Quali sono le intenzioni
dell’Arabia Saudita? Gli sceicchi sauditi detengono le più importanti
risorse/riserve di idrocarburi del pianeta e sono loro che comandano in un’
OPEC che sta perdendo quote nel mercato mondiale del greggio.
Oggi l’OPEC fornisce una
quota pari al 40% del mercato globale, in discesa rispetto all’oltre 50% di
qualche tempo fa. Nonostante il ridimensionamento, non c’è dubbio che il
ministro del petrolio saudita, Ali al Naimi, sia di fatto colui che stabilisce
le politiche dell’ancora potente cartello dei paesi esportatori. E Ali al
Naimi, all’ultima riunione OPEC del novembre scorso, ha imposto di non tagliare
la produzione, innestando un continuo ribasso del costo del petrolio, sceso
sotto i 60 $ al barile.
Sono in molti a sedere al
tavolo da gioco, difficile capire quali siano le carte in mano ai vari
giocatori. Tra gli OPEC, chiara è la posizione dei sudamericani e degli
africani.
Il Venezuela ha un
indebitamento eccessivo che avrebbe bisogno di un petrolio ad oltre 150$ per
non aver problemi di sostenibilità del proprio bilancio. Ancora qualche mese
agli attuali livelli e mantenere il potere, per Maduro, potrebbe diventare un
serio problema.
La Libia è quasi un
ghost-state in cui non si sa quello che accadrà il giorno dopo e chi ricopre
attualmente ruoli decisionali ha tutto l’interesse a incassare subito valuta
estera.
La Nigeria è un mix dei due
stati precedenti. Ha problemi di debito e l’unità statale è messa in
discussione dagli integralisti del Nord del Paese. Ha assoluto bisogno di
denaro e spinge anch’essa per un taglio della produzione.
I ‘piccoli’ del Golfo, nel
breve periodo, non hanno grossi problemi. Bilanci stabili, hanno accumulato
ampie riserve in oro e valute forti quindi possono permettersi di stare al
gioco dell’Arabia Saudita.
Più complessa la situazione
di Iraq e Iran. Qui entrano in gioco diverse variabili quali l’ISIS, i curdi e
il ruolo dei moderati sunniti iraqeni e il loro rapporto con gli sciiti di
entrambi i paesi. Delicata la posizione dell’Iran, colpito dalle sanzioni ma
anche per questo meno vulnerabile perché ha riserve che non sa a chi vendere,
quindi per Teheran il problema del prezzo del petrolio è al momento secondario
rispetto ad altre priorità come quella di rientrare in scena, magari proprio
grazie all’ISIS.
E l’Arabia Saudita? Mantenere
stabile la produzione e puntare sul ribasso dei prezzi ha, nel medio periodo,
innegabili vantaggi per gli sceicchi di Ryad:
→ non perde quote di mercato in un contesto in cui, grazie ai
forti investimenti degli anni scorsi, è aumentato il numero dei potenziali
concorrenti per l’approvvigionamento;
→
mette in crisi il principale competitor non-OPEC, la Russia e gli effetti del
petrolio a basso prezzo si sono subito fatti vedere a Mosca. Senza considerare che
il costo di estrazione del petrolio russo è molto alto e quindi necessita di un
prezzo al barile ben superiore di quello attuale;
→
tiene sotto scacco il rivale storico, l’Iran e se non intervengono fattori esterni
rispetto all’energia (vedi nucleare e ISIS) con il prezzo intorno ai 60$
nessuno è interessato al petrolio invenduto degli ayatollah;
→
può continuare a tenere una condotta ambigua nelle relazioni con gli USA. Se da
un lato la posizione dei sauditi indebolisce tre ‘nemici’ degli USA (Russia,
Iran e Venezuela), dall’altro però può mettere in crisi l’utilizzo degli shale
oils, per i quali sono stati investiti ingenti capitali negli anni scorsi e che
stanno riportando gli USA verso l’autosufficienza energetica ma che un prezzo
così basso li renderebbe non competitivi.
Per
quanto tempo i sauditi riusciranno a guidare il gioco?
anche a me sembra un giochetto contro Russia Iran e Venezuela
RispondiEliminaho letto questo (in ordine):
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=113201&typeb=0&Esaurite-le-carte-lecite--ora-sara-guerra-sporca-
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=113677&typeb=0&Cuba-Turchia-rublo-petrolio-mosse-di-una-scacchiera-mondiale-in-4D
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=113940&typeb=0&La-prima-aggressione-al-Rublo-e-gia-fallita
grazie franz per gli utili riferimenti
RispondiElimina