cinema

giovedì 1 settembre 2011

JOHN CARPENTER

THE WARD / IL REPARTO
JOHN CARPENTER - 2010




Una certa prevenzione nei confronti del regista. Troppi colpi a vuoto e anche i film migliori mai a raggiungere la forma convincente del capolavoro. Eppure, un certo presentimento… Spesso i film si fiutano a distanza: se per esempio, Il cigno nero faceva pensare ad una ‘boiata pazzesca’, confermata poi dalla visione, questo The Ward invece prometteva bene, così, a fiuto.

I titoli di testa rimandano al Cronenberg di Inseparabili (al miglior Cronenberg quindi). Lo spazio entro il quale si svolgerà il film è subito presentato dalla classica inquadratura per linee oblique, dal basso verso l’alto, in pieno stile noir hollywoodiano anni Quaranta. La clinica psichiatrica troneggia sinistra come castello da romanzo gotico.

E si entra nella storia. La regia si mantiene sottotono.  Patina pastello per dare un tocco sixties a personaggi e ambienti e adeguarli al 1966, anno in cui si svolgono i fatti; carrellate lungo i corridoi che ripetono quelle dell’Overlook Hotel; immediata caratterizzazione dei personaggi secondo gli standard del genere (internati, infermieri, dottori); apparizioni delle presenze da abbecedario per registi di film horror.

Tutto eccessivamente schematico, da tv movies di seconda fascia, quasi irritante: troppo facile rimarcare la banalità di sceneggiatura e direzione. Ma ecco il colpo di scena. Carpenter stava prendendosi gioco di noi spettatori e proprio di quelli più smaliziati e prevenuti.

Il film compie una bella virata nel finale, immettendosi su rotte alla De Palma, procurando ai già ricordati saputelli spettatori, trai quali il sottoscritto, s’intende, una dilettevole sorpresa.

Produzione quasi amatoriale e costi contenuti, risultati decisamente migliori rispetto all’affine e insopportabilmente pretenzioso Shutter Island del Maestro Scorsese.


12 commenti:

  1. vero che gli ultimi prodotti son quasi imbarazzanti..anche il remake de il villaggio dei dannati davvero scadente..ma film come la cosa o 1997 restano davvero grandi film,secondo me..

    RispondiElimina
  2. Proprio qualche sera fa ho visto "Il villaggio dei dannati" e l'ho trovato a dir poco pessimo (sceneggiatura inutile, girato come un televisivo).
    Il miglior Carpenter resta quello di "Essi vivono", "La cosa", "Fog", film che riescono a dire qualche cosa pur restando godibili anche sul mero piano narrativo.

    Non sono d'accordo sulla pretenziosità di "Shutter Island" di Scorsese, io l'ho trovato davvero ottimo. Mi è piaciuto da morire l'utilizzo di tutti i cliché del genere in quanto creazione immaginaria di una mente disperata che pur di non affrontare la realtà si rifugia in un mondo fittizio.

    Ed anche "Il cigno nero" l'ho trovato bellissimo (sì, kitsch da morire, d'accordo, ma proprio in questa esagerazione c'è il superamento che lo rende un film eccellente, un po' come "Il fantasma del palcoscenico" di De Palma).

    Giorni fa, ispirata proprio da un tuo post, ho comprato "L'ultimo vero bacio" di Crumley; ti farò sapere quando l'avro letto.

    Buona giornata

    RispondiElimina
  3. @ brazzz..
    ben tornato br, quando nel post parlo dei film migliori di carpenter mi riferivo proprio ai due da te citati.
    hai ascoltato bon iver? se non lo hai fatto ascoltalo, ne vale la pena, quasi un nuovo wyatt

    a presto

    RispondiElimina
  4. non l'ho ascoltato grazie del consiglio..provvedo..

    RispondiElimina
  5. @ biancaneve..
    bel commento. su aronofsky penso che non abbia azzeccato nemmeno un film. va bene il kitsch ma tutto ha un limite. nel cigno nero c'è di tutto di più: conflitto madre-figlia, assenza del padre, rivalità femminile, amore per il maestro, fobie sessuali, lesbismo inconscio, onirismo, autolesionismo... il tutto reso con una stucchevolezza che nemmeno un babà al rum farcito con panna, crema, cioccolato e mousse di lamponi. se vogliamo fare del kitsch intelligente riguardiamoci true stories di david byrne.

    mi fa piacere per crumley. son convinto che ti divertirai a leggerlo e tienimi informato, ci tengo.

    comunque grazie per il commento stimolante

    RispondiElimina
  6. @ brazzz..
    che velocità.
    è un ascolto impegnativo ma tu hai buon orecchio e ti renderai subito conto dello spessore. bisognerebbe ascoltare tutto il cd in sequenza, magari seguendo i testi che sono notevoli. brano per brano su yt perde un po'.fammi sapere

    RispondiElimina
  7. Non ti è piaciuto nemmeno "Requiem for a dream"?

    Comunque ho notato che è Aronofsky è uno di quei registi che si ama o si detesta senza mezze misure :-D

    Io lo trovo imperfetto ma pieno di energia, mi coinvolge emotivamente ed intellettualmente pur riconoscendone gli eccessi espressivi.
    Lo collocherei sullo stesso piano appunto di un De Palma o di un Jarmusch. Sono registi che hanno carattere, pur nelle imperfezioni. Osano, e questo mi piace ;-)

    RispondiElimina
  8. @ biancaneve..
    di requiem salvo solo una scena, quella dei due strafatti uno dei quali balla. ripresa dall'alto, i due personaggi agli angoli dell'inquadratura in mondi completamente separati, uno statico l'altro dinamico. il resto l'ho trovato molto, molto acerbo.
    jarmush è stato un amore giovanile, quello di stranger than paradise. poi ci fu daunbailò e ho lasciato perdere.
    de palma è un regista che guardo sempre volentieri, negli alti e nei bassi.

    un saluto

    RispondiElimina
  9. Daunbaulò è sicuramente il punto più basso raggiunto da Jarmusch, se non altro perché c'è Benigni che detesto (a dir poco!), e infatti anche di "Taxisti di notte" l'episodio peggiore è proprio quello con Benigni :-D
    "Permanent Vacation" resta il mio preferito (che è anche il primo, se non erro), ma anche "Broken Flowers", che pure è l'ultimo, l'ho trovato gradevole.

    Un saluto a te :-)

    RispondiElimina
  10. parlando di jarmusch..a me piacque molto dead man, lo trovo il migliore cha abbia fatto..e pure mistery train..sarà per il cameo di joe strummer...scorsese trovo che abbia,come dire,perso il tocco da almeno un decennio.ma forse esagero...

    RispondiElimina
  11. @ brazzz

    Sì, infatti Dead Man e Mistery Train sono tra i migliori (peraltro ho inaugurato il mio blog proprio con una breve riflessione su Dead Man) ;-)

    E' vero che Scorsese ha preso un paio di toppe (e forse anche più)nell'ultimo decennio (Gangs of New York, a mio avviso una tronfia farsa piena di elementi retorica, ma anche il monocorde The Aviator), ma Shutter Island, ripeto, l'ho trovato geniale.

    RispondiElimina
  12. @ brazzz e biancaneve...
    grande scambio ragazzi.

    RispondiElimina