cinema

martedì 15 febbraio 2011

IÑÁRRITU / ARRIAGA

TRILOGIA DELLA MORTE (E DELL’AMORE)
IL PULP - MÉLO AL CHILI 2000 - 2003 - 2006



Si ricordano grandi coppie nella storia del cinema, da Ferreri-Aczona a Fellini-Flaiano a Kieslowski-Piesiewicz, per restare a quelle che considero di valore assoluto. Gli anni Zero hanno visto l’affermazione internazionale della coppia messicana Iñárritu-Arriaga con i tre titoli che dal 2000 al 2006 compongono la così detta Death Trilogy. I tre film sono ‘Rubrik-movies’, film nei quali la successione logico-cronologica dei fatti viene scomposta e ricomposta in virtuosismi che se non raggiungono l’inguardabilità di un film come Memento di Nolan, non hanno nemmeno l’ironia di Tarantino e ancor meno il rigore mai pedante/pesante di quel capolavoro Rubrik che è The Killing, per fare i primi esempi che vengono in mente.



La scomposizione dell’ordine narrativo sembra che sia il tratto irrinunciabile per raccontare storie ‘impegnate’, ‘d’autore’. Ma se ci si lega troppo alla regola si rischia di restarne prigionieri e quella che appare come la cifra stilistica finisce per diventare manierismo.


E proprio questo è capitato ai due autori messicani. Partono con Amore perros, in cui viene applicata alla lettera la lezione di Pulp Fiction nella costruzione della sceneggiatura. I tre episodi sono girati bene ma il film manca di coesione, con alcune situazioni e certi personaggi fuori fuoco. Completamente sbagliato il personaggio del guerrigliero-barbone, melensa la storia extraconiugale alto borghese, si salva l’episodio ‘basso’, con il rapporto fra cognati credibile, i ruoli pienamente caratterizzati e girato con mestiere. Per Iñárritu ed Arriaga si aprono le porte di Hollywood.


Il budget si fa consistente e arrivano le star. Del 2003 è 21 grammi, e sorgono i problemi. Il pulp si fa melodramma, il regista non controlla Penn che strafà e si porta a casa la coppa Volpi. È un cinema barocco quello di 21 grammi, dove si procede per accumulo e il risultato è un eccesso di tutto: morte, amore, lacrime, ego così da accontentare tutti.


I due continuano a seguire gli stessi moduli ma dilatando lo spazio. Dai pochi quartieri della stessa città di Amore perros al mondo di Babel: Messico, USA, Marocco, Giappone. I tempi restano eccessivi, due ore e venti, e le storie seguite dal regista nella babele linguistica non portano a nulla. Iñárritu è a suo agio nelle scene messicane del matrimonio anche se i guai al posto di blocco sono talmente prevedibili da inficiare la riuscita dell’episodio. Interessanti le ‘soggettive uditive’ che hanno per protagonista la inquieta teen-ager giapponese. Un po’ poco per gridare al capolavoro.

12 commenti:

  1. grande eustaki, sei un "analitico" come pochi. 21 grammi mi piacque, ero alle prime armi eh, però leggendo come dici, che "accumula", ho capito anche di altri film.
    mi scappello a te, intenditor non-qualunque :)

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  2. voglio vedere il nuovoooooooooooo! anche per verificare l'assenza di uno dei due componenti la coppia che sembrava affermata ormai ;) scusa sono esagitata! 666)

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  3. Biutiful è una schifezza. lungo, sciagure su sciagure manco Giobbe. Ho letto la rece della Mancuso e lo stronca.

    Ha ragione Robydick, recensione molto acuta.

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  4. vabbè, hai massacrato così tranquillamente una gran trilogia dei nostri tempi? :)
    per me non sono tre capolavori, ma comunque 3 film con i controcazzi. il mio preferito è 21 grammi, forse ruffiano ma decisamente è riuscito a conquistare il mio cuore.
    amores perros è pieno di difetti ma anche un esordio vitale. babel l'ho visto da poco e l'ho trovato ottimo, soprattutto l'episodio giapponese

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  5. @ roby, grazie e non scappellarti troppo!

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  6. @ milena, che hai fatto per essere esagitata?

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  7. @ saverio, pure io seguo mariarosa e il nuovo cinema mancuso anche se a volte resta imbrogliata nelle sue matasse

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  8. @ marco cannibal, ebbene sì, lo ammetto, mi piace massacrare. come direbbe il mio amico luigi-ferdinando, bagatelle per un massacro

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  9. @ Eustaki: non si capisce dal mio post quanto sia esageratamente agitata? da tanto, da troppo… motivi personali, professionali e moral-civili! :/

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  10. Amores Perros per me invece è un gran bel film; perdonami, ma il paragone con Tarantino lo trovo del tutto inappropriato.
    Non c'entra la scomposione narrativa.
    E' semmai un film corale - in cui tre storie apparentemente disgiunte tra loro (per collocazione sociale e spaziale) - vengono accomunate e messe in relazione dall'evento cardine dell'incidente stradale.
    Complessivamente è un film molto coeso (a differenza di quello che avverrà poi con "21 grammi", che risulta molto sfilacciato e mera ripetizione stilistica del precedente, ma deprivata del quid originale), e la coesione è mantenuta proprio dal leit-motif dell'incidente.

    L'incidente stradale inoltre sembra acquisire una valenza metafisica, proprio in virtù della sua capacità di catalizzare "destini" altrimenti separati.

    Non mi sono piaciuti gli altri di Inarritu; sarei disposta a salvare "21 grammi", ma solo perché vi recitano attori molto bravi che nobilitano il tutto. Inguardabile Babel. Ho fatto a meno di Biutiful.

    Ciao ciao ;-)

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  11. @ biancaneve... a parte tarantino e la scomposizione, su un fatto siamo d'accordo: la parabola è in discesa.
    ancora grazie per i commenti

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