cinema

sabato 22 marzo 2014

DYLAN THOMAS

BALLAD OF THE LONG-LEGGED BAIT
BALLATA DELL'ESCA DALLE LUNGHE GAMBE


Dylan Thomas con la moglie Caitlin - 1937

Il critico William Tindall racconta un suo incontro con Dylan Thomas. Sono in un celebre bar-restaurant, West 23rd Street di New York. Il poeta dal fegato bruciato prova gusto ad apparire sconnesso. Il critico fa domande sul significato di alcune poesie, proprio la cosa che un poeta, per di più alticcio, figuriamoci quanta  voglia ha di stare ad ascoltare. A proposito di Ballad of long-legged bait, Dylan Thomas pronuncia, seccato e provocatore, la famosa frase masticando le parole: “Un giovane va a pesca di scopate e si ritrova all’amo la chiesa e il bel pratino verde. Che stronzata!”.

La sferzante battuta sintetizza il componimento poetico. Il viaggio per mare narrato nella ballata si configura, infatti, come percorso esperienziale; è la vita nel suo svolgersi che, per un poeta, coincide con l’evoluzione della propria produzione poetica.

Senza andare a scomodare l’Ulisse di Omero ( ma l’Ulisse di Joyce sì!), i due precedenti della ballata di Thomas sono l’Ancient Mariner di Coleridge e il Bateau ivre di Rimbaud. Ai quali si può aggiungere Moby Dick. Ma come sua abitudine Thomas scombina le carte e smazzando unisce ai riferimenti citati l’aura del profetismo biblico, dal Vecchio Testamento all’Apocalisse. A questa base letteraria si aggiungono il lirismo onirico-simbolista e il carico tutto carnale tipici della poetica del ‘giovane artista’ gallese.

Nella ballata l’incedere è narrativo con ripetuti cambiamenti del soggetto enunciante. All’inizio è la costa a dare l’ultimo sguardo al giovane eroe appena salpato dai capelli scomposti e dagli occhi blu balena (whale-blue eye è un’invenzione meravigliosa).

Il ritorno è invece visto con gli occhi del fisherman ed è la terra che si mostra con il suo orizzonte chiuso e i suoi simboli prosaici: in un anticlimax rassegnato vediamo il villaggio, la chiesa, la casa, il cuore in mano.
Tra la partenza e l’arrivo c’è la sterzata, lo scarto (swerve) che rende possibile l’esperienza di sensazioni visive, uditive, tattili; di accoppiamenti mitici, mistici, selvaggi. Il viaggio-vita-poesia è infrangere la scia (buck in the wake), nella cui schiuma l’esca dalle lunghe gambe si azzuffa  con un branco di amanti (tussle in a shoal of loves). E, tra sogno e realtà, appaiono donne nude color di luna dall’incedere provocante, rese più seducenti dalla vergogna (moon-white women naked / walking in wishes and lovely for shame).

La Ballad fu scritta tra il 1940 e il 1941 a Bishopton, in Galles. Dylan e la moglie Caitlin trascorrevano pomeriggi al pub. Spesso si univa a loro l’amico Vernon Watkins, che ha lasciato preziose testimonianze su come lavorava Thomas. Proprio di questa poesia Watkins dice “di averla vista crescere dai primi versi attraverso tutti gli stadi della composizione”. In una lettera di quel periodo Thomas scrive: “ I’ve been sitting down trying to write a poem about a man who fished with a woman for bait and caught a horrible collection”, secondo quanto scrive Gwen Watkins in Portait of a friend.


La ballata è citata nel testo della canzone Dolce Luna composta da Fabrizio De André e Francesco De Gregori. Tra i versi si segnalano
Cammina come un vecchio marinaio…
la sua ragazza esca dalle lunghe gambe
fa all'amore niente male…
la sua balena Dolce Luna
che lo aspetta in alto mare



Dylan con un amico e Vernon Watkins in Galles

Nessun commento:

Posta un commento