IN STRICT TEMPO
DAVE BALL - 1983
Erano i primi Ottanta, all’Università si studiavano temi quali “L’estetica postmoderna da John Barth a Blade runner”, si beveva oceano ai parties psicopatici di Gaznevadiana memoria, l’Aids distruggeva le migliori menti della mia generazione, per dirla con Allen Ginsberg e usciva un disco che come lampo illuminava quel periodo e come lampo rapido si disperdeva lasciando barbagli di suoni in testa.
Ok, c’erano appena stati Eno&Byrne nascosti nella boscaglia dei fantasmi ma questo In strict tempo assumeva il postmodernismo colto newyorkese e lo adeguava ad una dimensione meno snob ed elitaria e più istintiva, modaiola ed effimera magari ma proprio per questo maggiormente in linea con i principi estetici del periodo.
Dopo la proficua esperienza con Marc ‘Mambas’, Dave Ball incide questo album invitando alcuni amici a giocare al piccolo chimico.
Già la cover è tutto un programma, con il soggetto, le due figure e le luci presi direttamente da qualche Indiana Jones (altra postmodernism icon, dicevano certi testi di esame di allora) solo più ambiguo e di tendenza.
I materiali sonori (MaSo, la citazione è voluta) sono i più disparati, si va dall’elettronica sinfonica con ensemble di archi stile Ciaikovskij al country&western da parodia; dal dancefloor alla suite stile colonna sonora anni Settanta con sax e sottofondi urbani; dalle marce con rulli di grancassa sintetica alla melodia suadente, da Vangelis al blaxploitation. Anche la forma/durata dei singoli brani è molto varia, dal minuto di un intermezzo musicale agli oltre dodici delle American stories, il cui titolo fa molto Laurie Anderson ma con meno pretese intellettualistiche. Ci sono poi i canonici tre/quattro minuti per quelle che sono canzoni tradizionali. Come si vede ce n’è per tutti i gusti.
Non solo ma tra gli amici che Dave Ball chiama a raccolta ci sono delle personalità di culto, quali la pianista e compositrice Virginia Astley, qui in veste di flautista, Gavin Friday , già voce dei mitici Virgin Prunes e il guru-artista totale Genesis P-Orridge dei Throbbing Gristle, il quale scrive i testi e dà la voce a due brani.
Soundtrack di una stagione, In strict tempo non fa una piega a riascoltalo oggi.
Questo post è dedicato alla memoria di Alessandro Calovolo.
la copertina da sola mi fa sballare! :D
RispondiEliminaprocuro subito, grazie per la dritta
postmoderno, oceano, party, MaSo, NevadaGaz, TG eccetera eccetera
RispondiEliminama che post
stavolta eustaki hai scovato un pezzo di sopraffina archeologia wave
:-O :-)8-)
scegli tu
@ roby
RispondiEliminanon si trova molto facilmente
buon ascolto
@ saverio
RispondiElimina:))))) :: --- oo
spiegati meglio, no country for young men
stay icon
@ saverio
RispondiEliminastavo scherzando e una buona domenica
Bellissimo. Ave a mio cugino illuminante pachiderma che mi soffiava fuori questi capolavori! ;) Lui ce l'ha!
RispondiElimina@ milena, donna di mille risorse.
RispondiEliminasaluta tuo cugino
Capolavoro assoluto. Lo comprai appena usci' (ovviamente era in vinile), poi ho comprato anche il cd quando l'hanno realizzato. "Sincerity" è incredibile, ma anche "Man in the man" è un capolavoro.
RispondiEliminagrande anonimo. se avevi il vinile sei proprio un grande. magari la prossima volta che capiti negli orti lascia un segno meno anonimo
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