Con l’omonimo album d’esordio
di James Blake siamo al post dubstep!
Il ragazzo aveva inciso
qualche EP che Pitchfork, la webzine di riferimento per la ‘best new music’,
aveva inserito tra le migliori uscite dell’ anno scorso. Francamente eccessivo
il giudizio dei sommi critici americani, i brani del giovane inglese lasciavano
sì trapelare qualche buona idea sommersa però da un insistito tessuto sonoro
tutto sommato monotono e poco originale.
Ma ecco che all’inizio del
2011 esce il primo album e il talento supposto trova modo di dispiegarsi in
tempi più lunghi e meditati e il risultato è un album sorprendentemente maturo
e convincente.
Si diceva che siamo al
superamento del dubstep, che resta come impostazione di fondo ma qui la ricerca
da un lato sfronda la ripetitività delle prime prove, dall’altro va in
profondità verso una musica che crea volume, tridimensionalità.
Quest’opera prima può
essere definita di ingegneria sonora. I brani hanno una struttura semplice e
ben definita che lascia molti spazi vuoti che acquistano consistenza grazie ai
suoni, i quali si oggettivano proprio in virtù del loro contrasto con gli
attimi di silenzio, con le pause, le dilatazioni. Le tracce di James Blake sono
moduli architettonici, cubi che si riempiono di suoni e silenzi, pieni e vuoti.
L’album si costruisce come edificio. In questa architettura la voce di James si
declina in varie sfumature, con o senza l’aiuto dell’elettronica e del vocorder,
voce che è il tratto distintivo del disco. Accanto ad essa si avvicendano i
vari strumenti, nel segno della variazione e procedendo quasi per sottrazione
in modo da caratterizzare ogni traccia.
Un solido frame work su
cui si dispiegano minimalisti contrappunti melodici. Questa volta l’accordo con
Pitchfork è pieno: quella di James Blake è ‘best new music’.
Stesse idee chiare negli
ottimi video!
p.s. questo disco e bon iver sono i dischi che ho
maggiormente ascoltato quest’estate. ho saputo con sorpresa che james blake e
justin vernon hanno realizzato un brano in collaborazione per la bbc, mandato in
onda il 24 agosto. collaborazione, per me che apprezzo i due musicisti, molto
gradita. Sembra proprio che le cose non avvengano mai per caso. cercherò di
saperne di più e magari di riuscire a sentire qualcosa. certo, un disco in
coppia sarebbe molto interessante. aspettiamo, chissà.
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