cinema

mercoledì 7 dicembre 2011

MUSICA: MY BEST OF 2011


UN ANNO DI ASCOLTI




Buon anno, questo 2011. Almeno dal punto di vista musicale. Decisamente migliore del 2010. Diversi i dischi interessanti ascoltati e soprattutto incoraggiante il fatto che si tratta in molti casi di debutti o seconde uscite.

Tra gli inossidabili due nomi su tutti: i Radiohead e Keith Jarrett. Chiaro, si va sul sicuro, però non è sempre detto. Per esempio The King of Limbs non è un capolavoro ma almeno un paio di pezzi sono notevoli e quindi è senz’altro da citare, indipendentemente dal brand che ormai rappresenta il gruppo di Oxford. Per Jarrett il discorso è diverso. Con l’album Rio il pianista torna ai massimi livelli, tanto che egli stesso è stato travolto da un insolito entusiasmo alla fine dell’esecuzione delle 15 improvvisazioni che costituiscono il disco. Rio è forse il vero evento dell’anno.

E veniamo alle ‘novità’. Tra gli esordi si segnala James Blake, talentuoso giovincello che, si spera, regalerà ulteriori sorprese. Dal Mali, clamoroso scrigno di gioielli musicali, arriva il debutto di Fatoumata Diawara, una Sade meno patinata e più sanguigna. Restando nell’ambito della World Music, freschissimo il secondo album del chitarrista Aurelio Martinez, crossover tra Africa e Caribe. Opera seconda anche per Justin Vernon. Il suo Bon Iver è forse il miglior disco dell’anno. Da segnalare, en passant, i divertimenti ‘electro-hip-pop’ di AraabMUZIK e il piacevole neoreggae  di Natty, già apprezzato compagno di viaggio di Nitin Sawhney, di cui si ricorda il convincente Last Days of Meaning.

Panorama italiano: poco o nulla. Giusto tre segnalazioni. La canzone sanremese Yanez di Van de Sfroos, la compilation orchestrale Magnifique di un sorprendente Peppino di Capri e il vero cult dell’anno, la band bolognese Lo Stato Sociale. Imperdibile il loro secondo EP Amore ai tempi dell’Ikea.
Justin Vernon




Per chiudere, un video che, per un geografo come me, non poteva passare inosservato

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