cinema

giovedì 10 giugno 2010

WYSTAN HUGH AUDEN

WYSTAN HUGH AUDEN
MUSÉE DES BEAUX ARTS 1938

Pietre Breughel - La caduta di Icaro  1569















Sulla sofferenza non sbagliavano mai,
i Vecchi Maestri: come ben comprendevano
il suo ruolo nelle vicende umane; come essa si svolga
mentre c’è chi continui a mangiare o ad aprire una finestra o solo gironzolare senza meta;
come, quando gli anziani reverenti appassionati aspettano
la nascita miracolosa, debbano sempre esserci
bimbi ai quali non importa particolarmente che essa avvenga, e continuano a pattinare
su uno stagno ai margini del bosco:
non dimenticavano mai
che anche l’atroce martirio necessariamente segue il suo corso
comunque in un angolo, in qualche sudicio posto
dove i cani continuano con la loro vita da cani e il cavallo del torturatore
gratta il suo innocente sedere ad un albero.


Nell’Icaro di Brueghel, per esempio: come tutto si svolge
molto serenamente rispetto al disastro; l’aratore può
aver udito il tonfo, il grido disperato,
ma per lui ciò non era che un insignificante fallimento; il sole splendeva
come doveva sulle bianche gambe inghiottite nelle verdi
acque; e la ricca ed elegante nave che doveva aver assistito
a qualcosa di straordinario, un ragazzo cadere dal cielo,
aveva una meta da raggiungere e placida veleggiava via.


Traduzione di eustaki

2 commenti:

  1. FORSE FREUD STA PENSANDO CHE LA MASCHERA DI NIETZSCHE GLI STA STRETTA!!

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  2. PAESAGGIO CON LA CADUTA DI ICARO

    Secondo Brueghel
    quando Icaro cadde
    era primavera

    un contadino arava
    il suo campo
    tutta la cerimonia

    dell’anno era
    in cammino formicolando
    vicino

    alla riva del mare
    intenta
    solo a sé

    sudando nel sole
    che fuse
    le ali di cera

    non lontano
    dalla costa
    c’era

    un tuffo del tutto ignorato
    era
    Icaro che annegava.

    (da “Immagini da Bruegel e altre poesie”, 1962)

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