cinema

venerdì 25 giugno 2010

OTTO PREMINGER

LAURA - 1944
OTTO PREMINGER

Regista solido e concreto, Otto Preminger è uno dei grandi professionisti di Hollywood, attivo per una cinquantina di anni con titoli che spaziano dal noir ai drammi sociali, dalla commedia brillante al musical al film storico. Pur restando un regista da major, quindi pienamente inserito nel meccanismo dell’industria cinematografica, con Laura(Vertigine in italiano) Preminger firma un noir decisamente innovativo e non convenzionale. Il film, del 1944, si dimostrerà un ottimo successo di pubblico e critica, dando un certo potere contrattuale al regista.
La scena iniziale è sorprendente. McPherson, poliziotto che indaga sull’omicidio di Laura, una bella professionista di successo, interroga un amico di lei. L’interrogatorio si svolge in un raffinato appartamento, mentre l’interrogato, un giornalista dannunziano, sta scrivendo a macchina nella vasca da bagno. Il maturo esteta, il poliziotto impacciato e ‘tutto muscoli’, come verrà sottolineato, e Laura che conosciamo grazie un ritratto che turba il detective. Attraverso dei flash back veniamo a conoscenza della vittima, della sua spregiudicatezza e libertà di vedute, ma anche di una certa ingenuità, specie nel suo rapporto con il fidanzato Jimmy, un altro ‘tutto muscoli’ che non tarda a consolarsi con chi può garantirgli immediato piacere e denaro, anche se si tratta della zia di Laura. Quindi un noir in cui l’omicidio è già avvenuto, il detective è un debole dedito all’alcool, la vittima è una donna in carriera succube del fascino maschile, il fidanzato un gigolò, il narratore un decadente effeminato, la zia una cinica amorale e poi il colpo di scena.
Girato prevalentemente in interni, in bianco e nero naturale, senza effetti espressionistici di regia, il film si basa sui caratteri e sul plot, dimostrando l’asciutta concretezza di Preminger, per un risultato molto diverso rispetto agli altri grandi noir del periodo(Wilder, Hitchcock, Huston). Si direbbe un nero da camera, con fuori la pioggia che batte incessante.


Emblematico il dialogo tra la zia Anne e Laura
Anne: che ti prende Laura?
L: sono un po’ nervosa
A: anch’io. McPherson sospetta Jimmy
L: pare che sospetti anche me, e così fanno anche certi amici miei
A: tu? Ma è assurdo, mai potresti fare una cosa simile
L: e Jimmy?
A: non credo che sia stato lui ma ne è capace. E tu ti interessi all’ispettore come lui a te?
L: mah, l’ho visto ieri per la prima volta
A: è più che sufficiente talvolta, comunque è meglio lui di Jimmy. Chiunque lo è. Jimmy è più adatto per me, posso pagarmelo e lo capisco bene, è un poco di buono ma è lui che voglio. Io non sono una persona per bene e nemmeno lui. Sa che io lo conosco e sa anche che non m’importa, del resto. Noi ci apparteniamo, siamo due deboli alla deriva, lui è come me, per questo lo so capace di uccidere. Anch’io c’ho pensato. Anne esce.

Macchina da presa fissa, camera da letto, Laura seduta davanti ad uno specchio fuma, sguardo nel vuoto. Anne, in piedi, si ritocca accuratamente il trucco fissando lo specchietto, si sistema il cappellino ed esce in un gioco misurato di immagini riflesse nei vari specchi della camera.
Posa delle attrici, contesto scenico, fissità della ripresa, campo stretto che si allarga grazie alle superfici riflettenti, eleganza di arredi, abiti, figure e cinismo del dialogo compongono una insuperabile lezione di cinema.

6 commenti:

  1. Di Otto a me piace molto "Anatomia di Omicidio"
    :)

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  2. reanto, sempre più grande. bellissimo film

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  3. cmq non mi hai risposto ...sei ganzo eh?

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  4. vai al post dei Tarm e rispondi , non fare il furbetto ;)

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  5. Guarda che stavo scherzando, sono solo battute , ho anche messo l'occhiolino all'ultimo commento. Ho capito che non vuoi dirlo e va bene così. Ci mancherebbe...
    Mi spiace..ciao

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