cinema

venerdì 17 settembre 2010

CHRISTOPHER NOLAN

INCEPTION
CHRISTOPHER NOLAN - 2010

Nel suo percorso ‘autoriale’ Nolan continua a costruire depistaggi, film in cui lo spettatore si smarrisce fra le molteplicità del reale e si disorienta nella labilità dei confini fra sogno e realtà, tra sogno e sogno, tra vissuto e immaginato.
In Inception, come già in Memento, lo smarrimento si eleva e potenza e nella successione di scenari che, come scatole cinesi si aprono e si chiudono continuamente, lo spettatore si perde, non avendo a disposizione il totem come filo di Arianna per labirinti visionari. Dapprima si cerca di capire, si vuole mantenere piena capacità di discernere, poi ci si accorge che è meglio stare al gioco ed entrare nel sogno, nei sogni, nel limbo.
La struttura di Inception è molto complessa. Si svolgono contemporaneamente diverse storie. C’è la cornice in cui Cobb/Dicaprio riceve un incarico di “hackeraggio psicologico” in un contesto di scontro fra mega corporation. Come frame work, abbastanza semplice. Semplici, quasi banali, anche i nodi psiconarrativi al centro del film: due drammi familiari ad alta conflittualità moglie/marito, padre/figlio con senso di colpa (disappointed e guilty le parole-chiave). Poi c’è il sogno, che non è un sogno normale ma un sogno alla terza, o meglio, un sogno alla quarta perché c’è anche il limbo, un ultra sogno. No anzi, alla quinta perché c’è l’ inception-antefactum o proiezione del/nel subconscio. E ci sono diverse durate, nel senso di scansioni temporali, ognuna diversa per ogni livello di sogno.
Nolan, come in Memento, vuole fare troppo. Il film ha momenti affascinanti come il sogno del rapimento o l’idea del totem per capire quale “realtà” delle molte parallele si stia vivendo. Ma nel complesso c’è molta confusione, anche cinematografica: si mescolano Blade Runner, Citizen Kane, 2001, Matrix, James Bond. Gondry, Harry Potter, Schwarzenegger e Avatar!
L’ultima sequenza prima del fondo nero dei titoli di coda è un colpo basso. O forse no? Rivedere il finale de Il falcone maltese in cui Bogart cita Shakespeare. Ma quello è un altro film.

6 commenti:

  1. questo già m'interessava, memento m'è piaciuto molto. dopo questa rece l'interesse è aumentato

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  2. sì roby, il film ha qualche limite, non è un capolavoro ma è da vedere. io ho amato molto il cavaliere oscuro

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  3. beh, visto il tuo commento sul mio blog mi aspettavo una stroncatura più secca.
    uno dei (per me) pochi difetti del film è quello di spiegare troppo. avrei preferito uno sbattersene della logica alla lynch.
    il mescolare troppe cose invece per me non è un limite, ma anzi un pregio del film, che in questo rappresenta bene la schizofrenia di riferimenti degli anni in cui viviamo

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  4. @ marco ck

    il film ha aspetti interessanti e spettacolari. a me è piaciuta molto la sequenza del rapimento e della fuga col furgone però il mio giudizio complessivo su nolan è deludente. carica troppo e come giustamente dici tu vuole spiegare tutto ma proprio tutto e questo lo fa in tutti i suoi film.
    certo un film come strade perdute di linch è inarrivabile

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  5. Ho trovato Inception un film decisamente vuoto.
    Spettacolare, registicamente impeccabile, ma eccessivamente didascalico a livello di contenuto.
    Un film hollywoodiano in tutto e per tutto.
    Il miglior Nolan è quello di Batman begins, il qui già citato Memento, The Prestige e anche Insomnia.

    Sia con Il cavaliere oscuro che con Inception ho avuto come l'impressione che abbia dovuto "piegarsi" alle logiche della grande Produzione, dovendo così sacrificare l'originalità delle sue idee per accontentare il grande pubblico.
    Sia il Cavaliere oscuro che Inception infatti sono costati moltissimo, e la Produzione non avrebbe potuto permettersi un flop al botteghino.
    Questo inoltre spiegherebbe anche l'impegno nel voler spiegare e sottolineare ogni passaggio, proprio per renderlo più fruibile; cosa che non accade ad esempio in Insomnia.

    Il paragone con Lynch mi sembra un po' forzato ;-) Lynch è un outsider, un artista puro, uno che se ne frega delle reazioni del pubblico.
    Con l'ultimo suo lavoro, Inland Empire, infatti ha realizzato un'opera lontanissima (sia in termini di "durata", una grande Produzione avrebbe certamente effettuato dei tagli, riducendola magari alla metà, che di contenuto) dai gusti del pubblico. Eppure, un capolavoro.

    D'accordo con te, un film come Strade Perdute resta inarrivabile, anche se il mio preferito, a coronamento e sintesi di tutta la sua carriera, per me resta Mulholland Dr. (almeno per il momento).

    Complimenti per il tuo interessante blog.

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  6. @ biancaneve..benvenuta negli orti.
    dici cose giustissime, si sente che sei competente e appassionata,
    grazie per la visita
    a presto

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