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venerdì 26 dicembre 2014

PETROLIO

IL PREZZO DEL PETROLIO


Quali sono le intenzioni dell’Arabia Saudita? Gli sceicchi sauditi detengono le più importanti risorse/riserve di idrocarburi del pianeta e sono loro che comandano in un’ OPEC che sta perdendo quote nel mercato mondiale del greggio.

Oggi l’OPEC fornisce una quota pari al 40% del mercato globale, in discesa rispetto all’oltre 50% di qualche tempo fa. Nonostante il ridimensionamento, non c’è dubbio che il ministro del petrolio saudita, Ali al Naimi, sia di fatto colui che stabilisce le politiche dell’ancora potente cartello dei paesi esportatori. E Ali al Naimi, all’ultima riunione OPEC del novembre scorso, ha imposto di non tagliare la produzione, innestando un continuo ribasso del costo del petrolio, sceso sotto i 60 $ al barile.

Sono in molti a sedere al tavolo da gioco, difficile capire quali siano le carte in mano ai vari giocatori. Tra gli OPEC, chiara è la posizione dei sudamericani e degli africani.

Il Venezuela ha un indebitamento eccessivo che avrebbe bisogno di un petrolio ad oltre 150$ per non aver problemi di sostenibilità del proprio bilancio. Ancora qualche mese agli attuali livelli e mantenere il potere, per Maduro, potrebbe diventare un serio problema.

La Libia è quasi un ghost-state in cui non si sa quello che accadrà il giorno dopo e chi ricopre attualmente ruoli decisionali ha tutto l’interesse a incassare subito valuta estera.

La Nigeria è un mix dei due stati precedenti. Ha problemi di debito e l’unità statale è messa in discussione dagli integralisti del Nord del Paese. Ha assoluto bisogno di denaro e spinge anch’essa per un taglio della produzione.

I ‘piccoli’ del Golfo, nel breve periodo, non hanno grossi problemi. Bilanci stabili, hanno accumulato ampie riserve in oro e valute forti quindi possono permettersi di stare al gioco dell’Arabia Saudita.

Più complessa la situazione di Iraq e Iran. Qui entrano in gioco diverse variabili quali l’ISIS, i curdi e il ruolo dei moderati sunniti iraqeni e il loro rapporto con gli sciiti di entrambi i paesi. Delicata la posizione dell’Iran, colpito dalle sanzioni ma anche per questo meno vulnerabile perché ha riserve che non sa a chi vendere, quindi per Teheran il problema del prezzo del petrolio è al momento secondario rispetto ad altre priorità come quella di rientrare in scena, magari proprio grazie all’ISIS.

E l’Arabia Saudita? Mantenere stabile la produzione e puntare sul ribasso dei prezzi ha, nel medio periodo, innegabili vantaggi per gli sceicchi di Ryad:

non perde quote di mercato in un contesto in cui, grazie ai forti investimenti degli anni scorsi, è aumentato il numero dei potenziali concorrenti per l’approvvigionamento;

→ mette in crisi il principale competitor non-OPEC, la Russia e gli effetti del petrolio a basso prezzo si sono subito fatti vedere a Mosca. Senza considerare che il costo di estrazione del petrolio russo è molto alto e quindi necessita di un prezzo al barile ben superiore di quello attuale;

→ tiene sotto scacco il rivale storico, l’Iran e se non intervengono fattori esterni rispetto all’energia (vedi nucleare e ISIS) con il prezzo intorno ai 60$ nessuno è interessato al petrolio invenduto degli ayatollah;

→ può continuare a tenere una condotta ambigua nelle relazioni con gli USA. Se da un lato la posizione dei sauditi indebolisce tre ‘nemici’ degli USA (Russia, Iran e Venezuela), dall’altro però può mettere in crisi l’utilizzo degli shale oils, per i quali sono stati investiti ingenti capitali negli anni scorsi e che stanno riportando gli USA verso l’autosufficienza energetica ma che un prezzo così basso li renderebbe non competitivi.

Per quanto tempo i sauditi riusciranno a guidare il gioco?




2 commenti:

  1. anche a me sembra un giochetto contro Russia Iran e Venezuela

    ho letto questo (in ordine):

    http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=113201&typeb=0&Esaurite-le-carte-lecite--ora-sara-guerra-sporca-

    http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=113677&typeb=0&Cuba-Turchia-rublo-petrolio-mosse-di-una-scacchiera-mondiale-in-4D

    http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=113940&typeb=0&La-prima-aggressione-al-Rublo-e-gia-fallita

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  2. grazie franz per gli utili riferimenti

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