A SINGLE MAN
TOM FORD - 2009
Film rallentato. La perdita improvvisa della persona amata lascia un vuoto nella vita di un maturo professore universitario inglese.
California, 1962, piena crisi cubana, che ritorna a più riprese per dare un tocco realistico ad una vicenda che di realistico ha ben poco. Tutto è finto, lindo e curatissimo, è pulita perfino la macchia d’inchiostro sulle lenzuola o il volto insanguinato del compagno morto in un incidente.
La ricostruzione delle atmosfere sixties è soltanto un continuo set fotografico per rivista patinata e la villa in cui abita il protagonista è completamente fuori luogo. Evidentemente a Ford interessava l’impatto figurativo degli interni in legno con vista su un giardino perfetto, come perfetti sono i personaggi di contorno, tutti ovviamente bellissimi e pronti per la sfilata.
Il ritmo come si diceva è rallentato, per dar modo al pubblico di gustare la costruzione delle scene, quasi fossero appunto foto in movimento. Emblematica quella in cui fa da sfondo ai due attori il gigantesco cartellone di Psycho. Ford non si fa mancare niente e allora ecco i due amanti in bianco e nero nel ricordo. Per esprimere le concezioni estetiche del regista bastava qualche scatto di Bruce Weber accompagnato dalla musica di Nyman, in A single man sostituito dal bravo compositore polacco Abel Korzeniowski ma l’effetto Greenaway è solo sfiorato. E pensare che il film è tratto dal libro autobiografico di Christopher Isherwood, ma quelle erano altre atmosfere, che sono genialmente presenti anche in certi versi di Auden, non nel film di Tom Ford.
Ecco un film che mi sono dimenticato di vedere! :D
RispondiEliminaGrazie eustaki....senti ..ma rallentato quanto?.....ronf... ronf...no a a parte gli scherzi deve esser un bel film poi sento che mi piace la tua recenZione mi ha acchiappato...se non erro questo mese è su sky
se no lo compro..se no... ;)
buona domenica
io non ho sky, sono favorevole all'opzione 'se no...'
RispondiEliminala domenica l'ho passata a finire la vendemmia. una bella domenica.
grazie per essere passato dagli orti