Nico e John Cale |
L’esperienza in Dream Syndicate per il ventunenne John Cale sarà fondamentale e ricca di sviluppi, primo fra tutti la fondazione, con Lou Reed, dei Velvet Underground. È il 1965. Il mondo è in piena Beatlesmania ma la creatura di Cale e Reed può essere considerata tra gli eventi più importanti per la storia del rock. Prima dell’uscita dell’album Loaded nel 1970, John Cale lascerà i Velvet per iniziare una brillante carriera sia come solista che come produttore. In questa veste di ‘talent scout’ va segnalata la produzione del primo album di Patti Smith, il capolavoro Horses.
Siamo quindi di fronte ad un musicista che ha percorso tutto il secondo Novecento e seppur in maniera molto discreta ma decisiva, ha influenzato notevolmente lo sviluppo della scena rock.
La prima tappa di questa scorciatoia discografica è Paris 1919, uscito nel 1973. Si tratta di una raccolta di composizioni che assumono la forma di brevi racconti letterari musicati, in cui la musica può essere definita un pop-rock orchestrale. La cultura, sia letteraria che musicale, infatti, è l’elemento che segna l’album. I testi delle canzoni spaziano da Shakespeare a Graham Greene, dalla guerra di Crimea alla I Guerra Mondiale, dall’Andalusia al Transvaal mentre le partiture percorrono un compendio pop-rock che include filastrocche alla Beatles, rock’n’roll sporchi, lied classici, brani sussurrati su melodie minimaliste, sontuosi accompagnamenti orchestrali o di archi. Ascoltare Paris 1919 è un piacere e un divertimento.
Del 1982 è Music for a New Society. Disco complesso, difficile, bellissimo, nel quale trovano un perfetto equilibrio la vena avanguardistica e sperimentale e l’anima più accessibile e ‘popolare’ della musica di Cale. Quasi un’unica suite sonora dalla quale emergono frammenti melodici che in qualche occasione si strutturano in forma-canzone come in Close Watch o nelle sublimi Chinese Envoy e Thoughtless Kind, vertici della musica contemporanea.
All’inizio degli anni Novanta, a cinquanta anni, un John Cale in splendida forma si concede un live, ed uno dei migliori live mai incisi. Semplicemente la voce, sempre intensa e in alternanza, accompagnamento di tastiere, viola o chitarra, suonate dallo stesso musicista gallese. Fragments of a rainy season è un disco che contiene venti canzoni, tra le quali alcune poesie di Dylan Thomas musicate da Cale, Style It Takes, composta con Lou Reed in ricordo di Andy Warhol, e due cover straordinarie, Heartbreak Hotel di Elvis Preasly e Hallelujah di Leonard Cohen.
Dopo il Duemila, c’è ancora la forza e l’ispirazione per realizzare un altro gran bel disco: con Hobo Sapiens c’è un ritorno ai tempi di Paris 1919. Raccolta di canzoni dalla struttura tradizionale ma aggiornate alle sonorità correnti. Non c’è la rottura o l’innovazione dei suoi migliori lavori ma la classe che si unisce all’intelligenza fanno di Hobo Sapiens un album ricco di momenti gradevoli e mai banali, nei quali basta una frase di viola, un basso quasi dub, un accenno di melodia orientale al sinth, a caratterizzare una canzone.
“L’hobo sapiens è un nomade: quando è in un posto pensa già al posto dove andrà domani. È il futuro…Conta solo ciò che farò domani.”
post molto bello grazie amico carissimo
RispondiEliminaproprio un bel post. Ma i miei commenti ai post precedenti che fine hanno fatto?
RispondiElimina@ brazzz...
RispondiEliminaciao roberto, ti ringrazio. sapevo che avresti apprezzato
@ saverio..
RispondiEliminanon so cosa succede con blogger, mi crea qualche problema e cancella i commenti. saranno guai temporanei, non mi metto certo a eliminare i commenti, tanto meno i tuoi!!