BALLATA DELL'ESCA DALLE LUNGHE GAMBE
Dylan Thomas con la moglie Caitlin - 1937 |
Il critico
William Tindall racconta un suo incontro con Dylan Thomas. Sono in un celebre
bar-restaurant, West 23rd Street di New York. Il poeta dal fegato bruciato
prova gusto ad apparire sconnesso. Il critico fa domande sul significato di
alcune poesie, proprio la cosa che un poeta, per di più alticcio, figuriamoci quanta voglia ha di
stare ad ascoltare. A proposito di Ballad
of long-legged bait, Dylan Thomas pronuncia, seccato e provocatore, la
famosa frase masticando le parole: “Un giovane va a pesca di scopate e si
ritrova all’amo la chiesa e il bel pratino verde. Che stronzata!”.
La
sferzante battuta sintetizza il componimento poetico. Il viaggio per mare
narrato nella ballata si configura, infatti, come percorso esperienziale; è la
vita nel suo svolgersi che, per un poeta, coincide con l’evoluzione della
propria produzione poetica.
Senza
andare a scomodare l’Ulisse di Omero ( ma l’Ulisse di Joyce sì!), i due
precedenti della ballata di Thomas sono l’Ancient Mariner di Coleridge e il
Bateau ivre di Rimbaud. Ai quali si può aggiungere Moby Dick. Ma come sua abitudine
Thomas scombina le carte e smazzando unisce ai riferimenti citati l’aura del
profetismo biblico, dal Vecchio Testamento all’Apocalisse. A questa base
letteraria si aggiungono il lirismo onirico-simbolista e il carico tutto
carnale tipici della poetica del ‘giovane artista’ gallese.
Nella
ballata l’incedere è narrativo con ripetuti cambiamenti del soggetto
enunciante. All’inizio è la costa a dare l’ultimo sguardo al giovane eroe
appena salpato dai capelli scomposti e dagli occhi blu balena (whale-blue eye è un’invenzione
meravigliosa).
Il ritorno
è invece visto con gli occhi del fisherman
ed è la terra che si mostra con il suo orizzonte chiuso e i suoi simboli
prosaici: in un anticlimax rassegnato vediamo il villaggio, la chiesa, la casa,
il cuore in mano.
Tra la
partenza e l’arrivo c’è la sterzata, lo scarto (swerve) che rende possibile l’esperienza di sensazioni visive,
uditive, tattili; di accoppiamenti mitici, mistici, selvaggi. Il
viaggio-vita-poesia è infrangere la scia (buck
in the wake), nella cui schiuma l’esca dalle lunghe gambe si azzuffa con un branco di amanti (tussle in a shoal of loves). E, tra sogno e realtà, appaiono donne
nude color di luna dall’incedere provocante, rese più seducenti dalla vergogna
(moon-white women naked / walking in
wishes and lovely for shame).
La Ballad fu
scritta tra il 1940 e il 1941 a Bishopton, in Galles. Dylan e la moglie Caitlin
trascorrevano pomeriggi al pub. Spesso si univa a loro l’amico Vernon Watkins,
che ha lasciato preziose testimonianze su come lavorava Thomas. Proprio di
questa poesia Watkins dice “di averla vista crescere dai primi versi attraverso
tutti gli stadi della composizione”. In una lettera di quel periodo Thomas
scrive: “ I’ve been sitting down trying
to write a poem about a man who fished with a woman for bait and caught a
horrible collection”, secondo quanto scrive Gwen Watkins in Portait of a friend.
La ballata è
citata nel testo della canzone Dolce Luna composta da Fabrizio De André e Francesco
De Gregori. Tra i versi si segnalano
Cammina come un vecchio
marinaio…
la sua ragazza esca
dalle lunghe gambe
fa all'amore niente male…
la sua balena Dolce
Luna
che lo aspetta in alto mare
Dylan con un amico e Vernon Watkins in Galles |
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