cinema

sabato 30 ottobre 2010

DAVID MICHÔD

ANIMAL KINGDOM
DAVID MICHÔD - 2010


L’esordiente regista e sceneggiatore David Michôd, dopo un lavoro di scrittura durato diversi anni, decide di confezionare il suo prodotto di fiction come se fosse un documentario/saggio. Animal Kingdom potrebbe avere come sottotitolo “Per un’etologia del criminale”.             
Anonima città contemporanea fatta di quartieri residenziali con giardino, periferie non strutturate, supermercati e fast food gestiti da asiatici. Siamo a Melbourne, Australia, e lo sguardo distaccato dell’adolescente Joshua ci mostra la sorda violenza e l’affetto animalesco che sorreggono un branco familiare. La strutture gerarchica del branco fa capo ad una eccezionale figura matriarcale verso la quale convergono tutte le pulsioni dei componenti del clan. Madre e nonna che ha il volto di Jacki Weaver, quasi una Deneuve fortemente segnata dalla vita ma tenera con i figli che incita e che consola, anche con baci sulla bocca troppo insistiti per essere solo manifestazioni di tenerezza.
La famiglia Cody ha una marcata propensione ad allargarsi e ad accogliere nipoti, fidanzate, amici che insieme ai tre figli, tutti e tre ben caratterizzati, scatenano dinamiche che il regista segue con passo felpato, facendo attenzione a non farsi notare dagli “animali” osservati nel loro ambiante naturale.
Siamo all’opposto di Pulp Fiction. Il tema è simile: morti per overdose, traffici illeciti, omicidi ma lo stile è completamente diverso. Colonna sonora non invadente, ritmo rallentato con uso dello slow-motion, mancata sottolineatura dei momenti di forte tensione. Sembra che il regista usi la tecnica della sottrazione. Pure essendo infatti la materia trattata ricchissima di personaggi, storie, situazioni, la resa è quasi improntata al minimalismo. Esemplare la scena iniziale con Joshua attonito davanti ad un quiz show mentre la madre muore sul divano. Lo spettatore attende una scossa, un’esplosione, una trovata filmica invece non accade nulla. Interviene asetticamente la pubblica assistenza, la madre muore e Joshua con un solo guanto da cucina calzato resta con lo sguardo perso verso il televisore. La macchina da presa è quella dell’etologo che sta studiando il regno animale.

2 commenti:

  1. mooolto invitante!
    me lo segno senza indugi. la sola parola etologia basta ad intrigarmi

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  2. salve roby, il film è molto interessante. meditato, girato con estrema cura e attenzione. sentiremo ancora parlare del regista
    ti piacerà senza alcun dubbio

    stay free

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