VASILIJ GROSSMAN - 1960
Alexander Deineka, L'assedio di Sebastopoli, 1942
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Un mese, c’è
voluto quasi un mese per leggere Vita e destino. La vita è libertà dice
Grossman, in questo caso la vita diventa letteratura e, seguendo il sillogismo,
si potrebbe concludere che la letteratura è libertà.
Leggere
questo romanzo è stato un ritorno al passato, ad analoghe imprese di lettura
giovanili: Guerra e pace, Delitto e castigo, Oblomov, Zivago. Come questi capolavori
Vita e destino si impone sin dalle prime pagine come ‘classico’, nel segno
della grande tradizione realista russa. Si tratta infatti di un libro
profondamente russo, anzi, esso rappresenta il romanzo-testimonianza di
un’epoca. Per conoscere e comprendere a fondo il periodo staliniano basta
seguire le vicende e i pensieri di uno qualunque dei personaggi di questa
immensa ‘fabrica’ narrativa. Il comunista Grossman ha costruito un’opera
comunista in cui vengono narrate, con tecnica da soap televisiva ripresa da
Tolstoj, le vite di ‘eroi’ comunisti.
All’inizio
risulta complicato orientarsi tra le molte locations, tra i numerosi
personaggi: come la vita, il romanzo di Grossman è vario e affollato. Ma
bastano poche pagine per rendersi conto che siamo di fronte ad un capolavoro,
ad una costruzione tentacolare che stringe a sé, avvince e non permette di
staccarsene. Ecco che la letteratura diventa vita, ecco che il lettore
accompagna i destini di questi uomini e donne, individui che emergono
progressivamente dalle masse e assumono distinte e complesse personalità.
Nel romanzo
non ci sono solo le storie dei singoli nello scenario della Grande Storia.
Inevitabilmente nella narrazione si rispecchia la biografia dell’autore. E come
per il varie volte citato poeta Mandel’stam, vittima e successivamente mito
delle epurazioni staliniane, anche Vita e destino diventa vittima e mito delle
epurazioni degli anni ’60. Proprio perché la letteratura è libertà, il romanzo
di Grossman doveva essere distrutto, non doveva restarne alcuna traccia.
Per nostra
fortuna, amici dello scrittore hanno rischiato la vita per salvare il
manoscritto. I microfilm, molti anni dopo la morte dello scrittore, sono
passati attraverso la cortina di ferro e negli anni ’80 il romanzo è stato
pubblicato in Occidente.
Il comunista
Grossman, scrittore ufficiale al seguito dell’Armata Rossa, pur sconfitto in
vita, con il suo romanzo ha contribuito a distruggere il socialismo reale, una
delle più assurde e tragiche esperienze della Storia dell’Uomo.
Alexander Deineka, Futuri piloti, 1939
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Alexander Deineka, Espansione urbana a Mosca, 1949
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