cinema

domenica 5 dicembre 2010

GUIDO MORSELLI

ROMA SENZA PAPA
GUIDO MORSELLI – 1966



Copertina prima edizione Adelphi, 1974
Don Walter torna in Italia dopo trent’anni per un’udienza con Papa Giovanni XXIV. La città eterna è in decadenza. Pochi turisti, strade sporche, prostitute e bande di ‘regazzini’. Il Papa ha traslocato, si è trasferito in un compound in piena campagna, a Zagarolo lasciando Roma orfana della sua millenaria presenza.
Don Walter, prete svizzero, sposato, giornalista e autore di un saggio in difesa della Iperdulia, va continuamente col pensiero al suo soggiorno romano della fine degli anni Sessanta. Il tempo in cui questo stupefacente romanzo di ‘fantateologia’ è stato scritto, il 1966, è nella finzione il ‘tempo perduto’ del ricordo, costantemente messo a confronto con quello che nel romanzo è il presente ma che fuori finzione costituiva il futuro. Come al solito Morselli lascia di stucco. Pensare che questo ‘unicum’ della letteratura italiana sia stato scritto nel 1966 suona come incredibile. Come oggi pare incredibile che in vita Morselli non riuscì a pubblicare neanche un romanzo. Anzi, lo scrittore emiliano-lombardo si uccise proprio dopo l’ennesimo “Spiacenti ma non siamo interessati al Vostro dattiloscritto”.
Morselli si conferma scrittore eclettico, imprevedibile e un mostro di bravura. Sia per la duttilità nell’uso della lingua – sarebbe meglio dire lingue, perché, poliglotta, qui mescola italiano, romanesco, francese, inglese, latino… – sia per le invenzioni dottrinali. L’autore infatti si muove con grande familiarità e ironia sopraffina tra correnti teologiche vere o da lui stesso inventate.
Stupisce anche la straordinaria capacità di ‘strologare e azzeccare’ le tendenze sociali che si sarebbero affermate nei decenni successivi alla data in cui il romanzo è stato scritto, e questo vale pure per certe innovazioni tecnologiche anticipate dal profetico Morselli.
Un esempio è l’esilarante disputa in videoconferenza fatta da computer che hanno memorizzato le opere dei due antagonisti. Ma le ‘visioni’ sono moltissime. Prossimi alla fine del secondo millennio, l’Italia ha meno di sessanta milioni di abitanti(!) e ha perso sovranità politica a favore di una Federazione europea. Ha smantellato il suo apparato industriale e vive esclusivamente di turismo. E’ insomma un unico museo poco curato che perde turisti.
Sotto l’aspetto religioso, i cattolici si protestantizzano (il celibato sacerdotale non è più obbligatorio) e si affermano nuove correnti quali la socialidarietà, la promozione della psicoanalisi cattolica, la convergenza col buddismo.
Le sorprese si susseguono di pagina in pagina. Roma senza Papa è un’affabulazione continua e dispiace giungere alla fine. E la fine è una gioiosa passeggiata a piedi nudi sul prato o sulle selci.

2 commenti:

  1. molto interessante. ma è fuori catalogo o lo si può trovare?

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  2. salve harmo
    io ho la prima edizione ma credo che adelphi lo abbia ristampato, forse nella collana fabula. non penso sia difficile trovarlo.

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