L'AFFAIRE MORO
LEONARDO SCIASCIA - 1983
All’interno della vasta bibliografia sul caso Moro molti sono i titoli degni di nota, tra di essi i due saggi di Sergio Flamigni, in particolare Convergenze parallele, Eseguendo la sentenza di Giovanni Bianconi e soprattutto i libri di Giuseppe Fasanella tra i quali l’inquietante Il misterioso intermediario - Igor Markevic e il caso Moro scritto con Giuseppe Rocca nel 2003 Edizioni Einaudi e al centro di poco chiare vicende editoriali. Ma il più ‘bello’ di tutti è senza dubbio L’affaire Moro di Leonardo Sciascia.
La penna di Sciascia è un questo suo volumetto leggera ed ispirata, la leggerezza dell’uccello e non della piuma, per citare Valéry. E infatti come un uccello la lingua arguta di Sciascia spazia per campi aerei che sono letteratura ma non dimentica mai l’obiettivo, che è quello di una missione civile. Deputato radicale, nel 1982 lo scrittore siciliano presenta nell’ambito della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage di Via Fani una relazione di minoranza di esemplare chiarezza e incisività. Nel testo ‘privato’ L’affaire Moro, uscito per Sellerio nel 1978-1983, Sciascia si pone nel solco del suo più tipico e riuscito genere di scrittura, la cronaca storica vista attraverso la lente d’ingrandimento del fine letterato.
Subito in apertura l’omaggio a Pasolini ma anche una presa di distanza dal troppo sanguigno autore friulano. Sciascia resta un illuminista e anche in questo ‘elzeviro’ è sempre presente, più o meno dichiarata, la sua critica al marxismo.
Il libro procede seguendo tutte le fasi del sequestro, evidenziando incongruenze, contraddizioni e dubbi. Dubbi che invece non turbarono mai la posizione assunta dai due partiti di massa dell’epoca, DC e PCI, sullo sfondo del Compromesso storico.
Attenta è l’analisi testuale delle lettere di Aldo Moro, e qui Sciascia raggiunge risultati altissimi dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, la qualità della sua scrittura.
La lettura del libro è avvincente, come in tutte le ricostruzioni in chiave ‘gialla’ di Sciascia che trova, come sempre, il modo di citare i ‘suoi’ autori Stendhal, Pirandello, Manzoni e Savinio.
molto, molto incisivo questo libro! Alla fine ero ancor più dilaniata e colma di dubbi, ma tant'è, secondo me questo era il risultato ovvio e forse il finale voluto! :/
RispondiEliminasì milena, molta amarezza
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