MUSÉE DES BEAUX ARTS 1938
Pietre Breughel - La caduta di Icaro 1569 |
Sulla sofferenza non sbagliavano mai,
i Vecchi Maestri: come ben comprendevano
il suo ruolo nelle vicende umane; come essa si svolga
mentre c’è chi continui a mangiare o ad aprire una finestra o solo gironzolare senza meta;
come, quando gli anziani reverenti appassionati aspettano
la nascita miracolosa, debbano sempre esserci
bimbi ai quali non importa particolarmente che essa avvenga, e continuano a pattinare
su uno stagno ai margini del bosco:
non dimenticavano mai
che anche l’atroce martirio necessariamente segue il suo corso
comunque in un angolo, in qualche sudicio posto
dove i cani continuano con la loro vita da cani e il cavallo del torturatore
gratta il suo innocente sedere ad un albero.
Nell’Icaro di Brueghel, per esempio: come tutto si svolge
molto serenamente rispetto al disastro; l’aratore può
aver udito il tonfo, il grido disperato,
ma per lui ciò non era che un insignificante fallimento; il sole splendeva
come doveva sulle bianche gambe inghiottite nelle verdi
acque; e la ricca ed elegante nave che doveva aver assistito
a qualcosa di straordinario, un ragazzo cadere dal cielo,
aveva una meta da raggiungere e placida veleggiava via.
Traduzione di eustaki
FORSE FREUD STA PENSANDO CHE LA MASCHERA DI NIETZSCHE GLI STA STRETTA!!
RispondiEliminaPAESAGGIO CON LA CADUTA DI ICARO
RispondiEliminaSecondo Brueghel
quando Icaro cadde
era primavera
un contadino arava
il suo campo
tutta la cerimonia
dell’anno era
in cammino formicolando
vicino
alla riva del mare
intenta
solo a sé
sudando nel sole
che fuse
le ali di cera
non lontano
dalla costa
c’era
un tuffo del tutto ignorato
era
Icaro che annegava.
(da “Immagini da Bruegel e altre poesie”, 1962)