cinema

giovedì 3 febbraio 2011

LA RIVOLUZIONE SECONDO ŽIŽEK

SLAVOJ ŽIŽEK
THE GUARDIAN - 1 FEBBRAIO 2011


Le tesi proposte da Slavoj Žižek in un intervento sul Guardian sono, come è tipico del filosofo sloveno, un punto di vista eccentrico per cercare di riflettere e, se possibile, di capire qualcosa su quanto sta accadendo nel mondo islamico, in particolare arabo.



Parlando della paura dei liberal dei Paesi occidentali e dei loro leader politici che la democrazia nel mondo islamico comporti una automatica conquista del potere da parte degli islamisti, Žižek afferma che “the rise of radical Islamism was always the other side of the disappearance of the secular left in Muslim countries”.


Per supportare questa tesi, e cioè che l’indebolimento della sinistra laica ha favorito l’ascesa dell’islamismo, Žižek porta l’esempio dell’Afghanistan. Egli dice che quel Paese aveva vissuto un’esperienza comunista autonoma che lo aveva salvaguardato dal fondamentalismo e che la caduta di quel regime spianò la strada ai Talebani. Žižek legge gli odierni eventi tunisini ed egiziani secondo questa chiave di lettura. Ma va oltre. Egli asserisce che se le autocrazie di quei Paesi resteranno al potere, magari con qualche “liberal cosmetic surgery”, per citare la sua espressione, ciò porterà ad un rafforzamento della componente integralista. Ed ecco il consiglio del filosofo:
“in order for the key liberal legacy to survive, liberals need the fraternal help of the radical left”.
I liberali devono unirsi alle forze di sinistra.


Proprio quello che invece, secondo Žižek, l’Occidente non sembra voler comprendere. Quando gli appelli che provengono dai leader delle democrazie occidentali parlano di “stable change” o di “peaceful transition”, ciò vuol dire, nel caso dell’Egitto, un compromesso con le attuali forze al potere attraverso un ‘rimpasto’ di facciata e questo per Žižek sarebbe “obscenity”. Dunque, la sola alternativa è quella di liberare il campo dai consolidati gruppi di potere e segnare una pagina di vera svolta segnata dal diritto di autodeterminazione dei popoli.


L’intervento si chiude con un duro giudizio sui sedicenti paladini della democrazia, veri campioni di ipocrisia: “they publicly supported democracy, and now, when the people revolt against the tyrants on behalf of secular freedom and justice, not on behalf of religion, they are all deeply concerned”. E da buon provocatore comunista, come si definisce, cita Mao: Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente.

5 commenti:

  1. Sembrerebbe l'azione più difficile e assurda e invece è questo che i popoli vogliono… almeno quelli a est della nostra 'civile' Europa! Un colpo di spugna! Integrità e chiarezza cosa sono? NON è una provocazione. È la realtà! :/

    RispondiElimina
  2. a proposito, del citato autorevole lessi testi illuminanti assai! Questo è quello che io definisco "intellettuale" utile! ;)

    RispondiElimina
  3. letto l'articolo di Zizek che citi e, ancora una volta, mi trovo a condividere la sua linea di pensiero: d'altronde basta dare un'occhiata a precedenti storici simili.

    RispondiElimina
  4. @ milena
    sempre più non allineata ma in linea con me!

    ti consiglio il film con zizek di cui parlo in un post, una esperta di prospezioni come te non può non perforare tale giacimento di suggestioni

    un abbraccio

    RispondiElimina
  5. @ einz
    io invece ho qualche dubbio sulla sua tesi, comunque zizek è un ganzo, è il più rock tra i filosofi, come viene definito sulla stampa internazionale. anche lui le spara, ogni tanto, ma è giusto così, fa parte del personaggio.

    vale anche per te il consiglio di vedere il suo film sul cinema

    RispondiElimina