cinema

lunedì 30 maggio 2011

STRONCATURE MUSICALI

BILANCIO - negativo - PROVVISORIO 2011


Elbow, supponenti

Diamo un’occhiata o meglio un’ascoltata ad alcune uscite di questa prima parte dell’anno, tutte nel segno della delusione, della conferma negativa, dell’inutilità. A quest’ultima categoria, quella dell’inutilità, appartengono molti album. Per esempio The king is dead dei Decemberists. Gruppo cresciuto come clone di una band alla frutta e sempre troppo considerata come i REM, erano riusciti a comporre qualche bella canzoncina, ma la voce non ci aveva mai convinto. Con questo disco si può definitivamente cancellare il gruppo di Colin Meloy dalla lista dei ‘da seguire’. Oltre ai già citati REM, il cui Collapse into now è un vero e proprio collasso, quindi una conferma negativa, gli Elbow, con Build a rocker boys, sono addirittura patetici. Tanto vale ascoltare direttamente Peter Gabriel. Sovraccarico, seriorissimo, palloso. Letteralmente inascoltabile, direttamente nel cestino senza passare dal via. Non si capisce come gente che dovrebbe capirci qualcosa possa apprezzarlo. Già morti e sepolti anche i Fleet Foxes. Peccato perché qualcosa di interessante c’è nel loro Helpless blues. Si impegnano molto, certe atmosfere pop folk anni sessanta con strizzatine d’occhio a Brian Wilson sono carine ma l’album è troppo fragile, troppo pesante il fardello delle aspettative dopo il celebrato debutto.



Grande delusione da Bill Callahan. Poteva essere l’atteso capolavoro a coronare tante prove convincenti ma mai capaci di elevarsi oltre i livelli standardizzati di un sincero cantautorato ma eccetto la promettente canzone d’apertura Apocalypso si rivela di una noia mortale. Altro cantautore, italiano stavolta e altro disco che finisce diritto nel cestino: Vinicio Capossela. L’ultimo album è esageratamente pretenzioso. I pochi momenti che si salvano sono copie sbiadite del suo disco migliore, Ovunque proteggi. Troppi elogi, il simpatico Vinicio non li ha saputi gestire ed è andato oltre, precipitando in un abisso profondo. Torniamo all’estero, ecco un disco molto acclamato che, preso atto dell’atmosfera di rock genuino ma poco originale, resta ben sotto le aspettative. Si tratta dei Low. Eppure anche per C’mon critici entusiasti. Un discorso a parte merita Danger Mouse. Dopo Crazy da lui ci si aspetterebbero solo capolavori, invece, nonostante qualche buona intuizione, le sue ultime uscite deludono. La presenza di David Lynch in Dark night of the soul non ha portato nient’altro oltre la curiosità per un disco incolore e troppo eterogeneo e il recentissimo Rome è lodevole per il tentativo intelligente di recuperare quel grande patrimonio che è la musica da film italiana ma il risultato dopo un iniziale ‘ma che bravo’ è di abbandonare l’ascolto perché il disco non coinvolge.


E questo basti per lavori accolti con critiche generalmente positive.


Vinicio, megalomane

2 commenti:

  1. il disco degli elbow mi ha annoiato parecchio, capossela non l'ho ancora sentito, mentre il disco di danger mouse mi sta piacendo decisamente!

    RispondiElimina
  2. @ marco.., il disco degli elbow è una palla ma anche capossela non scherza.
    un saluto

    RispondiElimina