Tesi
socio-politica up-to-date e molto ruffiana; autore decisamente antipatico;
grandeur francese che fa rabbia; fortuna smaccata che farà vendere milioni di
copie. Eppure il romanzo c’è, ed è anche scritto maledettamente bene, tanto che
sarebbe diventato comunque un caso, indipendentemente dalle circostanze nelle
quali si è trovato ad uscire.
Houellebecq
sposta le traiettorie del presente in avanti di sette anni, tanto da
permettergli di utilizzare le ‘figure’ reali del panorama politico-mediatico
attuale, così da dare verosimiglianza alla storia, alle quali affianca
sorprendenti new entries di finzione. Entro questa cornice futuribile si muove
il protagonista che vuole essere il palinsesto dell’uomo nichilista occidentale,
non sull’orlo, ma già irrimediabilmente sprofondato in una crisi ‘millenarista’.
François è docente universitario, scapolo, che vive una vita la cui uniche
preoccupazioni sono rappresentate dalle scadenze amministrative. Per il resto
tutto si sussegue senza sussulti: lezioni sull’unico argomento che conosce,
Huysmans; scopate con studentesse o escort scelte da cataloghi in rete;
chiacchierate svogliate con colleghi altrettanto demotivati.
Messo in
scena il protagonista, il romanzo assume il tono di un conte philosophique. Houellebecq
ci spiega come la dinamica demografica è destinata a seppellire la società
francese/occidentale nata dall’Illuminismo. Ma il romanzo diventa anche un
testo di critica letteraria, nel quale si ricostruisce la vicenda esistenziale
di Huysmans attraverso la sua produzione letteraria, quasi un universo
parallelo a quello di François che infatti si troverà a far tappa negli stessi
luoghi biografici dello scrittore tardo-romantico. Ci sono anche altri livelli
di racconto, quasi un excursus tra generi diversi: romantico-sessuale, esistenziale,
apocalittico. Houellebecq riesce a gestire e a tenere insieme questi sub
romanzi, dando a Sottomissione il ritmo giusto, in cui tutto è funzionale alla
tesi che costituisce la struttura del testo.
Leggendo qualche
recensione ho notato che molti critici hanno cercato di isolare, nel romanzo,
alcuni temi giudicandoli ridicoli o fuori luogo (in particolare, sembra che
abbiano suscitato interesse le scene di sesso) oppure hanno bocciato la visione
complessiva di Huellebecq stimandola irrealistica. Ripeto, credo che
Sottomissione proponga la visione coerente di un romanziere in cui ogni particolare
trova giustificazione nello sviluppo del testo stesso, dimostrando la maturità
creativa dell’autore.
Bella analisi, Eustaki, in poche righe sintetizzi un universo narrativo che s’indovina complesso. Devo dire che non ho mai preso molto in considerazione Houellebecq, ho verso di lui dei pregiudizi, sarà perché, come dici tu, è antipatico; Huysmans invece è stato per me un autore fondamentale. Con questo breve scritto mi hai incuriosito. A questo punto penso proprio che leggerò il libro.
RispondiEliminaciao ettore. è senz'altro un libro da leggere. e discuterne
RispondiEliminaComprato ! Grazie
RispondiEliminaciao antonio, un salutone
RispondiEliminaciao antonio, un salutone
RispondiEliminaCiao Eustaki. Oggi ho pubblicato sul mio blog una mia riflessione su ”Sottomissione”. Un caro saluto.
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