L’INVENZIONE DEL POPOLO EBRAICO
SHLOMO SAND – 2010
Questo libro importante si chiude con una serie di domande e, come dice l’autore, più che dare risposte e rassicurare il lettore con certezze, le 500 pagine del saggio lasciano con molto amaro in bocca e con una serie di interrogativi irrisolti.
Shlomo Sand è ordinario di Storia contemporanea all’Università di Tel Aviv e da quando il libro è uscito in ebraico nel 2008, si è trovato, senz’altro consapevolmente, visto il tema affrontato, al centro di un acceso dibattito che ha contribuito a farlo restare per mesi ai vertici delle classifiche di vendita. L’invenzione del popolo ebraico è stato poi tradotto in inglese e la sua uscita negli USA ha amplificato il dibattito tanto che il sito a lui dedicato dal New York Times ha conosciuto un tale successo da renderlo per un lungo periodo il forum più postato del quotidiano.
Cosa dice di tanto sconvolgente Sand da far infuriare gli ebrei (particolarmente feroci le critiche mosse dall’Union des Patrons Juifs de France)? Semplicemente raccoglie una serie di tesi sviluppate in oltre un secolo di saggistica prevalentemente sionista e tira le somme. Due più due fa quattro. E la somma in questo caso è:
- non esiste un popolo ebraico;
- l’esilio dopo la distruzione del Tempio nel Primo secolo dopo Cristo non è attestato storicamente ed è verosimile che non sia proprio avvenuto. Nessuna cacciata degli ebrei dalla Terra Promessa, quindi;
- non c’è un continuum storico tra gli ebrei della Bibbia e gli ebrei odierni, come invece è sempre stato sostenuto;
- non c’è traccia sicura di omogeneità biologica tra coloro che si definiscono ebrei nonostante gli sforzi compiuti dai genetisti israeliani per dimostrare il contrario;
- la maggior parte degli ebrei dell’Europa orientale, il grosso degli ebrei oggi nel mondo, trae origine dai cazari, popolazione originaria delle steppe dell’Asia centrale il cui re si convertì all’ebraismo intorno al VII secolo dell’era volgare;
- lo Stato di Israele non è una democrazia ma un’etnocrazia ebraica con tratti distintivi liberali.
A queste tesi non nuove, Sand dà veste unitaria e puntualmente documentata, così da farle detonare, mettendo di suo l’affermazione che la base etnica dello Stato ebraico e tutta l’ideologia identitaria ad esso connessa, giustifica il colonialismo israeliano e il suo segregazionismo nei confronti dei cittadini israeliani che ebrei non sono, ossia circa un quarto della popolazione.
Il saggio è appassionante, si legge come un romanzo e come tutti i libri riusciti stimola e fa riflettere.
dovrei leggere il libro per poterne parlare ma 500 pagine non le reggo, mi baserò su quello che dici tu.
RispondiEliminami sembrano argomenti sostenuti spesso contro Israele, quindi niente di nuovo. Io sono un sostenitore di Israele, penso che sia un avamposto occidentale circondato da fanatismo e autoritarismo liberticida, meno male che qualcosa si sta muovendo ma questo mi lascia molto preoccupato su quanto potrà accadere.
Israele è una democrazia che gli ebrei hanno difeso con le unghie e con i denti sopportando una vita quotidiana piena di rischi, sempre con la paura di essere colpiti da un momento all'altro da vicini che lo odiano e che vorrebbero farlo sparire dalla carta geografica, in barba a quanto stabilito dall'onu dopo la seconda guerra mondiale.
la politica israeliana non può che essere quella di una democrazia per il popolo ebraico, altrimenti sarebbe destinato a non esistere. poi ognuno compie errori, come quello di continuare la colonizzazione della West Bank e di Gerusalemme Est ma bisogna anche tener conto dell'opinione interna, visto che i politici il voto in Israele se lo devono conquistare in libere elezioni.
noi occidentali non dobbiamo fare l'errore di mettere in discussione Israele, almeno fino a quando anche nel mondo arabo e islamico non maturerà una vera coscienza democratica e liberale.
bel post, Eustaki, stimola il confronto.
saverio, bel commento!
RispondiEliminale cose che dici sono sostanzialmente giuste. Israele e gli ebrei sono sotto assedio e questo serve ad interpretare la storia di quello stato dalla sua nascita nel 1948 ad oggi. vero che c'è stata l'approvazione dell'onu ma è anche vero che c'è stata la guerra dei sei giorni e lo scandalo mai risolto dei territori 'amministrati', come li chiamano loro. sand nel suo bel libro parte da un dato di fatto inconfutabile: una democrazia è tale se si basa sulla eguaglianza civile di tutti i suoi cittadini che sono tali indipendentemente dall'etnia di appartenenza.
questione fondamentale. poi quello che tu dici è giusto ma sul fatto che israele sia una piena democrazia liberale come molti affermano, possono sorgere dubbi fondati.
un salutone e grazie per il tuo commento