VIENIVIACONME
29 NOVEMBRE 2010
“Sia chiaro: i consigli che il Segretario della Repubblica di Firenze dedicava al Principe in verità non sono a lui rivolti ma alla popolazione intiera del proprio regno. In poche parole si tratta di un vero e proprio machiavello col quale, fingendo di parlare al signore, si vuol dar l’avvisata ad ogni cittadino di come si articola e con quali trucchi si muove la macchina del potere”.
Questa l’introduzione di un Dario Fo in grande forma all’elenco di consigli ‘machiavellici’ proposto a vieniviaconme. Intanto un finalmente! Machiavelli in prima serata è qualcosa di eccezionale e graditissimo. Poi, non è il solito Machiavelli additato come esempio di cinismo diabolico e quindi contrario al buonismo immacolato dei benpensanti. Fo lo dice chiaramente, il pensiero del Segretario, specie quello dei Discorsi e degli Orti Oricellari ha sempre guardato alla repubblica e ad una certa libertà (libertà relativa a quei tempi, si capisce). Era soprattutto il popolo che gli stava a cuore, e anche qui per popolo s’intende sempre una élite. Sono state le tristi vicende della vita a fargli scrivere il Principe, lucido e disperato tentativo per rientrare in gioco, dopo i rovesci di fortuna, la galera e la tortura e l’esilio all’Albergaccio. Troppo compromesso Niccolò. Tutti sapevano della sua grandezza ma anche della sua testardaggine poco incline alla sottile scaltrezza curiale che gioverà tanto al ‘democristiano’ Guicciardini. Ma anche questa volta Machiavelli risulta un po’ tradito dal comunque bel monologo di Fo. Sì perché i consigli non sono Machiavelli ma ancora una volta machiavellismo. Come per l’arcinoto ‘il fine giustifica i mezzi’, anche i cinque consigli enunciati in trasmissione non si trovano nelle pagine del Principe. Sono una rielaborazione, una sintesi machiavelliana non testuale ma va bene ugualmente. Il senso è arrivato.
In conclusione. Pare che il Principe sia uno dei libri preferiti da Silvio Berlusconi, uno di quelli che si tengono sul comodino. È un libro immenso e mai come oggi rileggerlo fa comprendere i meccanismi del potere. È un libriccino però da leggere non per raggiungere e mantenere il potere da parte di un signore ma, come ben dice Fo, per metterlo a nudo. Niente da dire, nonostante gli stenti, la sfortuna e le umiliazioni subite dopo i fattacci di Prato del 1512, Machiavelli aveva compreso tutto ma a lui servì a poco.
caro eustaki
RispondiEliminasembra proprio che tu sia stato punto sul vivo con machiavelli.
a me la trasmissione di fazio e saviano è piaciuta molto
e sono un grande fan di fo
alla prossima
È uno degli interventi, secondo me, più significativi, per nulla buonista e oscuro, anzi… chiarissimo tra le righe il messaggio che tu hai sottolineato! Ciao a presto!
RispondiElimina@saverio
RispondiEliminacosa pretendevi da uno che chiama il suo blog ortioricellari e ha come foto del profilo il ritratto di niccolò
invece fo non mi fa impazzire
@ petrolio
RispondiEliminaa me sono piaciute anche altre due o tre cosette del programma