a dormire, assume barbiturici. In quei giorni a New York non si respira,
una cappa di smog avvolge Manhattan e crea grossi problemi a chi soffre di
asma. Dopo essere stato tutto il giorno a letto, la sera esce e inizia un tour
alcolico in vari bar. Rientra al Chelsea dichiarando ad Elizabeth Reitell, con
cui divideva la camera, di essersi scolato 18 whiskies di fila: “I’ve had eighteen straight whiskies. I think
it’s a record. I love you”.
Il 4
novembre Thomas sta male ma continua a bere. Riceve almeno tre volte in camera
il dottor Milton Feltenstein che gli somministra steroidi e morfina. Dopo la
mezzanotte Dylan è semiparalizzato. Elizabeth Reitell chiama l’ amico John
Heliker , buon pittore, e insieme lo portano con un’ambulanza al St. Vincent’s
Hospital. È in questi minuti che Dylan avrebbe pronunciato a Heliker le sue
ultime parole prima di entrare in coma: “After thirty-nine years, this is all I’ve
done”.
Viene
avvisata la moglie Caitlin che prenderà un volo per New York. In ospedale pare
che le prime parole da lei dette siano state “Non è ancora crepato quello
stronzo?”, poi ubriaca e incontrollabile verrà portata in una clinica di Long
Island per un rehab.
Dylan
Thomas muore il 9 novembre.
Corinth, 1957 |
The Howard House, 1965 |
West Dover |
Autoritratto, 1970 |
viva Dylan Thomas!
RispondiEliminasalve franz. ovviamente mi associo
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