La prima edizione italiana, 1984
|
Il luogo
principale dell’azione narrativa è Stalingrado sotto l’assedio dei nazisti. Il
tempo è l’autunno del 1942. I protagonisti sono i componenti di una famiglia
russa. Il narratore segue dall’alto e dall’interno le decine di personaggi, tra
principali e corollari e si concede prolessi e analessi, per cui il tempo si
dilata al periodo pre-bellico, in particolare alla ‘collettivizzazione’ del
1937, fino ad alcuni riferimenti al dopoguerra. Anche il campo geografico
dell’azione si amplia e dal Volga arriva al Caspio, agli Urali, a Mosca, con qualche
puntata fino a certi luoghi della Germania hitleriana. Gli ambienti sono i più
diversi. C’è il lager tedesco, quello sovietico, il laboratorio di fisica e la
centrale elettrica, le postazioni militari, la Lubjanka, la città assediata. E
ci sono i commenti, le considerazioni, i pensieri riportati in prima persona
dai vari personaggi ma anche dallo stesso narratore.
Grossman
rimane all’interno della grande tradizione realista russa ed ha come
riferimento Guerra e Pace. Due infatti sono i temi strutturali del romanzo,
come lo erano nell’opera tolstoiana. La vita e la Storia. Per tutte le quasi
novecento pagine è la vita articolata nelle sue magmatiche sfaccettature che si
presenta davanti al lettore. Vita che si oggettivizza nella prassi quotidiana o
prende forma di rielaborazione del vissuto che consente la formulazione di
verità. I personaggi o l’autore grazie all’esperienza giungono alla conoscenza
e il lettore viene reso partecipe di questo dipanarsi dei destini e delle
consapevolezze come se assistesse in sala operatoria ad una operazione. Ma non
è la freddezza del chirurgo a segnare il tratto distintivo del romanzo quanto
la passione dello scienziato che sta sviluppando la teoria che inseguiva da
anni. E materia di questa teoria è l’altro tema fondamentale, la Storia. E se
in Guerra e pace la riflessione si focalizzava sul periodo napoleonico, in Vita
e destino il nodo problematico non può che essere il Comunismo.
E così le
singole vite dei vari Štrum, Krymov, Mostovskoj, Ženia si intrecciano alle
vicende storiche e rendono possibile una tremenda conclusione: le idee di Lenin
che avevano portato alla grande rivoluzione del 1917 si sono trasformate nello
Stalinismo e il Comunismo sovietico si è sovrapposto, fino alla coincidenza,
con il Nazismo. Questa è la verità che i vari personaggi, tutti profondamente
comunisti giungono a percepire ma che da veri proletari leninisti non vogliono
accettare.
La
coincidenza tra l’URSS di Stalin e la Germania nazista è invece teorizzata
senza la minima angoscia dal rappresentante delle SS Liss, direttore del Lager
tedesco, dove si svolge una delle tante scene strepitose del romanzo,
l’interrogatorio tra Liss e l’eroe bolscevico Mostovskoj.
Tra i
numerosi momenti di grande letteratura che questo romanzo ci offre, uno
particolarmente significativo è l’ultima lettera prima dell’esecuzione che
l’ebrea Anna Semenova immagina di scrivere al figlio, il fisico Štrum. Pagine che
andrebbero lette a scuola.
L'edizione Adelphi del 2008
|
a
RispondiElimina