cinema

mercoledì 15 settembre 2010

ALBERT CAMUS

LO STRANIERO

ALBERT CAMUS - 1940
edizione francese con copertina di De Stael

Nella seconda parte di questo romanzo senza fede, quando è chiara la direzione che ha preso la vicenda, Camus ripete in modo insistito alcune parole: caso, meccanica/meccanismo, macchina.
Come il meccanismo della punizione non contempla fallimento così il volgere dei fatti non può che condurre Meursault a quell'esito che ogni più piccolo evento ha concorso a determinare. L’étranger è una macchina, un meccanismo che una volta innescato procede inevitabilmente verso la sua conclusione. Ha allora un suo ruolo ‘casuale’ e ‘causale’ un caffè bevuto, una sigaretta fumata, la visione di un film e quale film, una lettera scritta, una frase detta o non detta.
In questo ordigno inesorabile che è la vita, non ci sono valori: niente vale per la conquista della salvezza quando non c’è salvezza. Non Dio, non la Storia, non la Verità.
E si capisce perché Camus abbia preso le distanze da Sartre e dal comunismo e come la gauche engagée lo abbia a sua volta tenuto a distanza.
Lo straniero non è un romanzo esistenzialista. Meursault è felice nel suo vivere entro i confini del proprio essere. Gusta il piacere della sera estiva, dell’amore, del mare; offre amicizia e conforto sinceri.
Ma Meursault è colpevole e la giustizia, con le sue finzioni al servizio della verità, deve fare il suo corso. Camus costruisce un monumento all’uomo moderno, all’uomo normale, come si definisce lo stesso protagonista, costruisce un romanzo perfetto che lascia un’impronta profonda anche se amara.

2 commenti:

  1. camus comunista non ortodosso ma sempre comunista

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  2. caro anonymous, per fortuna c'è la dissidenza. grazie per il commento

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