cinema

giovedì 20 settembre 2012

ALEKSANDR SOKUROV

PADRE E FIGLIO
ALEKSANDR SOKUROV - 2003




Recensione numero 1

Sokurov ha le idee chiare. Usa il mezzo cinematografico con sapienza e con assoluto senso artistico del fotogramma. Ogni inquadratura è un espressivo e calibrato gioco di equilibri: luce ed ombra, linee e volumi, definito ed indefinito. Il risultato è una gioia per gli occhi; è un riportare il cinema alla sua essenza ontologica di arte per la vista.

Ma ‘Padre e figlio’ non è solo una sequenza di momenti visivi perfetti ed esaltanti. Qui il ‘quadro’ si fa narrazione e, soprattutto, sentimento che tocca l’istintività e il razionale. Se il dialogo tra il figlio e la fidanzata è puro cinema, il multiforme sistema relazionale tra padre e figlio implica dinamiche extracinematografiche che ineriscono all’antropologia, alla psicologia, a dinamiche emotive complesse. E Sokurov riesce a comunicare la profondità dell’animo umano sulla superficie bidimensionale dello schermo come solo un vero artista sa fare.

Recensione numero 2

Esercitazioni di autocompiacimento e prendersi gioco dello spettatore. Sokurov, attualmente il più ‘geniale e artistico dei registi’, inscena uno statico balletto erotico tra un padre e un figlio, facendoci credere che si tratta solo di amore paterno-filiale. Corpi seminudi anche sotto la neve di San Pietroburgo (e invece siamo a Lisbona, la geografia non torna), muscoli gonfi, abbracci e sguardi, pose e fissità di amanti estasiati prima dell’amplesso.

Ogni inquadratura è costruita per escludere lo spettatore e al tempo stesso per fargli credere che sta assistendo ad un capolavoro. Ellissi, dialoghi allusivi, frammenti di passato si uniscono ad una scelta cromatica che sottrae colori per virare tutto nei toni giallognoli-vintage (ma di fronte all’artista diremo seppiati).

Ricercatissima la scena tra il figlio e la ragazza, un  dialogo di mezze frasi e di sguardi, di languori e sussurri che costruisce un perfetto spot patinato (e seppiato!) per una nuova, irresistibile eau de parfum.

 

 

3 commenti:

  1. ok sei combattuto fra la uno e la due..son poi così diverse?
    2 versioni della verità?
    attendo moloch...quello davvero un capolavoro

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  2. ciao roberto. a volte penso che di una cosa si possa dire tutto ma anche il contrario di tutto e comunque tutto è relativo. affermando ciò mi viene il dubbio: ma allora non ci sono punti fermi? meglio non dare risposte.

    moloch è lì in attesa, come gli altri film di sok. faust per esempio, è bellissimo ma più di cinque minuti alla volta non si può vedere.

    un caro saluto

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