ANDREW BIRD - 2012
Dal Midwest stanno arrivando ottimi album. Dopo Bon Iver
dell’anno scorso, ecco un altro disco che si lascia ascoltare e riascoltare e
che è destinato a restare. Registrato in un granaio dell’Illinois, Break it
yourself sprigiona tutto il sapore della tranquillità agreste, con tanto di
grilli e cicale.
Bird, che si definisce “singer, violinist, whistler”, insieme
con gli altri tre musicisti che hanno suonato in Break it yourself , è riuscito
nell’impresa di realizzare un disco omogeneo nelle sue quattordici tracce,
tutte quante di livello medio alto, senza nessuna caduta di stile.
Si tratta di un disco apparentemente tradizionale, dal sapore
country-folk anni Settanta ma le composizioni risultano articolate nella
struttura pur senza mettere mai in discussione la forma-canzone.
In Lusitania, per esempio, a cantare potrebbe benissimo essere la
coppia Neil Young&Nicolette Larson, ma la modulazione allungata dei versi,
il fischiato, il suono dei piatti della batteria, la rendono un’originale
ballata alt-folk di gusto inevitabilmente indie.
Danse Carribe ha invece cambiamenti successivi che partendo da
un ritmo dolce e piano dato da un semplice giro di basso con violino e chitarra ad intrecciarsi, si trasforma in
un calipso dove le percussioni rendono il brano allegro e ballabile. Ma le
virate non finiscono, c’è il tempo per volare dai Caraibi alle brughiere
d’Irlanda con il violino prima vivace e poi malinconico nella chiusura.
Lazy Project inizia come
certi brani onirici di Lennon per assumere una ritmica vagamente
jazzistica e passare, attraverso il fischiato ad un intermezzo melodico
dolcissimo che s’impenna nel ritmo prima della chiusura in calare.
A seguire Near Death Experience: un pizzicato introduce ad un
brano dal ritmo sincopato che disegna figure di tango su suoni e atmosfere pop
sofisticato anni Ottanta con un testo che recita frasi tipo “we’ll dance like
cancer survivors / like your prognosis
was that you should’ve died”.
Insomma ogni traccia presenta le sue peculiarità, le quali sono
comunque sempre appropriate e mai stridenti nel loro essere originali ma al
tempo stesso nel segno della tradizione. Ed è questo che rende Break it
yourself un disco godibilissimo.
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