ROBERTO BOLAÑO - 2004
Ansky pensa e universi paralleli.
Solo nel disordine siamo concepibili
2666
Il protagonista
invisibile, di cui conosciamo il nome, Benno von Arcimboldi, è uno scrittore
tedesco. Si mettono sulle sue tracce quattro critici: un’inglese, un italiano,
un francese e uno spagnolo. Le strade portano al Messico, come quelle di un sicario
che braccava un presunto traditore. Il deserto e la frontiera inghiottono i
destini e qualcuno, ripetutamente, affonda un pugnale in un ventre. Bastone contro
mani nude, imprecazione contro oscenità. Tonante, corrotta, strafatta, la polizia
messicana interviene e arresta un supposto serial killer, un tedesco con radici
in riva al Baltico, un bambino che assomiglia a un’alga. Le vicende delle
centinaia di pagine è impossibile riassumerle. Vi è un vertiginoso pullulare di
dramatis personae ed una vasta peregrinazione che abbraccia tre continenti. Dalle
capitali culturali dell’Europa al deserto del Sonora; dalle periferie
afroamericane di Detroit elle maquilladoras della Frontiera ; dalla Pomerania
alle Alpi Transilvaniche; dall’Ucraina al Mar di Okhotsk.
Già s’intravede
l’argomento generale: l’insaziabile ricerca di un’anima attraverso le tracce
esigue che ha lasciato nelle altre. A misura che i personaggi intervenuti hanno
conosciuto più da presso von Arcimboldi, è maggiore in essi la consapevolezza
della verità ma si comprende che non sono altro che semplici specchi. La tecnica
matematica è qui applicabile: il labirintico romanzo di Bolaño è una
progressione ascendente il cui termine finale è il presentito «uomo che si
chiama Benno von Arcimboldi».
L’antecedente immediato di Arcimboldi è un professore di
filosofia cileno in esilio; predecessore di questo professore è un ebreo
askenazita fucilato dai nazisti in Ucraina; predecessore dell’ebreo è un
giornalista che scrive su una rivista afroamericana di New York…
Scrittore enciclopedico di un romanzo enciclopedico, Roberto
Bolaño espande Borges e lo congiunge ad
Eco. 2666 è una vertigine che si protrae per un migliaio di pagine. 2666 è un
gorgo letterario che inghiotte e il naufragare è dolce in questo gorgo.
Gustave Courbet, Le retour de la conférence - 1863 - originale distrutto |
Gustave Courbet, L'atelier du peintre - 1855 - Parigi, Museo d'Orsay
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ancora non ci sono arrivato, ma so che mi piacerà molto
RispondiEliminarecentemente ho letto questo:
http://stanlec.blogspot.it/2012/07/il-terzo-reich-roberto-bolano.html