cinema

mercoledì 13 ottobre 2010

FRIEDRICH NIETZSCHE

UMANO. TROPPO UMANO
FRIEDRICH NIETZSCHE – 1879
Bruce Nauman, Human/Need/Desire, 1983
Scritto tra Sorrento e Sankt Moritz dal 1876 al 1879, Umano, troppo umano è il primo testo in cui Nietzsche utilizza la tecnica dell’aforisma. Ciò consente di edificare una struttura concettuale suscettibile di ripensamenti. Quasi un’opera aperta nella quale l’aforisma è un modulo speculativo su cui è possibile ritornare nel corso dell’itinerario testuale e ridefinirlo attraverso altri aforismi.
Al centro di Umano vi è la ragione, la ferma convinzione che la ragione possa dare forma allo spirito libero, a colui che svela le illusioni che circondano e ingannano l’esistenza attraverso la contemplazione e l’intelligenza di fenomeni sociali, morali, religiosi.
Grande iconoclasta, lo spirito libero vola oltre l’apparenza della rappresentazione artistica e in polemica con Richard Wagner, Nietzsche riconosce che la vita ha bisogno di inganno ma colui che lo riconosce come vincolo e se ne libera vive una gioia improvvisa, “un desiderio di andar via, non importa dove, ad ogni costo”.
L’uomo, attraverso la ragione, acquisisce la consapevolezza che è salutare sbarazzarsi delle false certezze codificate dalla storia e tra queste soprattutto quelle trasmesse dal cristianesimo, con i suoi ‘pregiudizi’ morali. Nietzsche si dichiara un immoralista ed afferma che il mondo non è né buono né cattivo e che bisogna liberarsi di tale concezione del mondo ed andare ‘al di là del bene e del male’. Per fare ciò è necessario tornare alla illogicità della natura.
Umano, troppo umano, dopo le brillanti prove ‘strutturate’ giovanili, segna l’inizio del periodo delle grandi opere nietzschiane con la potente esortazione a spezzare le catene costituite dalle idee morali, religiose e metafisiche.

Bruce Nauman, The true artist helps the world, 1967 

6 commenti:

  1. grande fonte di ispirazione! ;) Uh, Nauman! un re-inventore del linguaggio visivo!

    RispondiElimina
  2. milena, sono felice che tu apprezzi!
    read you soon

    RispondiElimina
  3. il mio mito Nicce! che coraggio che hai a parlarne, non ce la farei mai...

    RispondiElimina
  4. roby, è una mia grande passione. perchè che coraggio?
    perchè non ce la faresti mai a parlarne?
    sono inquisitorio!

    RispondiElimina
  5. sì, non ce la farei, però scrivo cose a volte con toni perentori, sono sotto la sua influenza da oltre 20anni, dopo la prima lettura dello Zarathustra.
    tipo questa: http://robydickwritings.blogspot.com/2010/07/riflessenza.html
    in questa poi sono stato esplicito già nel titolo: http://robydickwritings.blogspot.com/2009/11/zarathustra.html

    RispondiElimina
  6. roby, vado a leggere i tuoi post
    è sempre un piacere dialogare con te
    read you soon

    RispondiElimina